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Responsabilità costruttore: la presunzione di colpa

La Corte di Cassazione ha chiarito che in caso di gravi difetti di costruzione, vige una presunzione di responsabilità del costruttore. In un caso di infiltrazioni d’acqua, la Corte d’Appello aveva erroneamente addossato l’onere della prova agli acquirenti. La Cassazione ha cassato la sentenza, affermando che spetta al costruttore dimostrare con fatti precisi di non essere responsabile, ripristinando così una tutela fondamentale per gli acquirenti di immobili.

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Responsabilità del Costruttore per Gravi Difetti: La Cassazione Chiarisce la Presunzione di Colpa

La scoperta di gravi difetti in un immobile di nuova costruzione è una delle peggiori esperienze per un acquirente. In questi casi, la legge interviene a tutela del proprietario, ma l’applicazione delle norme può generare contenziosi complessi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cardine in materia di responsabilità costruttore: la presunzione di colpa. Vediamo cosa significa e perché questa decisione è così importante.

I Fatti di Causa

La vicenda riguarda due proprietari che, dopo aver acquistato un immobile da una società costruttrice, avevano riscontrato gravi problemi di infiltrazioni d’acqua nel piano interrato. A seguito di un accertamento tecnico, era emerso che i danni erano dovuti principalmente a difetti costruttivi, come l’assenza di un vespaio areato e di un sistema di drenaggio adeguato.

In primo grado, il Tribunale aveva riconosciuto la responsabilità della società costruttrice, condannandola a un cospicuo risarcimento. Aveva tuttavia attribuito una piccola parte di colpa (15%) agli stessi proprietari, per aver trasformato il locale da garage a tavernetta, contribuendo così al danno.

L’Iter Giudiziario e l’Errore della Corte d’Appello

La società costruttrice ha impugnato la sentenza. La Corte d’Appello, ribaltando la decisione iniziale, ha respinto la domanda dei proprietari. La motivazione del giudice di secondo grado si fondava su un punto cruciale: a suo avviso, i proprietari non avevano fornito la prova del “nesso eziologico”, ovvero del legame di causa-effetto tra i difetti lamentati e l’operato del costruttore.

Incredibilmente, per giungere a questa conclusione, la Corte d’Appello aveva applicato principi giuridici presi in prestito da un settore completamente diverso, quello della responsabilità medica, invertendo di fatto l’onere della prova e addossandolo interamente agli acquirenti danneggiati.

La Decisione della Cassazione sulla Responsabilità del Costruttore

I proprietari hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando sia un errore procedurale (la Corte d’Appello aveva deciso su una questione non sollevata dalla controparte) sia una violazione diretta dell’art. 1669 del Codice Civile, la norma che disciplina proprio la responsabilità costruttore per rovina e gravi difetti di immobili.

La Suprema Corte ha accolto i motivi di ricorso, cassando con rinvio la sentenza d’appello e ripristinando il corretto ordine giuridico. I giudici hanno ribadito un principio fondamentale, consolidato nella giurisprudenza.

Le Motivazioni

La Corte ha stabilito che l’art. 1669 c.c. pone una presunzione semplice di responsabilità a carico del costruttore. Ciò significa che, una volta accertata l’esistenza di un grave difetto manifestatosi entro dieci anni dal completamento dell’opera, la colpa del costruttore si presume. Non spetta quindi all’acquirente dimostrare la causalità tra l’operato del costruttore e il danno.

Al contrario, è il costruttore a dover superare questa presunzione. E per farlo, non è sufficiente provare di aver usato tutta la diligenza possibile durante la costruzione. Deve fornire la dimostrazione specifica, basata su “fatti positivi precisi e concordanti”, che la responsabilità del difetto non è a lui imputabile, ma è dovuta ad altre cause. L’errore della Corte d’Appello è stato proprio quello di ignorare questa presunzione e di applicare regole probatorie di altri ambiti, gravando ingiustamente i danneggiati.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza in modo significativo la tutela degli acquirenti di immobili. Il principio della presunzione di responsabilità solleva il proprietario da un onere probatorio spesso difficile e costoso. Per chi acquista una casa, la consapevolezza che in caso di gravi difetti la legge presume la colpa del costruttore rappresenta una garanzia fondamentale. Il costruttore, per liberarsi da tale responsabilità, dovrà dimostrare attivamente e con prove concrete che la causa del danno è estranea al suo operato.

Chi deve provare la colpa in caso di gravi difetti in un immobile nuovo?
Secondo la Corte di Cassazione, non è l’acquirente a dover provare la colpa del costruttore. Esiste una presunzione di responsabilità a carico del costruttore; spetta a quest’ultimo dimostrare, con fatti precisi, di non essere responsabile del difetto.

Cosa si intende per presunzione di responsabilità del costruttore secondo l’art. 1669 c.c.?
Significa che la legge presume che il costruttore sia responsabile per qualsiasi grave difetto che si manifesti nell’immobile entro dieci anni dal suo completamento. L’acquirente deve solo dimostrare l’esistenza del difetto e che questo si è manifestato entro il termine decennale.

Può il costruttore evitare la responsabilità dimostrando di aver agito con diligenza?
No. La sentenza chiarisce che la semplice prova di aver agito con la massima diligenza possibile non è sufficiente per superare la presunzione di responsabilità. Il costruttore deve fornire una dimostrazione specifica e positiva che la causa del difetto è attribuibile a fattori esterni al suo controllo e al suo operato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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