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Responsabilità appaltatore: quando è un nudus minister?

Una società committente lamentava il malfunzionamento di un impianto realizzato da un’altra impresa, difetto riconducibile a un componente progettato dalla committente stessa. La Corte di Cassazione ha chiarito che la responsabilità dell’appaltatore non è automaticamente esclusa in questi casi. L’appaltatore, infatti, ha il dovere professionale di verificare il progetto e segnalare eventuali errori evidenti. Può essere considerato un mero esecutore (‘nudus minister’), e quindi esente da colpa, solo se dimostra di aver avvisato il committente delle criticità e di aver proceduto solo a seguito della sua insistenza. La sentenza è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 17 agosto 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Responsabilità Appaltatore: Eseguire un Progetto Difettoso Non Sempre Salva

Quando un’opera presenta dei difetti, di chi è la colpa? La questione diventa complessa se l’appaltatore ha seguito fedelmente un progetto fornito dal committente. In questi casi, la responsabilità dell’appaltatore è esclusa? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 29864/2019) fa luce su questo punto, chiarendo i limiti della figura del cosiddetto nudus minister, ovvero del mero esecutore.

I Fatti di Causa

Una società specializzata in costruzioni meccaniche si era rivolta al tribunale per opporsi a un decreto ingiuntivo ottenuto da un’impresa appaltatrice. L’oggetto del contendere era il pagamento per la realizzazione di un impianto destinato all’applicazione di nastro di alluminio su tubature. La società committente sosteneva che l’impianto fosse del tutto inadatto allo scopo, in quanto produceva pieghe e rigonfiamenti sul rivestimento, e chiedeva la risoluzione del contratto per grave inadempimento.

L’impresa appaltatrice si era difesa sostenendo che il problema derivava dal malfunzionamento di uno specifico componente, un particolare stampo denominato “tensor”, che era stato realizzato seguendo scrupolosamente le specifiche tecniche e progettuali fornite dalla stessa committente. Sia in primo grado che in appello, i giudici avevano dato ragione all’appaltatore, ritenendo che la causa dei difetti fosse da ricercare negli errori di progettazione imputabili alla committente.

La Decisione della Cassazione e la Responsabilità dell’Appaltatore

La società committente ha impugnato la decisione davanti alla Corte di Cassazione, la quale ha ribaltato la prospettiva. La Corte ha accolto il motivo di ricorso centrale, focalizzato sulla violazione delle norme che regolano la responsabilità dell’appaltatore.

Il punto cruciale della decisione è la corretta interpretazione del ruolo dell’appaltatore. Anche quando opera sulla base di un progetto fornito dal cliente, l’appaltatore non è un automa, ma un professionista con competenze tecniche specifiche. Per questo, non può limitarsi a una esecuzione passiva.

Il Concetto di ‘Nudus Minister’

La Corte d’Appello aveva erroneamente qualificato l’appaltatore come nudus minister, cioè un “mero esecutore”, escludendone ogni responsabilità. La Cassazione ha chiarito che questa qualifica rappresenta un’eccezione e non la regola. L’appaltatore viene ridotto a nudus minister solo quando è direttamente e totalmente condizionato dalle istruzioni ricevute, senza alcuna possibilità di iniziativa o vaglio critico.

Per essere esonerato da responsabilità, l’appaltatore deve dimostrare due cose:
1. Di aver manifestato il proprio dissenso rispetto alle istruzioni o al progetto palesemente errati.
2. Di essere stato indotto a procedere ugualmente a causa delle insistenze del committente, che di fatto si assume il rischio dell’operazione.

L’Obbligo di Diligenza e Controllo del Progetto

La Suprema Corte ha ribadito che sull’appaltatore grava un preciso dovere professionale. Egli è obbligato a controllare, nei limiti delle sue cognizioni, la bontà del progetto e delle istruzioni ricevute. Se rileva errori o criticità che potrebbero compromettere la buona riuscita dell’opera, ha l’obbligo di segnalarli tempestivamente al committente. La sua responsabilità, pur essendo legata a un’obbligazione di risultato, è commisurata alla diligenza e alla perizia richieste dalla natura dell’incarico (art. 1176 c.c.).

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha ritenuto che la sentenza d’appello fosse viziata perché aveva desunto la qualifica di nudus minister dalla semplice circostanza che il committente avesse fornito un progetto e si fosse riservato il diritto di approvare quello finale. Secondo gli Ermellini, questo potere di ingerenza del committente non è di per sé sufficiente a privare l’appaltatore della sua autonomia e a sollevarlo dal suo obbligo di diligenza. La corte territoriale avrebbe dovuto accertare se, in concreto, l’appaltatrice avesse segnalato le inadeguatezze del progetto e se il committente avesse insistito per la sua esecuzione.

In altre parole, il solo fatto di seguire le direttive del committente non basta a escludere la colpa dell’appaltatore. Egli rimane responsabile per i vizi dell’opera se non dimostra di aver agito come un professionista diligente, avvisando la controparte dei rischi connessi a un progetto difettoso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza offre un’importante lezione per operatori del settore. Per gli appaltatori, il messaggio è chiaro: non eseguire mai ciecamente un progetto, anche se fornito dal cliente. È fondamentale effettuare una verifica tecnica preliminare e, in caso di dubbi o errori evidenti, comunicarli formalmente per iscritto al committente. Questo non solo adempie a un obbligo di legge, ma costituisce anche una tutela fondamentale in caso di future contestazioni.

Per i committenti, la decisione ricorda che, sebbene la fornitura di un progetto dettagliato dia loro un forte controllo sull’opera, non li esonera dal dovere di ascoltare le osservazioni tecniche dell’appaltatore. Insistere nell’esecuzione di un progetto difettoso, contro il parere dell’esperto, significa assumersi consapevolmente il rischio del fallimento dell’opera.

Un appaltatore che esegue un progetto fornito dal committente è sempre esente da responsabilità per i vizi dell’opera?
No, non è sempre esente. L’appaltatore ha l’obbligo professionale di controllare la bontà del progetto e di segnalare al committente eventuali errori palesi che possano compromettere la realizzazione dell’opera a regola d’arte.

Cosa si intende per ‘nudus minister’ in un contratto di appalto?
Si intende un appaltatore che agisce come un mero esecutore materiale, privo di qualsiasi autonomia tecnica e decisionale perché totalmente assoggettato alle direttive del committente. Solo in questa condizione eccezionale può essere esonerato da responsabilità per i difetti dell’opera.

In quali condizioni un appaltatore può essere considerato ‘nudus minister’?
Un appaltatore può essere considerato tale solo se dimostra di aver identificato e comunicato al committente i difetti del progetto o delle istruzioni ricevute, e di essere stato costretto a procedere ugualmente a causa delle insistenze del committente, che si assume così ogni rischio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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