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Responsabilità amministratore: doveri e sanzioni Consob

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato la sanzione Consob a carico di un amministratore non esecutivo di un istituto di credito. La Corte ha stabilito che la sua posizione non lo esonera da precisi doveri di vigilanza attiva. È stata rigettata la richiesta di applicare principi penalistici come il ‘favor rei’, ribadendo che la responsabilità dell’amministratore non esecutivo deriva dal mancato esercizio del potere-dovere di informarsi e intervenire, specialmente in presenza di segnali di allarme sulla gestione societaria.

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Responsabilità Amministratore non Esecutivo: non basta essere ‘senza deleghe’

La recente ordinanza della Corte di Cassazione mette un punto fermo sulla responsabilità dell’amministratore non esecutivo, specialmente nel delicato settore bancario. La decisione chiarisce che la mancanza di deleghe operative non è uno scudo contro le sanzioni, poiché su ogni consigliere grava un preciso dovere di agire in modo informato e di esercitare un controllo attivo sulla gestione. Questo caso, che vede contrapposto un ex consigliere alla Consob, offre spunti fondamentali per comprendere la portata degli obblighi di vigilanza che non possono essere elusi.

I Fatti del Caso

Un ex membro del consiglio di amministrazione di un istituto di credito, privo di deleghe esecutive, veniva sanzionato dalla Consob per una serie di gravi violazioni della normativa finanziaria commesse dalla banca. La sanzione, parzialmente ridotta dalla Corte d’Appello, veniva impugnata dinanzi alla Corte di Cassazione. L’amministratore sosteneva, tra le altre cose, la sua estraneità ai fatti, l’inapplicabilità della sanzione in virtù del principio del favor rei (legge più favorevole sopravvenuta) e la sua impossibilità di rilevare le anomalie gestionali.

I Motivi del Ricorso e la Responsabilità dell’Amministratore non Esecutivo

Il ricorrente basava la sua difesa su nove motivi, cercando di smontare l’impianto accusatorio. I punti cardine erano:

* Ruolo non esecutivo: Affermava che, non avendo poteri gestionali diretti, non potesse essere ritenuto responsabile per le decisioni operative che avevano portato alle violazioni contestate.
Principio del favor rei*: Chiedeva l’applicazione di una normativa successiva più favorevole, che a suo dire avrebbe escluso la responsabilità personale degli esponenti aziendali.
* Mancata conoscenza: Sosteneva di non essere stato a conoscenza delle pratiche illecite, come i ‘finanziamenti baciati’ o le carenze nelle procedure di valutazione, attribuendone la colpa esclusivamente alle strutture operative e ai vertici esecutivi.

Queste argomentazioni miravano a dipingere la figura del consigliere senza deleghe come quella di un soggetto passivo, mero destinatario di informazioni filtrate, e non come un controllore attivo. La responsabilità dell’amministratore non esecutivo veniva così messa in discussione, proponendo una visione riduttiva del suo ruolo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, confermando la sanzione. La decisione ribadisce con forza che il ruolo di amministratore, anche se non esecutivo, comporta doveri inderogabili di controllo e supervisione, la cui omissione costituisce fonte di responsabilità personale.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha smontato punto per punto le tesi difensive, fornendo una chiara lezione sulla diligenza richiesta a chi siede in un consiglio di amministrazione.

1. Il dovere di agire informati: Il punto cruciale della motivazione risiede nel ‘dovere di agire informati’. I consiglieri non esecutivi non possono attendere passivamente che le informazioni arrivino a loro. Hanno l’obbligo di attivarsi per ottenerle, specialmente in presenza di segnali di allarme. La loro professionalità e competenza, requisiti per la carica, impongono loro di esigere chiarimenti, approfondire situazioni sospette e, se necessario, dissentire formalmente dalle decisioni pregiudizievoli. L’ignoranza non è una scusante quando deriva da una colpevole inerzia.

2. Inapplicabilità del favor rei: La Corte ha chiarito che il principio del favor rei, di matrice penalistica, non si estende automaticamente alle sanzioni amministrative come quelle della Consob. In assenza di una specifica previsione di legge, vige il principio tempus regit actum, secondo cui la condotta è sanzionata in base alla legge in vigore al momento in cui è stata posta in essere.

3. La natura della colpa: La responsabilità dell’amministratore non deriva da un’azione diretta, ma da un’omissione: il mancato esercizio dei poteri di vigilanza. La Corte ha sottolineato che, di fronte a una gestione palesemente anomala che ha portato al ‘crac’ della banca, l’inazione del consiglio di amministrazione è una condotta gravemente colpevole che ha contribuito al danno per i risparmiatori.

Conclusioni: L’Amministratore non è uno Spettatore Passivo

L’ordinanza ha implicazioni pratiche di vasta portata. Essere nominati in un consiglio di amministrazione, soprattutto di una società bancaria, non è un incarico onorifico. La responsabilità dell’amministratore non esecutivo è piena e concreta. Questo ruolo impone un atteggiamento proattivo, curioso e, se necessario, critico. Non è possibile nascondersi dietro la mancanza di deleghe per sfuggire alle proprie responsabilità. La sentenza è un monito per tutti gli amministratori: vigilare non è un’opzione, ma un dovere fondamentale, la cui violazione espone a conseguenze personali severe.

Un amministratore non esecutivo è responsabile per illeciti operativi di cui non era a conoscenza?
Sì, secondo la Corte è responsabile se la sua mancata conoscenza deriva da un’omissione del suo dovere di informarsi e vigilare. Egli non può rimanere passivo, ma deve attivarsi per ottenere informazioni, specialmente in presenza di segnali di allarme sulla gestione.

Il principio del favor rei (legge più favorevole) si applica alle sanzioni amministrative della Consob?
No, la Corte ha stabilito che, in assenza di una specifica disposizione normativa, alle sanzioni amministrative non si applica il principio del favor rei, ma il principio ‘tempus regit actum’, secondo cui la violazione è regolata dalla legge in vigore al momento della sua commissione.

Qual è il dovere principale di un amministratore non esecutivo in una società bancaria secondo la Cassazione?
Il dovere principale è quello di ‘agire informati’. Ciò significa che non deve limitarsi a ricevere informazioni, ma deve esigere attivamente ogni dato necessario per comprendere la gestione, supervisionare le strategie e intervenire per prevenire o mitigare eventi dannosi, forte dei suoi requisiti di professionalità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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