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Responsabilità amministratori srl: la guida completa

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per ‘responsabilità amministratori srl’ nei confronti di un intero consiglio di amministrazione per ‘mala gestio’. La sentenza chiarisce che, in caso di contabilità inaffidabile, il danno può essere liquidato con il criterio della differenza dei netti patrimoniali. Viene inoltre ribadita la responsabilità anche degli amministratori non esecutivi per omessa vigilanza e l’inapplicabilità della ‘business judgment rule’ a condotte illecite come l’omesso versamento di imposte.

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Responsabilità amministratori srl: Analisi di una condanna per mala gestio

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato un caso complesso di responsabilità amministratori srl, confermando la condanna di un intero consiglio di amministrazione per i danni causati alla società, poi fallita. Questa decisione offre importanti chiarimenti su come viene accertata la colpa e, soprattutto, su come viene quantificato il danno quando la gestione contabile è stata carente.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata dal curatore fallimentare di una S.r.l. del settore agroalimentare nei confronti degli ex amministratori. Il Tribunale di primo grado aveva condannato in solido due amministratori esecutivi a risarcire un danno di oltre 1,2 milioni di euro.

La Corte d’Appello aveva parzialmente modificato la decisione, distinguendo le responsabilità:
1. Un amministratore esecutivo veniva condannato per un importo specifico (circa 150.000 euro) a causa di violazioni tributarie, in particolare l’omesso versamento dell’IVA.
2. Tutti gli amministratori, sia esecutivi che non esecutivi, venivano condannati in solido a risarcire un danno di oltre 1,1 milioni di euro per mala gestio. La Corte aveva ripartito internamente le quote di responsabilità: 40% per ciascuno dei due amministratori con deleghe e 5% per ciascuno degli altri membri del CdA, privi di deleghe operative.

Le condotte contestate includevano la prosecuzione dell’attività d’impresa nonostante la perdita totale del capitale sociale, l’omessa convocazione dell’assemblea per adottare i necessari provvedimenti e la redazione di un bilancio non veritiero.

La Decisione della Cassazione e la responsabilità amministratori srl

Gli amministratori hanno proposto ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni. Tuttavia, la Suprema Corte ha rigettato tutti i ricorsi, confermando in toto la decisione d’appello. La sentenza è fondamentale perché consolida principi chiave in materia di responsabilità amministratori srl.

Il Criterio di Liquidazione del Danno: la Differenza dei Netti Patrimoniali

Uno dei punti centrali del ricorso riguardava il metodo usato per calcolare il danno. Gli amministratori sostenevano che il danno dovesse essere legato a specifiche operazioni dannose. La Corte, invece, ha confermato la legittimità del cosiddetto “criterio della differenza dei netti patrimoniali”.

Questo approccio, previsto anche dall’art. 2486 c.c. (come modificato dal Codice della Crisi d’Impresa), consente di quantificare il danno in via equitativa, confrontando il patrimonio netto della società al momento in cui si è verificata la causa di scioglimento (perdita del capitale) con quello al momento dell’apertura della procedura concorsuale. I giudici hanno specificato che tale criterio è applicabile quando, per colpa degli stessi amministratori (es. contabilità incompleta o inattendibile), è impossibile ricostruire analiticamente le singole operazioni dannose.

Limiti della Business Judgement Rule e Doveri dei Non Esecutivi

Un altro aspetto rilevante è il rigetto del tentativo di appellarsi alla Business Judgement Rule per giustificare l’omesso versamento dell’IVA. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: questa regola protegge le scelte gestionali discrezionali, anche se sfortunate, ma non copre mai atti illeciti o la violazione di specifici doveri imposti dalla legge. Il mancato pagamento delle imposte è un illecito, non una scelta imprenditoriale opinabile.

Inoltre, la Corte ha confermato la responsabilità degli amministratori non esecutivi. Sebbene non avessero deleghe operative, sono stati ritenuti colpevoli per non aver esercitato il loro dovere di vigilanza e controllo sulla gestione, contribuendo con la loro inerzia al protrarsi della gestione dannosa.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che la responsabilità degli amministratori sorge dalla violazione di doveri specifici imposti dalla legge. Nel caso di specie, una volta perso il capitale sociale, gli amministratori avevano l’obbligo di convocare l’assemblea e di gestire la società al solo fine di conservarne il patrimonio in vista della liquidazione (art. 2486 c.c.). Proseguire l’attività d’impresa come se nulla fosse, accumulando ulteriori debiti, costituisce una grave violazione che genera l’obbligo di risarcire il danno.

La scelta di utilizzare il criterio dei netti patrimoniali è stata giustificata dalla constatazione che l’impossibilità di una ricostruzione analitica del danno era diretta conseguenza della condotta degli amministratori stessi. Le lacune contabili e la presentazione di dati non veritieri hanno impedito di individuare gli effetti di ogni singola operazione, rendendo l’approccio sintetico l’unico strumento logico e plausibile per quantificare il pregiudizio subito dalla società e, di riflesso, dai suoi creditori.

Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione rafforza importanti principi in materia di responsabilità amministratori srl. In primo luogo, stabilisce che la diligenza richiesta a un amministratore non è una formalità, ma un obbligo sostanziale che include il monitoraggio costante della salute finanziaria della società e l’adozione tempestiva delle misure correttive imposte dalla legge. In secondo luogo, solidifica il criterio della differenza dei netti patrimoniali come valido strumento di liquidazione del danno in contesti di gestione opaca. Infine, lancia un monito chiaro a tutti i membri del CdA, inclusi quelli senza deleghe: la vigilanza non è un’opzione, ma un dovere la cui violazione può comportare una pesante condanna risarcitoria.

Quando possono essere ritenuti responsabili gli amministratori di una srl per i danni alla società?
Gli amministratori sono responsabili quando, a seguito della perdita del capitale sociale, violano l’obbligo di cessare ogni nuova operazione e di gestire la società ai soli fini conservativi, proseguendo invece l’attività d’impresa e aggravando il dissesto.

Come viene calcolato il danno se la contabilità della società è inaffidabile?
Se la contabilità è incompleta o inattendibile per colpa degli stessi amministratori, il giudice può calcolare il danno utilizzando il ‘criterio della differenza dei netti patrimoniali’, confrontando il patrimonio netto all’inizio della crisi con quello finale, anziché analizzare ogni singola operazione.

Anche gli amministratori senza deleghe (non esecutivi) sono responsabili?
Sì, la Corte ha confermato la loro responsabilità per omessa vigilanza. Hanno il dovere di informarsi sull’andamento della gestione e di intervenire se vengono a conoscenza di irregolarità, e la loro passività li rende corresponsabili dei danni causati dagli amministratori esecutivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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