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Responsabilità direttore lavori: cliente vuole l’abuso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7931/2024, ha stabilito un importante principio in materia di responsabilità del direttore dei lavori. Nel caso esaminato, una proprietaria immobiliare aveva citato in giudizio il geometra incaricato per i danni derivanti da un abuso edilizio. Tuttavia, è emerso che era stata la stessa committente a insistere per la realizzazione dell’opera illegale, nonostante fosse stata avvertita dei rischi. La Suprema Corte ha confermato il rigetto della domanda di risarcimento, chiarendo che la consapevole e volontaria richiesta del cliente di compiere un’irregolarità interrompe il nesso causale, escludendo la responsabilità contrattuale del professionista nei suoi confronti.

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Responsabilità Direttore Lavori: esclusa se il cliente vuole l’abuso

La questione della responsabilità del direttore dei lavori è centrale nel diritto immobiliare e delle costruzioni. Cosa accade, però, se l’abuso edilizio non è una negligenza del professionista, ma una precisa richiesta del committente? L’ordinanza n. 7931 del 23 marzo 2024 della Corte di Cassazione offre una risposta chiara: se il cliente ordina l’illecito pur essendo consapevole dei rischi, non può poi chiedere i danni al professionista. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata da una proprietaria di un immobile nei confronti del geometra che aveva diretto i lavori di ristrutturazione. L’abuso contestato dal Comune consisteva nella creazione di una superficie utile superiore a quella consentita, realizzata mediante l’innalzamento del sottotetto.

La proprietaria sosteneva che il danno economico subito (sanzioni, rischio di demolizione) fosse diretta conseguenza di un inadempimento professionale del geometra. Tuttavia, sia in primo grado che in appello, la sua domanda è stata respinta. I giudici hanno accertato, anche grazie a una testimonianza decisiva, che non solo la committente era a conoscenza dell’irregolarità, ma l’aveva espressamente voluta, mantenendo ferma la sua richiesta nonostante il direttore dei lavori e l’appaltatore l’avessero informata del rischio di demolizione, sanzioni pecuniarie e denunce penali.

L’analisi della Cassazione e la Responsabilità Direttore Lavori

La proprietaria ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su tre motivi principali:

1. Violazione dei doveri professionali: Secondo la ricorrente, il direttore dei lavori è sempre responsabile per le violazioni urbanistiche e avrebbe dovuto denunciare l’abuso.
2. Nullità del contratto: Si sosteneva che il contratto fosse nullo perché avente ad oggetto la realizzazione di un’opera illecita.
3. Inadempimento su pratiche accessorie: La ricorrente lamentava anche la mancata presentazione di una pratica di sanatoria e il mancato adeguamento alla normativa antisismica.

La Suprema Corte ha dichiarato tutti i motivi inammissibili, confermando le decisioni dei giudici di merito e cristallizzando un principio fondamentale.

Il Principio del “Dolo” del Committente

Il punto centrale della decisione è il principio per cui il cliente non può attribuire al professionista la responsabilità per gli effetti negativi di un’opera quando è stato lui stesso a richiederne la realizzazione in un determinato modo, pienamente consapevole delle difformità rispetto a leggi e regolamenti.

La Corte ha sottolineato come la volontà espressa e consapevole del committente di procedere con l’abuso, nonostante gli avvertimenti ricevuti, agisca come causa esclusiva del danno. In pratica, il comportamento del cliente interrompe il nesso di causalità tra la condotta del professionista e il pregiudizio economico subito. Di conseguenza, viene a mancare il presupposto per una richiesta di risarcimento danni basata su un inadempimento contrattuale.

Distinzione tra Responsabilità Interna ed Esterna

È cruciale comprendere che questa sentenza si focalizza sulla responsabilità contrattuale nel rapporto interno tra committente e direttore dei lavori. La Corte chiarisce che l’esclusione del risarcimento del danno a favore del cliente non elimina altre forme di responsabilità del professionista. Infatti, il direttore dei lavori può comunque rimanere responsabile sul piano amministrativo e penale nei confronti della Pubblica Amministrazione per l’abuso commesso.

Le Motivazioni

La Cassazione ha motivato la sua decisione di inammissibilità evidenziando come i motivi del ricorso fossero o ripetitivi di tesi già respinte in appello (senza un reale confronto con le motivazioni della sentenza impugnata) o basati su questioni procedurali sollevate per la prima volta in sede di legittimità, come l’inammissibilità della prova testimoniale, che doveva essere eccepita nei precedenti gradi di giudizio.

Inoltre, la tesi della nullità del contratto è stata ritenuta contraddittoria, poiché la richiesta iniziale era di risarcimento per inadempimento di un contratto, presupponendone quindi la validità. La Corte ha ribadito che la richiesta consapevole di un illecito da parte del committente esclude la configurabilità di un inadempimento risarcibile da parte del prestatore d’opera.

Le Conclusioni

L’ordinanza n. 7931/2024 rafforza un principio di auto-responsabilità del committente. Se un cliente, adeguatamente informato dal professionista incaricato, decide coscientemente di violare le normative edilizie, non potrà successivamente rivalersi su quest’ultimo per le conseguenze negative della sua stessa scelta. Questa decisione delimita chiaramente i confini della responsabilità del direttore dei lavori nel rapporto con il proprio cliente, distinguendola nettamente dalle responsabilità che egli ha verso la collettività e le istituzioni.

Il direttore dei lavori è sempre responsabile per un abuso edilizio nei confronti del committente?
No. La sua responsabilità civile per i danni subiti dal committente può essere esclusa se viene provato che è stato proprio il committente a volere e ordinare l’opera abusiva, pur essendo stato pienamente informato dal professionista sui rischi e le illegalità connesse.

Cosa succede se il committente ordina consapevolmente un’opera illegale?
Se il committente, edotto delle difformità dell’opera rispetto alle norme di legge, ne chiede ugualmente la realizzazione, non può successivamente chiedere il risarcimento dei danni al professionista per le conseguenze negative di tale illegalità, poiché si assume la responsabilità della propria decisione.

La responsabilità del direttore dei lavori verso la Pubblica Amministrazione viene meno in questi casi?
No. La sentenza chiarisce che l’esclusione della responsabilità riguarda solo il rapporto contrattuale interno tra committente e professionista. La responsabilità penale e amministrativa del direttore dei lavori per l’abuso edilizio nei confronti delle autorità pubbliche può comunque sussistere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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