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Responsabilità commercialista: condanna per errata IVA

Un imprenditore ha citato in giudizio il proprio consulente fiscale per un’errata gestione dell’IVA su un’operazione immobiliare, che ha portato a un oneroso avviso di accertamento. Il Tribunale ha accertato la responsabilità del commercialista, condannandolo al risarcimento del danno. La sentenza evidenzia come il professionista, pienamente coinvolto nell’operazione, avesse l’onere di agire con diligenza, anche procurandosi autonomamente la documentazione necessaria, e come la sua negligenza nella gestione del regime “reverse charge” sia stata la causa diretta del pregiudizio economico subito dal cliente.

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Responsabilità Commercialista: Quando un Errore sulla Gestione IVA Porta alla Condanna

La consulenza di un professionista qualificato è fondamentale per qualsiasi imprenditore, specialmente in materia fiscale. Tuttavia, cosa succede quando un consiglio si rivela errato e causa un danno economico significativo? Una recente sentenza del Tribunale di Venezia fa luce sulla responsabilità del commercialista in un caso complesso di acquisto immobiliare e gestione dell’IVA, stabilendo un importante principio sulla diligenza professionale. L’analisi di questa decisione offre spunti cruciali sia per i clienti che per i consulenti stessi.

I Fatti del Caso: Un Acquisto Immobiliare Finito Male

Un imprenditore, titolare di una ditta di idraulica, decide di acquistare un magazzino a Venezia da una società in liquidazione. Su consiglio del suo commercialista di fiducia, costituisce una società immobiliare unipersonale per intestare l’immobile, che sarebbe poi stato locato alla sua azienda operativa.

L’operazione, avvenuta nel 2016, viene conclusa con una fattura di acquisto soggetta al regime del “reverse charge”, un meccanismo IVA speciale. Anni dopo, l’Agenzia delle Entrate notifica alla nuova società un avviso di accertamento, contestando una maggiore imposta IVA per oltre 33.000 euro, oltre a sanzioni e interessi. Secondo l’imprenditore, il danno è diretta conseguenza della negligenza del suo consulente, che non avrebbe correttamente gestito gli adempimenti contabili e fiscali legati all’operazione. Di qui la causa per ottenere il risarcimento.

La Difesa del Professionista e la Chiamata in Causa dell’Assicurazione

Il commercialista convenuto si è difeso sostenendo di non aver mai ricevuto dal cliente la fattura di acquisto, nonostante numerose richieste verbali. A suo dire, questa omissione gli avrebbe impedito di effettuare le corrette registrazioni contabili necessarie per la gestione del reverse charge. Ha inoltre contestato di aver suggerito la creazione della società immobiliare, attribuendo la scelta all’imprenditore. Per tutelarsi, il professionista ha chiamato in causa la propria compagnia di assicurazione per la responsabilità professionale, chiedendo di essere tenuto indenne da un’eventuale condanna.

L’Analisi del Tribunale e la Responsabilità del Commercialista

Il Tribunale ha accolto la domanda dell’imprenditore, ritenendo pienamente fondata la responsabilità del commercialista. L’analisi delle prove, in particolare la corrispondenza via email tra il commercialista, il liquidatore della società venditrice e il notaio, ha demolito la linea difensiva del convenuto.

È emerso chiaramente che il commercialista non era un attore marginale, ma il vero e proprio “regista” dell’operazione dal punto di vista burocratico e fiscale. Era a perfetta conoscenza di ogni dettaglio: l’importo, le modalità di pagamento e, soprattutto, il regime IVA da applicare. La scusante della mancata consegna della fattura è stata giudicata irrilevante. Il giudice ha infatti stabilito che il professionista, data la sua piena implicazione e i rapporti diretti con il venditore, aveva tutti gli strumenti per procurarsi autonomamente il documento, senza dover attendere passivamente il cliente.

Le Motivazioni della Decisione

La sentenza si fonda su alcuni punti cardine. In primo luogo, è stato accertato un rapporto professionale pluriennale e un incarico specifico di consulenza per l’operazione immobiliare. Le prove documentali hanno dimostrato il pieno coinvolgimento del commercialista, che aveva persino indicato al venditore come emettere la fattura. L’errore tecnico è stato duplice: da un lato, l’omessa contabilizzazione della fattura di acquisto con la doppia registrazione richiesta dal reverse charge; dall’altro, l’emissione delle fatture di locazione in regime di esenzione IVA, senza esercitare l’opzione per l’imponibilità. Questa seconda omissione ha reso l’IVA sull’acquisto totalmente indetraibile, trasformando un’imposta fiscalmente neutra in un costo vivo per la società. Il Tribunale ha quindi ravvisato un nesso causale diretto tra l’inadempimento del professionista e il danno patrimoniale subito dal cliente, quantificato nell’importo richiesto dall’Agenzia delle Entrate.

Le Conclusioni

Questa decisione riafferma un principio fondamentale: la diligenza richiesta a un professionista (ex art. 1176, co. 2, c.c.) non è una mera formalità. Essa implica un ruolo attivo e propositivo nella gestione degli incarichi. Un consulente non può trincerarsi dietro la presunta inerzia del cliente, specialmente quando è pienamente coinvolto in un’operazione e ha i mezzi per acquisire le informazioni necessarie. Per gli imprenditori, la lezione è altrettanto chiara: è essenziale conservare traccia di tutte le comunicazioni e della consegna di documenti importanti. La sentenza condanna il commercialista a risarcire il cliente per quasi 35.000 euro, con l’obbligo per la compagnia di assicurazione di manlevarlo, al netto della franchigia.

Un commercialista può essere ritenuto responsabile se il cliente non gli fornisce un documento come una fattura?
Sì. Secondo questa sentenza, se il professionista è stato il “regista” dell’operazione e aveva rapporti diretti con le altre parti (come il venditore), aveva l’onere di procurarsi autonomamente la documentazione necessaria per adempiere al suo mandato con diligenza. La sua passività è stata considerata parte della negligenza.

Qual è stato l’errore tecnico che ha causato il danno fiscale in questo caso?
L’errore principale è stata la scorretta gestione del regime IVA del “reverse charge”. Il commercialista ha omesso di effettuare la doppia registrazione contabile della fattura di acquisto e, inoltre, ha emesso le successive fatture di locazione in regime di esenzione, senza optare per l’imponibilità IVA. Ciò ha reso l’IVA pagata sull’acquisto dell’immobile totalmente indetraibile, causando un danno diretto alla società.

La compagnia di assicurazione del professionista paga sempre in caso di condanna per responsabilità?
Nel caso specifico, il Tribunale ha condannato la compagnia assicuratrice a tenere indenne il commercialista, pagando direttamente all’attore danneggiato l’importo del risarcimento e le spese legali, al netto della franchigia prevista in polizza. Questo è l’esito tipico quando la copertura assicurativa per la responsabilità professionale è valida ed efficace.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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