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Responsabilità del notaio: i limiti delle visure

La Corte di Cassazione ha escluso la responsabilità del notaio per i danni subiti da un’acquirente a seguito del fallimento, non trascritto nei registri immobiliari, del socio della società venditrice. La Corte ha stabilito che il notaio aveva adempiuto al suo obbligo di diligenza effettuando le visure standard, dalle quali non era emersa alcuna anomalia. La decisione chiarisce che l’obbligo del professionista non si estende a ricerche complesse e in altre giurisdizioni, a meno che non vi sia un mandato specifico da parte del cliente.

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Responsabilità del notaio e fallimento non trascritto: i confini del dovere di diligenza

L’acquisto di un immobile è un passo fondamentale, e la figura del notaio è centrale per garantirne la sicurezza e la legalità. Ma cosa succede se emergono problemi legati al venditore, non rilevabili dalle normali verifiche? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta proprio il tema della responsabilità del notaio, definendo i confini del suo dovere di diligenza quando un fallimento non è stato trascritto nei registri pubblici.

I Fatti del Caso: Una Compravendita con Sorpresa

La vicenda ha inizio nel 2001, quando un’acquirente stipula un contratto preliminare per l’acquisto di un immobile, saldando interamente il prezzo. L’anno successivo, le parti si recano dal notaio per il rogito definitivo. Tutto sembra procedere regolarmente.

Dieci anni dopo, però, l’acquirente riceve una citazione in giudizio: il curatore fallimentare di una società, di cui il venditore era socio, chiede la revoca dell’atto di vendita. Si scopre infatti che la società era stata dichiarata fallita nel 1986, ben prima della compravendita. Di conseguenza, il venditore non aveva la piena capacità di disporre del bene.

L’acquirente, per tutelarsi, si costituisce in giudizio e chiama in causa sia gli eredi del venditore (nel frattempo deceduto) sia il notaio, chiedendo a quest’ultimo di essere tenuta indenne dalle conseguenze economiche della revocatoria. Dopo aver raggiunto un accordo transattivo con la curatela fallimentare, l’azione legale prosegue unicamente contro il notaio per accertarne la responsabilità professionale.

La Decisione della Corte sulla Responsabilità del Notaio

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la domanda dell’acquirente, e la Corte di Cassazione ha confermato tali decisioni, dichiarando il ricorso inammissibile. Il fulcro della questione non era stabilire se il notaio avesse un generico obbligo di verifica, ma se avesse concretamente adempiuto ai suoi doveri.

I giudici hanno accertato che il notaio aveva agito con la diligenza richiesta, commissionando le visure ipocatastali a un professionista specializzato (“visurista”). Da tali controlli, eseguiti sui registri immobiliari, non era emersa alcuna sentenza di fallimento, semplicemente perché il curatore non l’aveva trascritta a carico del socio. Secondo la Corte, la responsabilità del notaio non può estendersi fino a scoprire informazioni non presenti nei pubblici registri che è tenuto a consultare.

Le Motivazioni

La Cassazione ha smontato uno per uno i motivi di ricorso dell’acquirente, chiarendo diversi principi fondamentali.

In primo luogo, la Corte ha sottolineato che la ratio decidendi (la ragione della decisione) dei giudici di merito non era basata sull’interpretazione della legge fallimentare (cioè se il curatore avesse o meno l’obbligo di trascrivere la sentenza), ma su un accertamento di fatto: il notaio aveva effettuato le visure e queste avevano dato esito negativo. Pertanto, anche dimostrando che l’obbligo di trascrizione esisteva, l’esito non sarebbe cambiato, poiché il notaio non poteva trovare ciò che non era stato registrato.

In secondo luogo, è stato ribadito che l’obbligo di diligenza del notaio è stato assolto. I giudici hanno ritenuto che pretendere ricerche su procedure fallimentari in ogni possibile tribunale d’Italia, specialmente per procedure risalenti nel tempo, esulasse dal normale mandato conferito a un notaio per un rogito. Un’indagine così ampia avrebbe richiesto un incarico specifico e apposito da parte del cliente, che in questo caso non era stato provato.

Infine, la Corte ha rigettato le censure sull’onere della prova. Non è vero che il notaio sia stato assolto in assenza di prove; al contrario, i giudici di merito hanno ritenuto provato il suo adempimento proprio sulla base del fatto che l’incarico per le visure era stato conferito e che l’esito era stato negativo. La responsabilità professionale non può fondarsi sulla mancata scoperta di fatti occultati o non resi pubblici secondo le procedure di legge.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante chiarimento sui limiti della responsabilità del notaio. La decisione conferma che la diligenza professionale si misura sulla base degli strumenti e delle informazioni accessibili tramite le procedure standard, come le visure ipocatastali. Il notaio è tenuto a svolgere tutte le verifiche preliminari per garantire la validità dell’atto, ma non può essere ritenuto responsabile per informazioni che non risultano dai pubblici registri a causa di omissioni di terzi (in questo caso, del curatore fallimentare).

Per i clienti, ciò significa che, in casi particolarmente complessi o in presenza di dubbi specifici sulla situazione patrimoniale della controparte, potrebbe essere opportuno conferire al notaio un mandato più ampio per svolgere indagini più approfondite, che vadano oltre le visure standard. La sentenza, in definitiva, riafferma un principio di ragionevolezza: la responsabilità professionale deve essere commisurata agli obblighi derivanti dal mandato ricevuto e agli strumenti di verifica concretamente disponibili.

Il notaio è sempre responsabile se il venditore di un immobile si rivela essere socio di una società fallita?
No. Secondo questa ordinanza, il notaio non è responsabile se la sentenza di fallimento non è stata trascritta nei registri immobiliari e se egli ha adempiuto al suo dovere di diligenza effettuando le visure standard, dalle quali non è emerso alcun impedimento alla vendita.

Fino a che punto si estende l’obbligo del notaio di effettuare verifiche sul venditore?
L’obbligo del notaio si estende alle attività preliminari e complementari necessarie alla redazione dell’atto, come la verifica della capacità di contrarre del venditore tramite le visure ipocatastali. Tuttavia, non si estende a ricerche complesse e su vasta scala (ad esempio, presso tutti i tribunali d’Italia) a meno che non gli sia stato conferito uno specifico e apposito mandato dal cliente.

A chi spetta l’onere della prova in un’azione di responsabilità contro un notaio?
Sebbene al danneggiato spetti dimostrare il danno e il nesso causale, compete al notaio provare di aver adempiuto correttamente ai propri obblighi professionali o che l’inadempimento è dovuto a una causa a lui non imputabile. In questo caso, il notaio ha provato di aver adempiuto commissionando le visure, che hanno avuto esito negativo a causa della mancata trascrizione del fallimento da parte di terzi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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