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Responsabilità da prospetto: la Cassazione decide

Una società di investimento ha citato in giudizio una compagnia assicurativa per i danni subiti a seguito della sottoscrizione di un aumento di capitale basato su un prospetto informativo rivelatosi falso e reticente. La Corte di Cassazione, confermando le decisioni dei giudici di merito, ha ribadito i principi fondamentali in materia di responsabilità da prospetto, specificando che esiste una presunzione di nesso causale tra le informazioni scorrette e il danno. L’onere di provare l’irrilevanza di tali informazioni per la scelta dell’investitore spetta esclusivamente all’emittente.

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Responsabilità da Prospetto: la Cassazione Rafforza la Tutela degli Investitori

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha consolidato i principi a tutela degli investitori in materia di responsabilità da prospetto, chiarendo in modo inequivocabile la ripartizione dell’onere della prova e la presunzione del nesso di causalità. La decisione scaturisce da una vicenda che ha visto contrapposte una società di investimento e una nota compagnia assicurativa, a seguito di un’operazione di aumento di capitale basata su informazioni rivelatesi non veritiere.

I Fatti di Causa

Nel 2011, una società di investimento decideva di aderire a un importante aumento di capitale promosso da una compagnia assicurativa, investendo una somma superiore ai 3 milioni di euro. La decisione era basata sul prospetto informativo pubblicato dalla compagnia, approvato dalle autorità di vigilanza.
Pochi mesi dopo, tuttavia, la stessa compagnia assicurativa comunicava al mercato la necessità di un ulteriore e massiccio aumento di capitale, di importo quasi triplo rispetto al precedente, per coprire perdite e svalutazioni non emerse nel prospetto.

Di fronte a questo scenario, la società di investimento, dopo aver richiesto inutilmente chiarimenti, liquidava la propria partecipazione azionaria subendo una perdita ingente, recuperando solo una piccola frazione dell’investimento iniziale. Successivamente, le autorità di vigilanza (CONSOB e ISVAP) accertavano gravi irregolarità nei bilanci della compagnia, irrogando pesanti sanzioni.
La società investitrice avviava quindi un’azione legale per ottenere il risarcimento del danno. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello riconoscevano la responsabilità della compagnia assicurativa, condannandola a risarcire il danno, seppur con una lieve riduzione dell’importo in secondo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Responsabilità da Prospetto

La compagnia assicurativa ricorreva in Cassazione, contestando la propria responsabilità su più fronti. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso principale, cogliendo l’occasione per ribadire e precisare alcuni capisaldi della materia.

L’Inversione dell’Onere della Prova

Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’art. 94 del Testo Unico della Finanza (TUF). La Corte ha confermato che la norma introduce una presunzione di colpa a carico dell’emittente. Non è l’investitore a dover dimostrare la colpa della società che ha diffuso il prospetto infedele, ma è quest’ultima a dover provare di aver adottato “ogni diligenza” per assicurare la veridicità e completezza delle informazioni. Si tratta di una significativa inversione dell’onere probatorio che agevola la posizione dell’investitore danneggiato.

Il Nesso di Causalità Presunto e la Rilevanza delle Informazioni

Strettamente collegato è il principio del nesso di causalità presunto. La Cassazione afferma che, di fronte a un prospetto contenente informazioni non veritiere e non marginali, si presume che tali falsità abbiano influenzato la scelta di investimento. L’investitore non è tenuto a provare di aver letto il prospetto né che la sua decisione sia dipesa specificamente da quelle informazioni.
La prova liberatoria per l’emittente è duplice e complessa: deve dimostrare o che le inesattezze erano talmente marginali da non poter influenzare un investitore ragionevole, oppure che la decisione di investimento è dipesa in modo autonomo da altri fattori. In questo caso, un accertamento della CONSOB aveva già stabilito che le informazioni omesse erano idonee a “determinare una distorsione del processo decisionale degli investitori”, rendendo la difesa dell’emittente ancora più ardua.

L’Affidamento Qualificato dell’Investitore

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte è l’affidamento che l’investitore può riporre nel prospetto. La compagnia assicurativa sosteneva che l’investitore avrebbe dovuto tenere conto anche di altri segnali negativi provenienti dal mercato (come i report delle agenzie di rating). La Cassazione ha respinto questa tesi, sottolineando il carattere “qualificato” del prospetto. Essendo un documento ufficiale, soggetto a controlli e approvazioni, esso genera un ragionevole e incolpevole affidamento sulla sua veridicità. L’investitore non ha l’onere di svolgere indagini supplementari per verificare le informazioni contenute in un documento che la legge stessa designa come fonte primaria e attendibile.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla necessità di garantire l’integrità e la trasparenza dei mercati finanziari. Il prospetto informativo è uno strumento cruciale per colmare l’asimmetria informativa tra emittenti e investitori. Ammettere che l’investitore debba dubitare delle informazioni ufficiali e cercare conferme altrove vanificherebbe la funzione stessa del prospetto. La presunzione di causalità e l’inversione dell’onere della prova non sono meri tecnicismi, ma strumenti giuridici volti a rendere effettiva la tutela del risparmio. La Corte, basandosi sulla teoria del “fraud on the market”, riconosce che informazioni false o reticenti alterano il valore stesso dei titoli, causando un danno a chi li acquista a un prezzo “gonfiato”, indipendentemente dalla prova di una lettura puntuale del documento.

Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione rappresenta un punto fermo in tema di responsabilità da prospetto. Le conclusioni che se ne possono trarre sono chiare:
1. Per gli emittenti: La diligenza nella redazione del prospetto deve essere massima. Qualsiasi omissione o falsità, se non palesemente marginale, espone a un rischio risarcitorio molto elevato, con un onere della prova quasi proibitivo per liberarsi dalla responsabilità.
2. Per gli investitori: La tutela offerta dall’ordinamento è forte. L’affidamento riposto nel prospetto è legittimo e protetto. In caso di danno derivante da informazioni non veritiere, la via per ottenere il risarcimento è agevolata da presunzioni legali che ne semplificano il percorso processuale.

Chi deve provare che il prospetto informativo era falso e ha causato un danno?
L’investitore deve provare il danno subito e la falsità o reticenza del prospetto. Tuttavia, una volta provato ciò, scatta una presunzione legale: si presume che sia stata proprio quella falsità a causare la decisione di investimento. A questo punto, l’onere della prova si inverte e spetta all’emittente dimostrare che le informazioni errate erano irrilevanti o che l’investitore avrebbe compiuto la stessa scelta comunque.

L’investitore deve dimostrare di aver effettivamente letto il prospetto per chiedere il risarcimento?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la norma non richiede la prova dell’effettiva lettura del prospetto da parte dell’investitore. La responsabilità si fonda sul fatto che la diffusione di informazioni false altera l’affidabilità del mercato e il corretto processo di formazione dei prezzi, danneggiando chiunque effettui un investimento basandosi su tali presupposti alterati.

L’emittente può difendersi sostenendo che l’investitore avrebbe potuto informarsi da altre fonti, come i report delle agenzie di rating?
No. La Corte ha stabilito che il prospetto informativo è una fonte di informazione “qualificata” che genera un ragionevole e incolpevole affidamento. L’investitore non ha l’onere di verificare la veridicità delle informazioni ufficiali contenute nel prospetto confrontandole con altre fonti informative disponibili sul mercato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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