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Responsabilità banca assegno: colpa anche del mittente

Una compagnia assicuratrice ha citato in giudizio una banca per aver pagato un assegno non trasferibile a un impostore. La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità condivisa, attribuendo il 50% della colpa alla compagnia per l’imprudenza di aver spedito il titolo tramite posta ordinaria. La sentenza chiarisce che, sebbene la responsabilità banca assegno per pagamento errato sia consolidata, la negligenza del mittente contribuisce al danno, riducendo così il risarcimento.

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Responsabilità Banca Assegno: La Colpa è Anche di Chi Spedisce per Posta Ordinaria

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, torna a pronunciarsi sul tema della responsabilità banca assegno non trasferibile pagato a persona non legittimata. La decisione introduce un elemento cruciale: la condotta del mittente. Se l’assegno viene spedito con un metodo non sicuro come la posta ordinaria, il mittente si assume una parte della responsabilità in caso di furto e incasso fraudolento, con una conseguente riduzione del risarcimento. Analizziamo questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa: Un Assegno Spedito per Posta Ordinaria

Una compagnia di assicurazioni aveva spedito un assegno bancario non trasferibile tramite posta ordinaria. Il titolo, tuttavia, non è mai giunto al legittimo beneficiario. Un soggetto terzo, entrato in possesso dell’assegno, si è presentato presso uno sportello bancario con documenti di identità falsi (patente e tesserino di codice fiscale) ed è riuscito a incassarlo.

La compagnia assicuratrice, ritenendo la banca negoziatrice unica responsabile del danno, l’ha citata in giudizio. Iniziava così un lungo iter processuale che, dopo un primo passaggio in Cassazione, vedeva la Corte d’Appello, in sede di rinvio, riconoscere un concorso di colpa al 50% tra la banca e la compagnia assicuratrice, proprio a causa della scelta imprudente di utilizzare la posta ordinaria per la spedizione del titolo.

L’Iter Giudiziario e i Motivi del Ricorso

Insoddisfatta della decisione della Corte d’Appello, la compagnia assicuratrice ha proposto un nuovo ricorso per Cassazione, basandolo su tre motivi principali:

1. Violazione del principio di diritto: La ricorrente sosteneva che il giudice del rinvio avesse disatteso il principio di diritto stabilito dalla prima sentenza di Cassazione, che configurava una responsabilità oggettiva della banca, applicando invece principi basati sulla colpa professionale.
2. Mancanza di prova: Si contestava che la Corte d’Appello avesse fondato la decisione sul fatto della spedizione per posta ordinaria senza che tale circostanza fosse stata provata in giudizio.
3. Errata compensazione delle spese: Di conseguenza, si lamentava l’iniqua compensazione delle spese processuali.

La Decisione della Corte sulla responsabilità banca assegno

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la ripartizione della responsabilità al 50%. Sebbene abbia riconosciuto un’imprecisione nella motivazione giuridica della Corte d’Appello, ha ritenuto il risultato finale corretto e ha proceduto a emendare la motivazione stessa.

Il punto centrale della decisione riguarda il secondo motivo. La Cassazione ha chiarito che l’accertamento sulla modalità di spedizione dell’assegno costituisce una valutazione di fatto, insindacabile in sede di legittimità. Il giudice del rinvio ha il potere di procedere a una nuova e completa valutazione di tutti i fatti di causa, anche quelli non esaminati in precedenza, per adempiere alle direttive della sentenza di annullamento. La scelta di spedire un assegno per posta ordinaria è stata quindi legittimamente considerata una condotta negligente che ha concorso a causare il danno.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che, sebbene il giudice del rinvio avesse errato nel richiamare una giurisprudenza successiva invece di attenersi strettamente al principio di diritto sulla responsabilità oggettiva, l’esito non cambiava. Quel principio, infatti, non impediva di valutare l’esistenza di un concorso di colpa da parte del mittente. La responsabilità della banca per il pagamento a un soggetto non legittimato rimane ferma, ma può essere mitigata dalla condotta imprudente di chi ha creato il presupposto del rischio.

La motivazione della Corte d’Appello, pur essendo sintetica, è stata giudicata non meramente apparente, poiché esprimeva chiaramente la ratio decidendi: la spedizione per posta ordinaria, con la conseguente esposizione a un rischio superiore alla norma, costituisce una violazione delle regole di ordinaria prudenza. Tale comportamento colposo si pone come concausa del danno subito, giustificando la riduzione del risarcimento dovuto dalla banca.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza pratica: la responsabilità banca assegno non esclude quella del mittente. Chi spedisce un titolo di credito, specialmente se non trasferibile, deve adottare tutte le cautele necessarie per garantirne la sicura consegna. L’utilizzo della posta ordinaria, per la sua intrinseca mancanza di tracciabilità e sicurezza, viene qualificato come una condotta negligente che, in caso di furto e frode, espone il mittente a un concorso di colpa. La lezione è chiara: per la spedizione di documenti di valore, è sempre preferibile utilizzare metodi sicuri e tracciabili, come la posta raccomandata, per non vedersi addebitare una parte della responsabilità in caso di problemi.

Una banca è sempre responsabile se paga un assegno non trasferibile a una persona non legittimata?
Sì, la responsabilità della banca negoziatrice che paga un assegno non trasferibile a una persona diversa dal beneficiario è un principio consolidato. Tuttavia, questa responsabilità può essere diminuita se si accerta un concorso di colpa del mittente.

Chi invia un assegno per posta ordinaria rischia qualcosa se il titolo viene rubato e incassato da un truffatore?
Sì. Secondo la sentenza, spedire un assegno per posta ordinaria costituisce una condotta imprudente. Questo comportamento espone il mittente al rischio di vedersi attribuire una parte di colpa (concorso di colpa), con la conseguenza di ottenere un risarcimento ridotto dalla banca.

Il giudice del rinvio può esaminare fatti non considerati nelle precedenti fasi del processo?
Sì, il giudice del rinvio ha il potere di procedere a una nuova valutazione di tutti i fatti, anche di quelli non precedentemente acquisiti o valutati, se ciò si rende necessario per conformarsi alle direttive espresse dalla sentenza di annullamento della Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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