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Responsabilità amministratore per garanzia non valida

La Corte di Cassazione ha stabilito la responsabilità personale dell’amministratore di una società costruttrice per aver fornito a un acquirente una polizza fideiussoria rilasciata da un ente non autorizzato. La Corte ha chiarito che tale condotta lede l’affidamento dell’acquirente, inducendolo a stipulare il contratto e a versare una caparra. La responsabilità dell’amministratore sussiste a prescindere dal successivo recesso dell’acquirente dal contratto. Al contempo, la Corte ha escluso la responsabilità del notaio, in quanto una clausola specifica del contratto d’incarico limitava il suo obbligo di verifica sulla garanzia.

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Responsabilità dell’Amministratore per Garanzie Invalide: Analisi di una Recente Ordinanza

Introduzione

Nell’ambito delle compravendite immobiliari, specialmente per gli immobili da costruire, le garanzie rivestono un ruolo cruciale per la tutela dell’acquirente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso emblematico, definendo i contorni della responsabilità amministratore di una società costruttrice che fornisce una garanzia fideiussoria inefficace. Questa decisione offre importanti spunti sulla diligenza richiesta agli amministratori e sui limiti degli obblighi professionali del notaio rogante.

Il Caso: Un Preliminare di Vendita e una Garanzia Inefficace

La vicenda trae origine dalla stipula di un contratto preliminare per l’acquisto di un immobile da costruire. L’acquirente versava una cospicua somma a titolo di caparra confirmatoria. A garanzia dell’operazione, la società venditrice, rappresentata dal suo amministratore unico, consegnava una polizza fideiussoria emessa da una compagnia estera.

Successivamente, la società si rendeva inadempiente all’obbligo di costruire e consegnare l’immobile. L’acquirente, dopo aver esercitato il recesso dal contratto e ottenuto un decreto ingiuntivo (rimasto non pagato), scopriva l’amara verità: la compagnia assicuratrice non era autorizzata a operare in Italia, rendendo la garanzia di fatto inutilizzabile. Di fronte al fallimento della società costruttrice, l’acquirente decideva di agire legalmente sia nei confronti dell’amministratore, a titolo personale, sia del notaio che aveva assistito alla stipula.

La Decisione della Cassazione e la Responsabilità dell’Amministratore

La Corte di Appello aveva già condannato l’amministratore al risarcimento del danno, una decisione che la Cassazione ha confermato, rigettando il ricorso del primo. Il punto centrale della difesa dell’amministratore era che, avendo l’acquirente esercitato il recesso dal contratto, la polizza (che copriva l’ipotesi di crisi finanziaria della società) non sarebbe stata comunque più operativa.

La Suprema Corte ha respinto questa tesi, chiarendo un principio fondamentale. La responsabilità dell’amministratore non deriva dalla mancata operatività della polizza dopo l’inadempimento, ma dalla sua condotta precedente alla stipula. Fornendo una garanzia apparente ma priva di valore, l’amministratore ha leso l’affidamento dell’acquirente, inducendolo a concludere un contratto che altrimenti non avrebbe firmato, o non a quelle condizioni. Si tratta di una responsabilità diretta e personale verso il terzo danneggiato, come previsto dall’art. 2395 del codice civile. L’obbligo di verificare l’idoneità del garante era un dovere cautelare proprio dell’amministratore, la cui omissione ha causato un danno diretto all’acquirente.

Il Ruolo del Notaio e i Limiti dell’Incarico Professionale

Diversa è stata la sorte del ricorso presentato dall’acquirente contro la sentenza che aveva escluso la responsabilità del notaio. I giudici di merito avevano accertato che nel contratto d’incarico professionale stipulato con il notaio era presente una clausola che escludeva espressamente l’obbligo di verificare l’idoneità e la validità della polizza fideiussoria.

La Cassazione ha confermato questa linea, specificando che tale clausola non andava interpretata come un esonero da responsabilità (che potrebbe essere nullo), bensì come una precisa delimitazione dell’oggetto dell’incarico. Le parti avevano concordato di escludere quella specifica attività dal mandato conferito al professionista. Di conseguenza, non essendo tenuto a compiere quella verifica, il notaio non poteva essere ritenuto responsabile per il danno derivatone.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si articola su due binari distinti. Per quanto riguarda la responsabilità dell’amministratore, la ratio decidendi si fonda sulla violazione del principio del neminem laedere e sulla tutela dell’affidamento del terzo. L’amministratore non risponde per un fatto della società, ma per un fatto proprio: aver presentato una garanzia inefficace come se fosse valida, inducendo con l’inganno la controparte a versare una somma di denaro. La verifica dell’autorizzazione del garante, sottolinea la Corte, non è un’attività di perizia tecnica complessa, ma un accertamento fattuale esigibile da chi gestisce un’impresa.

In merito alla posizione del notaio, la Corte distingue nettamente tra clausole di esonero da responsabilità e clausole che definiscono l’ambito dell’incarico. Se le prime sono soggette a limiti stringenti, le seconde sono espressione dell’autonomia contrattuale delle parti. Avendo le parti pattuito che il notaio non dovesse effettuare quella specifica verifica, la sua omissione non costituisce inadempimento.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre conclusioni di grande rilevanza pratica. Innanzitutto, rafforza la tutela degli acquirenti di immobili da costruire, chiarendo che gli amministratori delle società venditrici hanno un dovere personale di diligenza nella scelta delle garanzie. La responsabilità dell’amministratore non può essere schermata dietro la società o la scelta di intermediari finanziari. In secondo luogo, evidenzia l’importanza di definire con precisione l’oggetto dell’incarico professionale conferito a un notaio. Gli acquirenti devono essere consapevoli che possono concordare con il professionista l’estensione delle verifiche da compiere, ma anche che eventuali limitazioni pattuite saranno valide ed efficaci nell’escludere la sua responsabilità.

L’amministratore di una società è personalmente responsabile se fornisce una garanzia fideiussoria da parte di un ente non autorizzato?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’amministratore è direttamente responsabile ai sensi dell’art. 2395 c.c. perché, fornendo una garanzia inutilizzabile, lede l’affidamento del terzo acquirente, inducendolo a stipulare il contratto e a subire un danno (il versamento della caparra).

Il recesso dal contratto preliminare da parte dell’acquirente esclude la responsabilità dell’amministratore per la garanzia invalida?
No, la responsabilità dell’amministratore non è esclusa. La Corte ha chiarito che l’illecito non consiste nel rendere la polizza inoperativa a seguito del recesso, ma nel fatto, a monte, di aver procurato una garanzia inefficace, che ha viziato la volontà contrattuale dell’acquirente fin dall’inizio.

Un notaio può essere esonerato dalla responsabilità di verificare l’autorizzazione di un garante se una clausola specifica nel contratto d’incarico lo prevede?
Sì. Secondo la Corte, una clausola che esclude una specifica attività di verifica non è una clausola di esonero da responsabilità, ma una clausola che delimita l’oggetto del contratto d’opera professionale. Se le parti concordano che il notaio non debba effettuare tale verifica, egli non potrà essere ritenuto inadempiente per non averla compiuta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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