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Responsabilità amministratori: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità degli amministratori di un consorzio fallito per non aver stipulato un’adeguata polizza assicurativa a copertura del rischio incendio sul principale bene aziendale. L’ordinanza chiarisce che tale omissione costituisce una violazione del dovere di diligenza, anche in assenza di uno specifico obbligo di legge. La Suprema Corte ha rigettato i ricorsi di un amministratore e del fallimento, ribadendo che anche i consiglieri senza deleghe hanno un dovere di vigilanza e che la valutazione del danno è competenza del giudice di merito.

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Responsabilità amministratori: Omessa Assicurazione e Dovere di Diligenza

L’ordinanza in esame affronta un tema cruciale nella gestione aziendale: la responsabilità amministratori per la mancata adozione di adeguate misure di protezione del patrimonio sociale. La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha stabilito che omettere di stipulare una polizza assicurativa completa a copertura di un bene strategico per l’impresa integra una violazione del dovere di diligenza, con conseguente obbligo di risarcire il danno.

I fatti di causa

Il caso trae origine dall’azione di responsabilità promossa dal curatore fallimentare di un consorzio contro i suoi ex amministratori. L’accusa era quella di aver gestito la società in modo negligente, in particolare per non aver provveduto a una copertura assicurativa integrale contro il rischio di incendio per la centrale ortofrutticola, che rappresentava l’unica e fondamentale attività del consorzio. A seguito di un incendio che distrusse la struttura, il consorzio subì un danno ingente che contribuì al suo successivo fallimento. Il Tribunale di primo grado e la Corte d’Appello avevano già riconosciuto la colpa degli amministratori, condannandoli in solido al risarcimento dei danni in favore del fallimento.

La decisione della Corte di Cassazione e la responsabilità amministratori

La Suprema Corte ha esaminato i ricorsi presentati da uno degli amministratori condannati e, in via incidentale, dal fallimento stesso. Entrambi i ricorsi sono stati respinti, confermando così la decisione di merito. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’amministratore, il quale lamentava, tra le altre cose, di non avere avuto deleghe operative. Parallelamente, ha rigettato il ricorso del fallimento, che contestava l’ammontare del danno liquidato, ritenuto inferiore a quello originariamente richiesto. La decisione consolida un importante principio sulla portata della responsabilità amministratori.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su diversi pilastri argomentativi.

In primo luogo, ha ribadito che la mancata stipulazione di una polizza assicurativa a copertura integrale di un bene di importanza strategica costituisce un evidente deficit di diligenza. Secondo i giudici, pur in assenza di un obbligo di legge o statutario specifico, un amministratore diligente deve adottare tutte le cautele necessarie a proteggere il patrimonio sociale da rischi prevedibili e potenzialmente devastanti. L’omissione di tale cautela, specialmente quando l’incendio si è poi effettivamente verificato, è causa diretta del danno subito dalla società.

In secondo luogo, la Corte ha affrontato la posizione degli amministratori privi di deleghe. Ha chiarito che, ai sensi dell’art. 2392 del codice civile (nel testo applicabile ratione temporis), anche gli amministratori non esecutivi sono gravati di un dovere di vigilanza sul generale andamento della gestione. Tale dovere impone loro di intervenire e agire per prevenire atti pregiudizievoli, a meno che non dimostrino di essere stati impossibilitati a farlo. La semplice assenza di deleghe non è sufficiente a escludere la loro responsabilità.

Infine, per quanto riguarda la quantificazione del danno, la Cassazione ha ricordato che la sua determinazione è un apprezzamento di fatto riservato al giudice di merito, non sindacabile in sede di legittimità se non per vizi motivazionali gravi. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione logica e coerente per la sua decisione, rendendo infondate le censure del fallimento.

Conclusioni: implicazioni pratiche

Questa ordinanza offre importanti spunti di riflessione per chi ricopre cariche amministrative. La decisione sottolinea che la responsabilità amministratori non si limita all’adempimento di obblighi formali, ma si estende a una gestione prudente e proattiva del rischio d’impresa. Gli amministratori, tutti, devono assicurarsi che il patrimonio aziendale sia adeguatamente protetto. L’omissione di cautele basilari, come una congrua copertura assicurativa su asset essenziali, può fondare una grave responsabilità personale e patrimoniale, con l’obbligo di risarcire integralmente i danni causati alla società.

Un amministratore è responsabile se non assicura adeguatamente un bene essenziale dell’azienda?
Sì, secondo la Corte la mancata stipulazione di una polizza assicurativa a copertura integrale di un bene aziendale di importanza strategica configura un deficit di diligenza rilevante ai fini della responsabilità, anche in assenza di uno specifico obbligo statutario o legale.

Gli amministratori senza deleghe operative hanno comunque una responsabilità per la cattiva gestione?
Sì, la Corte ha ribadito che anche gli amministratori privi di deleghe sono gravati di un dovere di vigilanza sul generale andamento della società e di intervento preventivo. L’assenza di deleghe non vale di per sé a escludere la loro responsabilità.

Cosa si intende per “doppia conforme” in un processo civile?
È un principio processuale secondo cui, se la sentenza di primo grado e quella d’appello giungono alla stessa conclusione sui fatti, il ricorso in Cassazione per omesso esame di un fatto decisivo è precluso. Il ricorrente ha l’onere di dimostrare che le ragioni di fatto poste a base delle due decisioni sono diverse tra loro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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