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Responsabilità della SIM: illeciti del promotore

Un risparmiatore ha citato in giudizio una Società di Intermediazione Mobiliare (SIM) per la truffa subita dal suo promotore finanziario. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità della SIM, ritenendo che il legame tra le mansioni del promotore e l’illecito non fosse stato interrotto dalla condotta del cliente, pur se poco avveduta. Per escludere la responsabilità della SIM è necessaria la prova di una collusione o di una consapevole acquiescenza del cliente alla violazione delle regole, non essendo sufficiente la semplice negligenza.

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Responsabilità della SIM: Quando Paga per l’Illecito del Promotore Finanziario?

La questione della responsabilità della SIM per le condotte illecite dei propri promotori finanziari è un tema centrale nella tutela dei risparmiatori. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce i principi cardine, chiarendo fino a che punto l’intermediario finanziario debba rispondere delle somme sottratte ai clienti, anche quando la condotta di questi ultimi appare ingenua o informale.

I Fatti del Caso

Un risparmiatore conveniva in giudizio una nota Società di Intermediazione Mobiliare (SIM) chiedendo il risarcimento dei danni subiti a causa del comportamento del promotore finanziario della società. Tra il 2006 e il 2012, il risparmiatore aveva affidato al promotore una somma ingente, pari a 143.000 euro, tramite assegni e bonifici, con la finalità di investirla in strumenti finanziari.

Successivamente, scopriva che il promotore si era appropriato di gran parte della somma (oltre 101.000 euro), restituendone solo una piccola parte. Sebbene il risparmiatore non fosse formalmente cliente della SIM, si rivolgeva a essa invocando la sua responsabilità solidale per i danni causati dal proprio incaricato, come previsto dal Testo Unico della Finanza (TUF).

Il Percorso Giudiziario e la Responsabilità della SIM

Il Tribunale di primo grado accoglieva parzialmente la domanda del risparmiatore, condannando la SIM al risarcimento di circa 56.000 euro. La Corte d’Appello, successivamente, respingeva l’appello della SIM, confermando la sua responsabilità solidale. Secondo i giudici di merito, era sufficiente che la condotta illecita del promotore fosse stata agevolata dal suo inserimento nell’attività della SIM per far sorgere la responsabilità di quest’ultima. Il contesto amicale e la scarsa avvedutezza del risparmiatore non erano stati ritenuti elementi sufficienti a escludere tale responsabilità.

La SIM decideva quindi di ricorrere in Cassazione, sostenendo che il legame di “occasionalità necessaria” tra l’attività del promotore e l’illecito fosse inesistente. A suo dire, il rapporto tra il promotore e il cliente era puramente personale e fiduciario, del tutto slegato dal suo ruolo ufficiale. Inoltre, la consapevolezza del cliente di operare tramite una banca specifica (diversa dalla SIM) e l’anomalia delle operazioni avrebbero dovuto interrompere qualsiasi nesso di causalità.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso della SIM inammissibile, confermando le decisioni dei gradi precedenti. Gli Ermellini hanno ribadito l’orientamento consolidato in materia di responsabilità della SIM. Tale responsabilità, di natura oggettiva, sorge quando l’illecito del promotore è reso possibile o anche solo agevolato dalle mansioni che gli sono state affidate. L’inserimento del promotore nell’organizzazione della SIM genera un affidamento nel pubblico che l’intermediario è tenuto a tutelare.

Le motivazioni

La Corte ha chiarito un punto cruciale: per escludere la responsabilità, non basta dimostrare una condotta anomala o negligente da parte del risparmiatore. È necessario provare qualcosa di più grave: una collusione con il promotore infedele o, quantomeno, una “consapevole e fattiva acquiescenza” alla violazione delle regole. Nel caso di specie, pur riconoscendo il contesto informale e la scarsa avvedutezza del risparmiatore, la Corte non ha ravvisato elementi tali da configurare una complicità. Il fatto che il cliente non avesse esperienza in prodotti finanziari e si fosse fidato del promotore non era sufficiente per elidere il nesso di occasionalità. La Corte ha ritenuto che i motivi di ricorso della SIM mirassero a un riesame del merito della vicenda, attività preclusa nel giudizio di legittimità, e ha pertanto confermato la condanna.

Le conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale a tutela degli investitori: la responsabilità dell’intermediario per gli atti dei suoi promotori è molto ampia. Le SIM non possono sottrarsi ai loro obblighi di vigilanza e risarcimento semplicemente adducendo l’ingenuità o la fiducia mal riposta del cliente. Per liberarsi da tale responsabilità, l’intermediario deve fornire la prova rigorosa di un comportamento del cliente che vada oltre la mera negligenza, sconfinando in una vera e propria partecipazione consapevole all’irregolarità. La decisione rappresenta un monito per gli intermediari a selezionare e monitorare attentamente la propria rete di vendita, poiché l’affidamento che essa genera nei confronti del pubblico ricade interamente sulla loro sfera di responsabilità.

Quando una società di intermediazione mobiliare (SIM) è responsabile per l’illecito del suo promotore finanziario?
La SIM è responsabile quando la condotta illecita del promotore è stata agevolata o resa possibile dal suo inserimento nell’attività della società. Si tratta di una responsabilità oggettiva basata sul cosiddetto nesso di “occasionalità necessaria” tra le mansioni affidate e il danno arrecato al cliente.

La negligenza o l’ingenuità del risparmiatore possono escludere la responsabilità della SIM?
No. Secondo la Corte, la semplice scarsa avvedutezza del cliente o il contesto informale e amicale del rapporto con il promotore non sono sufficienti a escludere o ridurre la responsabilità solidale della SIM. L’intermediario risponde anche in presenza di condotte anomale del cliente, a meno che non raggiungano un livello di gravità superiore.

Cosa deve provare la SIM per essere esonerata dalla responsabilità solidale?
Per essere esonerata, la SIM deve provare che il cliente ha tenuto una condotta agevolatrice che presenti connotati di anomalia tali da evidenziare una collusione con il promotore infedele o, quantomeno, una sua consapevole e fattiva acquiescenza alla violazione delle regole di condotta gravanti sul promotore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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