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Responsabilità banca IBAN errato: cosa dice la Cassazione

Una società, vittima di una truffa, ha citato in giudizio un istituto di credito per aver eseguito un bonifico verso un conto con IBAN corretto ma intestatario errato. La Corte di Cassazione ha confermato che, in base alla normativa europea e nazionale (PSD2), la responsabilità della banca è esclusa. L’operazione di pagamento si considera correttamente eseguita se conforme all’identificativo unico (IBAN) fornito dall’ordinante, a prescindere da altre informazioni come il nome del beneficiario. La ratio è garantire la rapidità e l’automazione dei pagamenti nel mercato unico europeo.

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Responsabilità della Banca per Bonifico con IBAN corretto ma Intestatario Errato: L’Analisi della Cassazione

Nell’era dei pagamenti digitali, la rapidità è fondamentale. Ma cosa succede quando, a causa di una truffa, si invia un bonifico a un IBAN corretto che però appartiene a un truffatore e non al beneficiario desiderato? Molti si chiedono quale sia la responsabilità della banca per un IBAN errato o, più precisamente, per una discordanza tra IBAN e intestatario. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza, delineando i confini delle tutele per utenti e imprese.

I Fatti di Causa

Una società ha effettuato un bonifico di 30.000 euro per saldare la fattura di un fornitore. Purtroppo, era caduta vittima di una frode: una mail apparentemente legittima indicava un nuovo IBAN per il pagamento. L’IBAN apparteneva al truffatore, non al vero fornitore. Accortasi dell’errore, la società ha citato in giudizio l’istituto di credito ricevente, sostenendo che avrebbe dovuto rilevare la palese incongruenza tra il nome del beneficiario indicato nell’ordine di pagamento e l’effettivo intestatario del conto corrente associato all’IBAN.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno respinto la richiesta della società, ritenendo che la banca avesse agito correttamente. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e la Responsabilità Banca per IBAN Errato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha rigettato il ricorso della società, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il principio di diritto è netto: nell’esecuzione di un bonifico, l’intermediario finanziario (sia quello dell’ordinante che quello del beneficiario) non è tenuto a verificare la corrispondenza tra il codice IBAN e il nome del beneficiario. L’operazione si considera correttamente eseguita se è conforme all’identificativo unico (l’IBAN) fornito dal cliente.

Questa regola deriva direttamente dalla normativa europea sui servizi di pagamento (PSD1 e la successiva PSD2), recepita in Italia con il D.Lgs. n. 11/2010. L’obiettivo di tale normativa è creare un mercato unico dei pagamenti (la cosiddetta area SEPA) efficiente, rapido e concorrenziale. L’automazione completa delle procedure è la chiave per raggiungere questo scopo.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la propria decisione su diverse argomentazioni:

1. Centralità dell’Identificativo Unico: La legge stabilisce che l’IBAN è l’unico elemento necessario per individuare il conto del destinatario. L’esecuzione del pagamento basata esclusivamente su questo dato è considerata corretta. L’eventuale aggiunta di informazioni supplementari, come il nome del beneficiario, non fa sorgere in capo alla banca un obbligo di controllo manuale.

2. Finalità di Efficienza e Rapidità: Introdurre un obbligo di controllo manuale per ogni operazione in cui vi sia una discordanza, anche minima, tra IBAN e intestatario comporterebbe un inevitabile rallentamento dei sistemi di pagamento. Questo andrebbe contro la ratio della normativa europea, che mira a ridurre drasticamente i tempi di esecuzione e i costi delle transazioni.

3. Esclusione di Responsabilità per Tutti gli Intermediari: La Corte, richiamando anche una pronuncia della Corte di Giustizia Europea, ha chiarito che l’esenzione da responsabilità vale per tutti i prestatori di servizi di pagamento coinvolti, sia quello di chi invia il denaro sia quello di chi lo riceve. La responsabilità di fornire dati corretti, e in particolare l’IBAN, ricade interamente sull’utente che dispone il pagamento.

4. Dovere di Cooperazione ex post: L’unico obbligo che la normativa impone alla banca, in caso di pagamento errato, è quello di “compiere sforzi ragionevoli” per aiutare il cliente a recuperare i fondi. Si tratta di un’obbligazione di mezzi e non di risultato, che si attiva solo dopo che l’operazione è stata completata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione consolida un orientamento ormai chiaro e ha importanti implicazioni pratiche per tutti gli utenti dei servizi di pagamento:

* La responsabilità è dell’utente: Chi effettua un bonifico deve prestare la massima attenzione alla correttezza del codice IBAN. Questo dato è l’unico che conta ai fini della corretta esecuzione dell’ordine.
* La banca non è un controllore: Non ci si può aspettare che l’istituto di credito agisca come un “guardiano” per proteggere i clienti da questo tipo di frodi. Il suo ruolo è quello di esecutore tecnico di un ordine basato su un codice automatizzato.
* Le tutele sono limitate: In caso di errore o truffa, la possibilità di recuperare il denaro dipende dalla cooperazione della banca e dalla possibilità di rintracciare i fondi, ma non esiste un diritto al risarcimento da parte dell’intermediario che ha semplicemente eseguito l’ordine basato sull’IBAN fornito.

La banca è responsabile se esegue un bonifico basato su un IBAN corretto ma un nome del beneficiario errato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa europea (PSD2) e quella nazionale stabiliscono che l’operazione si considera correttamente eseguita se è conforme all’identificativo unico (IBAN) fornito dall’utente. La banca non è tenuta a verificare la corrispondenza con il nome del beneficiario.

Perché la normativa non obbliga la banca a controllare la corrispondenza tra IBAN e nome del beneficiario?
Per garantire la rapidità, l’efficienza e l’automazione del sistema dei pagamenti europeo (SEPA). Introdurre un controllo manuale per ogni discordanza rallenterebbe l’intero processo, andando contro gli obiettivi di un mercato dei pagamenti integrato e veloce.

Cosa può fare chi ha inviato un bonifico a un IBAN errato a causa di una truffa?
La responsabilità per l’errore ricade sull’utente che ha fornito l’IBAN. La legge prevede che l’utente possa chiedere alla propria banca di compiere “sforzi ragionevoli” per recuperare i fondi, ma non garantisce il successo del recupero né un risarcimento da parte della banca.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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