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Responsabilità amministratori banca: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato la sanzione inflitta dall’autorità di vigilanza a un ex componente del consiglio di amministrazione di una banca. Il caso riguarda la responsabilità degli amministratori della banca per l’omissione di informazioni cruciali nei prospetti destinati al pubblico. La Corte ha rigettato tutti i motivi di ricorso, chiarendo che anche gli amministratori privi di deleghe operative hanno un dovere di vigilanza e informazione. È stato inoltre ribadito che la sanzione ha natura amministrativa e non penale, e che vige una presunzione di colpa, per cui spetta all’amministratore dimostrare di aver agito diligentemente per evitare la violazione.

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Responsabilità amministratori banca: la Cassazione conferma la sanzione

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato i confini della responsabilità degli amministratori di banca, anche di quelli privi di deleghe specifiche. La decisione scaturisce dal ricorso di un ex consigliere di amministrazione contro una sanzione pecuniaria irrogata dall’autorità di vigilanza finanziaria per omessa informazione nei prospetti relativi a un’offerta di obbligazioni. La Corte ha rigettato il ricorso, fornendo chiarimenti cruciali sul dovere di vigilanza e sull’onere della prova in materia di illeciti amministrativi nel settore finanziario.

I Fatti di Causa: Sanzione per Omessa Informazione

Il caso ha origine da una sanzione di 10.000 euro comminata dall’autorità di vigilanza a un componente del consiglio di amministrazione di un noto istituto di credito. La contestazione riguardava l’omissione, nei prospetti di base del 2014 e 2015, di informazioni essenziali relative a finanziamenti concessi dalla banca stessa per la sottoscrizione e l’acquisto di proprie azioni. Tale pratica, nota come ‘capitale finanziato’, doveva essere adeguatamente esposta ai risparmiatori. La Corte d’Appello aveva già respinto l’opposizione dell’amministratore, il quale ha quindi proposto ricorso per cassazione, articolato in quattordici motivi.

I Motivi del Ricorso: Le Tesi Difensive dell’Amministratore

L’ex amministratore ha sollevato numerose questioni, sia di natura procedurale che di merito. Tra le principali, ha contestato:
– Il difetto di giurisdizione del giudice ordinario a favore di quello amministrativo.
– La violazione del diritto di difesa e del contraddittorio durante il procedimento sanzionatorio.
– La violazione dei termini di decadenza per la contestazione dell’illecito.
– L’errata applicazione delle norme sulla responsabilità, sostenendo di non poter essere ritenuto colpevole in quanto amministratore non esecutivo e non direttamente coinvolto nella redazione dei prospetti.
– La natura sostanzialmente penale della sanzione, che avrebbe dovuto comportare l’applicazione di garanzie più stringenti, come il principio del favor rei (applicazione della norma più favorevole).

La Responsabilità degli Amministratori di Banca secondo la Cassazione

La Corte Suprema ha disatteso integralmente le argomentazioni del ricorrente, consolidando importanti principi sulla responsabilità degli amministratori di banca.

Il Ruolo dell’Amministratore non Esecutivo

La Cassazione ha ribadito che anche i consiglieri non esecutivi, pur privi di deleghe operative, sono tenuti a un dovere di agire informati e a vigilare sull’andamento della gestione. Non possono limitarsi a fare affidamento sulle informazioni fornite dagli amministratori delegati. Essi devono possedere una conoscenza adeguata del business bancario e, in presenza di segnali di allarme o di anomalie gestorie, hanno l’obbligo di attivarsi per chiedere chiarimenti, sollecitare interventi correttivi o persino segnalare le irregolarità alle autorità competenti. L’inerzia, in questi casi, configura una colpa che fonda la responsabilità.

Natura della Sanzione e Onere della Prova

Un punto centrale della decisione riguarda la natura della sanzione. La Corte ha escluso che le sanzioni irrogate dall’autorità di vigilanza per violazioni del Testo Unico della Finanza (TUF) in materia di prospetti informativi abbiano carattere punitivo-penale. Si tratta di illeciti amministrativi, ai quali si applica la disciplina generale della Legge n. 689/1981.

Di conseguenza, vige una ‘presunzione di colpa’. Ciò significa che, una volta che l’autorità di vigilanza ha provato la condotta omissiva (l’assenza dell’informazione dovuta nel prospetto), spetta all’amministratore sanzionato dimostrare di aver agito senza colpa, ovvero di aver fatto tutto il possibile per osservare la legge e che l’errore non gli sia rimproverabile.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha sistematicamente smontato ogni motivo di ricorso. Ha confermato la giurisdizione del giudice ordinario sulle opposizioni alle sanzioni dell’autorità finanziaria. Ha ritenuto infondate le censure procedurali, affermando che il procedimento sanzionatorio garantisce un adeguato esercizio del diritto di difesa. In particolare, è stato chiarito che il termine per la contestazione decorre non dalla mera conoscenza del fatto, ma dal completamento dell’istruttoria necessaria a verificare l’infrazione. Per quanto riguarda la responsabilità, i giudici hanno sottolineato che l’obbligo di completezza informativa grava sull’intero organo amministrativo. L’amministratore, anche se non esecutivo, era tenuto a conoscere le anomalie nell’operatività della banca e ad attivarsi per assicurare la correttezza delle informazioni fornite al mercato, ad esempio segnalando la necessità di pubblicare un supplemento al prospetto.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per chi ricopre cariche amministrative in società bancarie e finanziarie. La sentenza chiarisce che la posizione di amministratore non esecutivo non è uno scudo contro la responsabilità. È richiesto un ruolo attivo, informato e vigile. La decisione consolida inoltre l’orientamento sulla natura amministrativa di queste sanzioni e sul conseguente regime probatorio, che pone a carico dell’amministratore l’onere di superare la presunzione di colpa. Per gli operatori del settore, ciò significa che la diligenza richiesta non si esaurisce nel corretto adempimento dei propri compiti specifici, ma si estende a un controllo generale sulla corretta gestione societaria e sulla trasparenza nei confronti del mercato.

Un amministratore di banca senza deleghe operative è comunque responsabile per le omissioni informative nei prospetti?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che anche i consiglieri non esecutivi sono tenuti ad agire in modo informato e a vigilare. In presenza di segnali di allarme o anomalie, hanno l’obbligo di attivarsi per prevenire l’illecito, e la loro inerzia costituisce colpa.

Le sanzioni irrogate dall’autorità di vigilanza finanziaria per omessa informazione hanno natura penale?
No. La Corte ha ribadito che le sanzioni per la violazione dell’art. 94 TUF (in materia di prospetti) non hanno carattere punitivo-penale, ma sono sanzioni amministrative. Pertanto, non si applicano le garanzie tipiche del processo penale, come il principio della retroattività della legge più favorevole.

Su chi ricade l’onere di provare la colpa o l’assenza di colpa in caso di violazione amministrativa?
In materia di illeciti amministrativi finanziari, vige una presunzione di colpa. L’autorità di vigilanza deve provare il fatto oggettivo della violazione (ad esempio, l’omissione di un’informazione). Spetta poi all’amministratore sanzionato dimostrare di aver agito senza colpa e di aver fatto tutto il possibile per rispettare la legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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