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Responsabilità amministratori: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha confermato le sanzioni della Banca d’Italia contro un ex consigliere di amministrazione di un istituto di credito. La sentenza sottolinea la responsabilità degli amministratori non esecutivi, i quali hanno il dovere di agire attivamente in presenza di ‘segnali di allarme’ sulla gestione aziendale. Viene ribadito che, in materia di sanzioni amministrative, l’onere di provare l’assenza di colpa spetta all’incolpato, e non all’autorità di vigilanza.

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Responsabilità amministratori: la Cassazione chiarisce i doveri di vigilanza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 32010/2024, ha riaffermato i rigorosi doveri che gravano sui membri del consiglio di amministrazione di un istituto di credito, anche su quelli privi di deleghe operative. Il caso, che riguarda le sanzioni irrogate dalla Banca d’Italia per gravi carenze gestionali, offre spunti cruciali sulla responsabilità amministratori nel settore bancario, delineando un quadro di obblighi informativi e di intervento non eludibili.

I Fatti del Caso: Sanzioni e Ricorso

La vicenda trae origine da un’ispezione della Banca Centrale Europea presso un noto istituto di credito italiano, che ha rivelato significative lacune nell’organizzazione, nella gestione dei rischi e nei controlli interni. A seguito di tali accertamenti, il Direttorio della Banca d’Italia ha irrogato sanzioni amministrative pecuniarie a diversi esponenti aziendali, tra cui un consigliere di amministrazione e membro del comitato esecutivo, per un importo complessivo di 163.000 euro.

Le contestazioni mosse riguardavano, tra le altre cose:
* Carenze nel governo societario e nella ripartizione delle deleghe.
* Debolezze nel processo di determinazione del valore delle azioni.
* La pratica dei cosiddetti “finanziamenti baciati”.
* Il mancato controllo su procedure di riacquisto di azioni proprie e storni contabili.

L’amministratore ha impugnato la sanzione davanti alla Corte d’appello, la quale ha però respinto il ricorso. Si è giunti così al giudizio di legittimità dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Responsabilità degli Amministratori Non Esecutivi

Il cuore della questione giuridica ruota attorno alla definizione della responsabilità amministratori che non hanno poteri esecutivi. Il ricorrente sosteneva, in sintesi, di non poter essere ritenuto responsabile per condotte illecite e occulte poste in essere da un gruppo ristretto di dirigenti.

La Cassazione, tuttavia, ha rigettato questa tesi, allineandosi a un orientamento consolidato. I giudici hanno chiarito che il dovere di agire in modo informato, sancito dal Codice Civile (art. 2381), impone a tutti i consiglieri, anche a quelli senza deleghe, di attivarsi in presenza di “segnali di allarme”. Essi non possono rimanere inerti, ma devono esigere supplementi di informazione e, se necessario, porre in essere misure concrete per neutralizzare le criticità e contenerne gli effetti negativi.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha basato la sua decisione su diversi pilastri argomentativi. In primo luogo, ha escluso che le sanzioni irrogate dalla Banca d’Italia avessero natura “sostanzialmente penale”. Di conseguenza, non si applicano le garanzie tipiche del processo penale, come la presunzione di innocenza. In materia di illeciti amministrativi vige, al contrario, una presunzione di colpa (ex art. 3, L. 689/1981): spetta quindi all’incolpato dimostrare di aver agito senza colpevolezza, provando di aver tenuto la condotta attiva richiesta o che fattori esterni gli abbiano impedito di percepire i segnali di allarme.

Inoltre, i giudici hanno respinto la censura relativa al principio del ne bis in idem, osservando che le sanzioni della Banca d’Italia e quelle della Consob, pur potendo colpire gli stessi soggetti, si fondano su presupposti diversi: le prime tutelano la stabilità patrimoniale e la corretta gestione del rischio, le seconde la trasparenza e la correttezza dei comportamenti sul mercato.

La sentenza ha infine confermato la correttezza del procedimento sanzionatorio, ritenendo legittimo che la Banca d’Italia avviasse la propria indagine sulla base degli input e dei findings emersi dal rapporto ispettivo della BCE, pur svolgendo una propria e autonoma valutazione dei fatti alla luce della normativa nazionale.

Conclusioni: Un Monito per gli Amministratori

La pronuncia n. 32010/2024 rappresenta un importante monito sulla responsabilità amministratori di società bancarie. Essa ribadisce che la posizione di consigliere, anche se non esecutivo, non è una mera formalità. Comporta un preciso dovere di vigilanza attiva e di intervento informato. L’inerzia di fronte a segnali di mala gestio non è scusabile e configura un illecito amministrativo, con l’onere della prova a carico dell’amministratore. Questa decisione consolida un approccio rigoroso alla governance societaria, essenziale per garantire la stabilità e l’integrità del sistema finanziario.

Un amministratore senza deleghe operative può essere ritenuto responsabile per carenze nella gestione della banca?
Sì. Secondo la Cassazione, anche gli amministratori non esecutivi hanno il dovere di agire in modo informato e di attivarsi di fronte a ‘segnali di allarme’ sulla gestione aziendale. La loro inerzia è sanzionabile e costituisce violazione dei doveri legati alla carica.

In caso di sanzione amministrativa della Banca d’Italia, chi deve provare la colpa o l’innocenza?
L’onere della prova è a carico dell’incolpato. Nelle sanzioni amministrative vige una presunzione di colpa. Pertanto, non è l’autorità di vigilanza a dover dimostrare la colpevolezza, ma l’amministratore sanzionato a dover provare di aver tenuto la condotta dovuta o l’assenza di colpa.

Le sanzioni irrogate dalla Banca d’Italia hanno natura penale?
No. La Corte ha stabilito che le sanzioni amministrative pecuniarie irrogate dalla Banca d’Italia per carenze organizzative e di controllo non hanno natura sostanzialmente penale. Di conseguenza, non si applicano le garanzie più stringenti previste per il processo penale, come la presunzione di innocenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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