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Responsabilità del progettista e nesso causale

La Corte di Cassazione ha escluso la responsabilità del progettista per un ascensore rumoroso, poiché il suo progetto iniziale, seppur irrealizzabile, non fu mai eseguito. La decisione del costruttore di installare autonomamente un modello diverso e difettoso ha interrotto il nesso causale, addossando a quest’ultimo l’intera colpa del vizio. La Corte ha chiarito che il nesso causale tra progetto e danno deve essere provato da chi richiede il risarcimento.

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Responsabilità del Progettista: Quando un Errore Iniziale Non Porta al Risarcimento?

La questione della responsabilità del progettista per vizi e difetti di un’opera è un tema centrale nel diritto immobiliare. Un professionista che commette un errore di progettazione è sempre tenuto a risarcire i danni che ne derivano? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un aspetto fondamentale: se l’errore progettuale non viene mai messo in pratica e il danno è causato da una scelta autonoma e successiva del costruttore, il nesso di causalità si interrompe e la responsabilità del professionista viene meno. Analizziamo insieme questo caso emblematico riguardante un progetto irrealizzabile e un ascensore troppo rumoroso.

I Fatti del Caso: Progetto Scartato e Scelte del Costruttore

I proprietari di un immobile e il condominio citavano in giudizio la società costruttrice e l’architetto progettista per una serie di vizi, tra cui l’eccessiva rumorosità dell’impianto ascensore. Durante la causa, emergeva un fatto cruciale: il progetto dell’ascensore redatto dall’architetto era risultato tecnicamente irrealizzabile. Di conseguenza, l’impresa costruttrice aveva deciso autonomamente di installare un modello di ascensore completamente diverso, che si era poi rivelato eccessivamente rumoroso.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva condannato in solido sia l’impresa che l’architetto (quest’ultimo entro un limite di valore), la Corte d’Appello ribaltava la decisione, escludendo totalmente la responsabilità del professionista. Secondo i giudici d’appello, il danno non era una conseguenza del progetto errato (mai eseguito), ma della scelta indipendente dell’impresa di installare un impianto difettoso senza adottare le necessarie misure di insonorizzazione.

La Decisione della Corte: Rottura del Nesso Causale e la Responsabilità del Progettista

I condomini ricorrevano in Cassazione, sostenendo che l’errore iniziale del progettista fosse comunque la causa prima del danno. Se il progetto fosse stato realizzabile, argomentavano, il costruttore non avrebbe dovuto cercare soluzioni alternative e potenzialmente difettose. La Suprema Corte, tuttavia, ha respinto il ricorso, confermando la decisione d’appello e fornendo importanti chiarimenti sul concetto di nesso di causalità.

L’autonomia decisionale del costruttore come causa sopravvenuta

Il punto centrale della decisione è l’interruzione del nesso eziologico. La Corte ha stabilito che la scelta dell’impresa di installare un modello di ascensore diverso, particolarmente rumoroso e senza adeguate contromisure, costituisce una ‘causa sopravvenuta’ sufficiente da sola a determinare il danno. In altre parole, l’errore del progettista è diventato una mera ‘occasione’ dell’evento, ma non la sua causa diretta. La catena causale è stata interrotta dalla condotta indipendente del costruttore, che si è assunto la piena responsabilità della sua scelta tecnica.

Onere della prova a carico del danneggiato

La Cassazione ha inoltre ribadito un principio fondamentale del processo civile: l’onere della prova. Spetta a chi chiede il risarcimento (i condomini) dimostrare il legame causale diretto tra la condotta del presunto responsabile (il progetto errato) e il danno subito (la rumorosità). In questo caso, i ricorrenti non sono riusciti a provare che la scelta del costruttore fosse una conseguenza inevitabile e diretta del progetto irrealizzabile. Anzi, è emerso che l’impresa ha agito in piena autonomia, scegliendo una soluzione tecnica senza coinvolgere nuovamente il progettista per una revisione.

Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto infondati i motivi di ricorso. La motivazione della Corte d’Appello non era né mancante né apparente, avendo analizzato in modo chiaro la sequenza dei fatti e l’incidenza causale di ciascun evento. È stato correttamente applicato il principio giurisprudenziale secondo cui, in presenza di più fatti imputabili a persone diverse, il nesso causale si interrompe quando un evento successivo si pone come causa esclusiva del danno. La scelta del costruttore di installare un ascensore rumoroso in autonomia, senza chiedere una correzione del progetto, rappresenta un fatto interruttivo che neutralizza la potenziale rilevanza dell’errore progettuale iniziale. La Corte ha quindi escluso qualsiasi inversione dell’onere probatorio, confermando che la responsabilità ricadeva unicamente su chi ha materialmente installato l’impianto difettoso.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione preziosa sulla responsabilità del progettista. Un errore di progettazione, per quanto grave, non comporta un’automatica condanna al risarcimento se l’opera difettosa non è la diretta realizzazione di quel progetto. Se un altro soggetto, come l’impresa costruttrice, interviene con decisioni autonome che sono la vera causa del vizio, la responsabilità si sposta su quest’ultimo. Per i danneggiati, ciò significa che è fondamentale individuare con precisione la causa diretta del difetto e provare in giudizio il nesso di causalità, senza poter fare affidamento su una presunta responsabilità ‘a cascata’ che parte dal primo errore commesso.

Un progettista è sempre responsabile se il suo progetto iniziale è errato o irrealizzabile?
No. Secondo questa ordinanza, la sua responsabilità è esclusa se il danno lamentato non deriva dalla realizzazione del suo progetto, ma da una scelta tecnica successiva e autonoma del costruttore, che di fatto installa un’opera diversa e difettosa. Questa scelta autonoma interrompe il nesso di causalità.

Chi deve provare il collegamento tra il progetto errato e il danno finale?
L’onere di provare il nesso di causalità spetta sempre a chi chiede il risarcimento del danno (in questo caso, il condominio e i proprietari). Essi devono dimostrare che il vizio è una conseguenza diretta ed immediata dell’errore di progettazione e non di altri fattori indipendenti intervenuti successivamente.

Cosa si intende per ‘causa sopravvenuta’ che interrompe il nesso di causalità?
È un evento nuovo, autonomo e di per sé sufficiente a causare il danno, che si inserisce nella catena degli eventi. Nel caso specifico, la decisione del costruttore di installare un ascensore rumoroso, senza consultare nuovamente il progettista e senza prevedere un’adeguata insonorizzazione, è stata considerata una causa sopravvenuta che ha reso irrilevante l’originario errore progettuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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