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Responsabilità dello Stato: risarcimento per sgombero

Un’ordinanza della Cassazione ha confermato la responsabilità dello Stato, specificamente del Ministero dell’Interno, per il grave ritardo nell’esecuzione di un ordine di sgombero di un immobile occupato abusivamente. Nonostante la presenza di una situazione sociale complessa, la Corte ha stabilito che l’autorità pubblica ha il dovere di fornire i mezzi necessari per attuare i provvedimenti giudiziari, condannando il Ministero al risarcimento del danno patrimoniale subito dalla proprietaria per la mancata disponibilità del bene.

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Sgombero ritardato: la responsabilità dello Stato è inderogabile

Ottenere una sentenza favorevole è solo il primo passo per veder tutelato un proprio diritto. Cosa succede, però, se lo Stato stesso, che dovrebbe garantirne l’esecuzione, ritarda per anni nell’adempiere al suo dovere? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un caso emblematico di occupazione abusiva di un immobile, facendo luce sulla inderogabile responsabilità dello Stato quando l’esecuzione di un ordine di sgombero viene procrastinata irragionevolmente.

I Fatti: Occupazione Abusiva e Anni di Attesa

La vicenda ha inizio nel 2013, quando un immobile a uso produttivo viene occupato da una trentina di persone. La proprietaria, dopo aver sporto denuncia, avvia un’azione legale e ottiene, nell’agosto 2014, un’ordinanza di reintegra che impone l’immediato rilascio dell’edificio.

Tuttavia, l’esecuzione dello sgombero si trasforma in un’odissea. Per quasi quattro anni, dal marzo 2015 all’aprile 2018, si susseguono ben dieci tentativi di accesso da parte dell’ufficiale giudiziario, tutti conclusisi con un rinvio. La ragione? La presenza tra gli occupanti di soggetti fragili, tra cui minori e disabili, e l’incapacità della Forza pubblica di gestire la situazione e garantire un’esecuzione pacifica, dichiarando ogni volta l’impossibilità di procedere. Solo nel 2018, a seguito di lunghe trattative e del reperimento di alloggi alternativi da parte del Comune, gli occupanti lasciano finalmente l’immobile.

Il Percorso Giudiziario e la Responsabilità dello Stato

La proprietaria cita in giudizio il Ministero dell’Interno e quello della Giustizia, chiedendo il risarcimento dei danni per il lungo periodo in cui non ha potuto disporre del suo bene.

Il Tribunale di primo grado riconosce la responsabilità solidale di entrambi i Ministeri, condannandoli a un cospicuo risarcimento. La Corte d’Appello, invece, riforma parzialmente la decisione: esclude la responsabilità del Ministero della Giustizia, ritenendo l’operato dell’ufficiale giudiziario corretto, ma conferma la colpa del Ministero dell’Interno. Secondo i giudici d’appello, la protratta mancata esecuzione è dipesa dalla “mancata adeguata attivazione delle Forze dell’ordine”. Il risarcimento viene quindi posto a carico del solo Ministero dell’Interno.

Le Motivazioni della Cassazione: un Principio Cardine dello Stato di Diritto

Il Ministero dell’Interno ricorre in Cassazione, sostenendo di non avere una responsabilità autonoma, poiché la Forza pubblica agisce solo come ausiliaria dell’ufficiale giudiziario. La Suprema Corte, tuttavia, rigetta tutti i motivi del ricorso, riaffermando con forza un principio fondamentale: l’esecuzione dei provvedimenti giudiziari è un dovere incondizionato per la Pubblica Amministrazione.

La Cassazione chiarisce che l’autorità amministrativa, richiesta di assistere all’esecuzione di un titolo esecutivo, non può compiere valutazioni di opportunità o bilanciare gli interessi in gioco. Tale ponderazione spetta al legislatore o al giudice che emette il provvedimento. Il rifiuto o il ritardo ingiustificato nel prestare assistenza costituisce un comportamento illecito che genera responsabilità dello Stato.

Le difficoltà operative, come la presenza di manifestanti o di persone fragili, non costituiscono una “forza maggiore” che esonera da responsabilità. Al contrario, impongono allo Stato l’onere di approntare mezzi e strategie adeguate (personale specializzato, coordinamento con i servizi sociali, ecc.) per dare attuazione alla decisione del giudice in un tempo ragionevole. L’inerzia e l’incapacità di organizzare un intervento efficace per quasi quattro anni sono state considerate dalla Corte come una condotta colpevole.

Il Calcolo del Danno: Come si Quantifica la Perdita?

Un altro punto contestato dal Ministero era la quantificazione del danno. La Cassazione, anche su questo aspetto, conferma la decisione della Corte d’Appello. Richiamando i principi enunciati dalle Sezioni Unite (sent. n. 33645/2022), la Corte ribadisce che il danno subito dal proprietario per l’occupazione abusiva consiste nella perdita della “concreta possibilità di esercizio del diritto di godimento”.

Quando, come in questo caso, è difficile provare occasioni specifiche di guadagno mancate (es. un contratto di locazione sfumato), il giudice può liquidare il danno in via equitativa. Un parametro valido è il canone di locazione di mercato, che rappresenta il valore d’uso del bene. La Corte d’Appello ha correttamente utilizzato questo criterio, considerata la vocazione produttiva e l’estensione dell’immobile, per quantificare il danno patrimoniale subito dalla proprietaria.

Conclusioni: le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza è di fondamentale importanza perché ribadisce che il diritto a ottenere una decisione giudiziale include anche il diritto alla sua effettiva esecuzione. La responsabilità dello Stato non è una mera ipotesi teorica, ma una conseguenza concreta quando i suoi apparati non agiscono con la dovuta diligenza. Le emergenze sociali, per quanto rilevanti, non possono essere gestite scaricando i costi e i disagi su un singolo cittadino attraverso la paralisi della giustizia. La Pubblica Amministrazione ha il dovere di trovare soluzioni che contemperino i diritti di tutti, senza però abdicare al suo ruolo primario di garante dello Stato di diritto e dell’efficacia dei provvedimenti giurisdizionali.

Lo Stato può rifiutarsi di eseguire uno sgombero se ci sono problemi sociali come la presenza di bambini e disabili?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’autorità amministrativa non ha il potere discrezionale di scegliere se dare o meno attuazione a un provvedimento giudiziario. La presenza di situazioni di fragilità sociale non giustifica l’inadempimento, ma impone allo Stato di approntare mezzi adeguati per eseguire l’ordine del giudice, tutelando tutti gli interessi coinvolti.

Chi è responsabile per i danni se la Forza pubblica non interviene efficacemente per uno sgombero?
La responsabilità ricade sull’amministrazione da cui dipende la Forza pubblica, in questo caso il Ministero dell’Interno. Il ritardo irragionevole nell’apprestare i mezzi necessari per l’esecuzione costituisce un illecito che obbliga lo Stato a risarcire il proprietario per i danni subiti a causa della mancata disponibilità del bene.

Come viene calcolato il risarcimento per il proprietario che non ha potuto utilizzare il suo immobile?
Il danno viene risarcito per la perdita della concreta possibilità di godimento del bene. Se non è possibile provare un danno specifico (es. un contratto di locazione perso), il giudice può liquidarlo in via equitativa, utilizzando come parametro di riferimento il canone di locazione di mercato per un immobile simile, per tutto il periodo della mancata disponibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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