LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità del vettore: prova del furto incerta

Una banca ha citato in giudizio una società di corrieri per la scomparsa del contenuto di due plichi contenenti valuta. I plichi sono stati ritrovati vuoti presso un hub della società convenuta. La Corte di Cassazione ha rigettato la domanda della banca, confermando le decisioni dei gradi precedenti. La ragione principale del rigetto è stata la mancata prova da parte della banca su dove, quando e da chi fosse stato commesso il furto. Questa incertezza ha reso impossibile attribuire la responsabilità del vettore alla società di corrieri.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Responsabilità del Vettore: Cosa Succede se la Prova del Furto è Incerta?

La spedizione di beni di valore comporta sempre un certo rischio. Ma cosa succede quando la merce scompare e non è possibile stabilire con certezza il momento e il luogo del furto? Su chi ricade la perdita? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sull’importanza dell’onere della prova in materia di responsabilità del vettore, un principio chiave per chiunque si affidi a servizi di trasporto e logistica.

I Fatti del Caso: La Scomparsa del Contenuto di Due Plichi Assicurati

Una nota banca aveva affidato al servizio postale nazionale due plichi contenenti una notevole quantità di valuta estera, destinati a una sua filiale in un’altra città. Durante il tragitto, i plichi sono transitati per un hub logistico gestito da una grande società di corrieri. All’arrivo, i plichi sono stati scoperti vuoti, sebbene apparentemente integri e sigillati dall’esterno. La banca ha quindi citato in giudizio la società di corrieri, chiedendo il risarcimento del danno e invocando diverse forme di responsabilità: per danno da cose in custodia (art. 2051 c.c.), per fatto illecito dei dipendenti (art. 2049 c.c.) e per illecito generico (art. 2043 c.c.).

Il Percorso Giudiziario e le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia in primo grado che in appello, la domanda della banca è stata respinta. I giudici hanno ritenuto che la banca non avesse fornito prove sufficienti a fondare la responsabilità della società di corrieri. In particolare, la Corte d’Appello ha evidenziato l’assoluta incertezza su dove, quando e ad opera di chi fosse avvenuto il furto. Non era possibile affermare con certezza che la sottrazione fosse avvenuta nel magazzino del corriere, né che fosse stata commessa da suoi dipendenti, potendo essersi verificata in una qualsiasi delle fasi del trasporto tra la città di partenza e quella di arrivo.

La Decisione della Cassazione sulla responsabilità del vettore

La banca ha presentato ricorso in Cassazione, ma la Suprema Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, dichiarando i motivi del ricorso inammissibili e infondati. La decisione si basa su principi legali molto chiari.

L’onere della prova come fulcro della decisione

Il punto centrale della sentenza è il principio dell’onere della prova (onus probandi), sancito dall’art. 2697 del Codice Civile. Chi agisce in giudizio per ottenere un risarcimento deve dimostrare i fatti costitutivi del proprio diritto. In questo caso, la banca avrebbe dovuto provare non solo di aver subito un danno, ma anche che tale danno era causalmente riconducibile a un comportamento colposo o doloso della società di corrieri o dei suoi dipendenti. L’incertezza totale sulle circostanze del furto ha reso impossibile fornire questa prova, portando al rigetto della domanda.

L’inapplicabilità degli articoli 2051 e 2049 c.c.

La Corte ha inoltre chiarito perché le specifiche norme invocate dalla banca non fossero applicabili al caso:

* Art. 2051 c.c. (Danno da cose in custodia): Questa norma si applica quando una cosa (es. un edificio che crolla, un animale che morde) causa attivamente un danno a terzi. Non si applica, invece, al danno subito dalla cosa stessa, come il furto del suo contenuto. La responsabilità nasce dal dinamismo della cosa, non dalla sua passività.
* Art. 2049 c.c. (Responsabilità dei padroni e dei committenti): Per applicare questa norma, è necessario provare che l’illecito sia stato commesso da un dipendente o preposto nell’esercizio delle sue funzioni. Poiché non vi era alcuna prova che il furto fosse stato compiuto da personale della società di corrieri, anche questa base di responsabilità è venuta meno.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione sono state nette e coerenti. I giudici hanno stabilito che la domanda risarcitoria è stata correttamente respinta a causa della mancata prova del fatto costitutivo, cioè l’attribuibilità della sottrazione alla società convenuta. La Corte d’Appello aveva giustamente evidenziato che ‘l’incertezza su dove, quando ed ad opera di chi sia stato commesso il furto esclude la configurazione anche in concreto dell’illecito in capo alla società’. L’appellante non era stato in grado di provare che il furto fosse avvenuto nel magazzino del corriere o per mano dei suoi dipendenti. I motivi di ricorso presentati dalla banca sono stati giudicati ‘eccentrici’ rispetto a questa argomentazione centrale, in quanto non la contestavano criticamente, ma tentavano di ottenere un inammissibile riesame dei fatti da parte del giudice di legittimità.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: in caso di furto o smarrimento di merci durante il trasporto, la semplice circostanza che il bene si trovasse in un certo punto della catena logistica non è sufficiente a fondare automaticamente la responsabilità dell’operatore che gestiva quel tratto. È indispensabile che chi richiede il risarcimento fornisca prove concrete che colleghino la perdita a una condotta specifica (o a una specifica sfera di controllo) del convenuto. In assenza di tale prova, la domanda risarcitoria è destinata a fallire. Questo rafforza la necessità, per chi spedisce beni di valore, di dotarsi di adeguate coperture assicurative e di sistemi di tracciamento che possano aiutare a ricostruire con precisione gli eventi in caso di sinistro.

Quando si applica la responsabilità per danni da cose in custodia (art. 2051 c.c.) nel trasporto?
Secondo la Corte, questa responsabilità si applica solo quando il danno è ‘cagionato’ attivamente dalla cosa custodita (ad esempio, un container che cade e danneggia altro), non quando il danno consiste nella sottrazione del contenuto della cosa stessa (il furto da un pacco).

Per chiedere un risarcimento a un corriere per furto, è sufficiente dimostrare che il pacco era nel suo magazzino?
No, non è sufficiente. La sentenza chiarisce che il danneggiato deve fornire la prova che il furto sia avvenuto con certezza nel magazzino del corriere e, nel caso si invochi la responsabilità per fatto dei dipendenti (art. 2049 c.c.), che sia stato commesso da persone sotto il suo controllo.

Chi deve provare dove e quando è avvenuto un furto durante una spedizione?
L’onere della prova ricade su chi chiede il risarcimento (l’attore). È quest’ultimo che deve dimostrare tutti i fatti costitutivi della sua pretesa, inclusa la riconducibilità dell’evento dannoso alla sfera di responsabilità del convenuto. L’incertezza su questi elementi va a svantaggio di chi agisce in giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati