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Responsabilità amministratore: doveri e sanzioni

La Corte di Cassazione conferma la sanzione pecuniaria inflitta dall’autorità di vigilanza a un amministratore non esecutivo di un istituto di credito. La decisione si fonda sulla violazione degli obblighi informativi nei prospetti relativi a un aumento di capitale. La Corte ha stabilito che la responsabilità dell’amministratore sussiste anche in assenza di deleghe operative, in virtù del dovere generale di agire in modo informato e di vigilare attivamente sulla gestione, specialmente in presenza di segnali di allarme. È stato ribadito che la presunzione di colpa grava sull’amministratore, il quale deve dimostrare di aver agito diligentemente per prevenire l’illecito.

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Responsabilità Amministratore non Esecutivo: L’Obbligo di Vigilanza Attiva

La trasparenza nei mercati finanziari è un pilastro fondamentale per la tutela degli investitori e il corretto funzionamento dell’economia. Al centro di questo sistema di garanzie si colloca il prospetto informativo, un documento cruciale nelle operazioni di aumento di capitale. Ma cosa succede quando questo documento è incompleto o fuorviante? E chi ne risponde? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sulla responsabilità dell’amministratore di una società, anche quando privo di deleghe esecutive, delineando i contorni di un dovere di vigilanza tutt’altro che passivo.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sanzione pecuniaria irrogata dall’autorità nazionale di vigilanza sui mercati finanziari nei confronti di diversi esponenti di un noto istituto di credito. La contestazione riguardava l’omissione di informazioni rilevanti nei prospetti informativi relativi a due aumenti di capitale deliberati nel 2014.

Nello specifico, l’autorità di vigilanza aveva riscontrato tre gravi carenze informative:

1. Determinazione del prezzo delle azioni: Mancata comunicazione del divario tra il valore calcolato con il criterio reddituale (più alto) e quello basato sul mercato (più basso), una scelta che favoriva un prezzo di emissione più elevato.
2. “Capitale finanziato”: Assenza di disclosure sul massiccio ricorso a finanziamenti erogati dalla stessa banca ai clienti per consentire loro di sottoscrivere le azioni dell’aumento di capitale.
3. Andamento delle negoziazioni: Silenzio sull’enorme mole di ordini di vendita inevasi e sulla crescente difficoltà per i soci di liquidare i propri titoli.

Tra i soggetti sanzionati figurava un amministratore non esecutivo, il quale ha impugnato il provvedimento, dando inizio a un lungo percorso giudiziario culminato nel giudizio di Cassazione.

La Posizione della Cassazione sulla Responsabilità Amministratore

L’amministratore ha articolato la sua difesa su diciotto motivi, contestando aspetti procedurali e di merito. Sosteneva, in sintesi, di non avere deleghe operative, di non essere a conoscenza delle criticità e che la sanzione era illegittima per vizi procedurali e per un’errata valutazione del suo ruolo. La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso, confermando la sanzione e fornendo chiarimenti fondamentali sulla responsabilità dell’amministratore.

La Corte ha stabilito che il ruolo di consigliere di amministrazione, anche non esecutivo, non è meramente onorifico. Al contrario, impone un preciso dovere di “agire informati”, sancito dall’art. 2381 del codice civile. Questo significa che ogni amministratore deve attivarsi per acquisire una conoscenza adeguata della gestione aziendale, specialmente in presenza di “segnali di allarme”. Nel caso di specie, tali segnali erano inequivocabili: dalle denunce di un socio in assemblea sulla determinazione del prezzo delle azioni, alle anomalie evidenti nella gestione operativa.

Il Dovere di Vigilanza Attiva

Secondo la Suprema Corte, la normativa bancaria e societaria, anche di derivazione europea, rafforza il ruolo del Consiglio di Amministrazione come organo di supervisione strategica. Gli amministratori non esecutivi sono il fulcro di questa funzione e non possono esimersi dalle loro responsabilità semplicemente affermando di non essere stati informati dagli organi esecutivi. Essi hanno il potere e il dovere di chiedere informazioni, di sollecitare approfondimenti e, se necessario, di opporsi a decisioni che ritengono pregiudizievoli. La loro inerzia, di fronte a evidenti criticità, configura una colpa omissiva.

La Presunzione di Colpa nell’Illecito Amministrativo

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda l’elemento soggettivo dell’illecito. In base all’art. 3 della Legge n. 689/1981, nelle sanzioni amministrative vige una presunzione di colpa. Ciò significa che non è l’autorità di vigilanza a dover provare la colpa dell’amministratore, ma è quest’ultimo a dover dimostrare di aver agito senza colpa, fornendo la prova di un elemento positivo che lo ha indotto a credere, senza sua negligenza, nella liceità del proprio comportamento. Nel caso esaminato, l’amministratore non è riuscito a fornire tale prova.

le motivazioni
La decisione della Corte si fonda su un’analisi rigorosa delle norme che regolano il diritto societario e bancario. I giudici hanno sottolineato come il complesso normativo, a partire dal Codice Civile (artt. 2381 e 2392) fino al Testo Unico Bancario e alle circolari della Banca d’Italia, converga nel definire un modello di governance in cui il CdA è l’organo supremo di gestione e controllo. L’obbligo di agire informati non è un mero auspicio, ma un dovere giuridico la cui violazione fonda una responsabilità personale. La Corte ha chiarito che l’assenza di deleghe operative non esonera dal dovere di vigilanza sul generale andamento della gestione. Anzi, proprio gli amministratori non esecutivi sono chiamati a svolgere una funzione di controllo critico sulle scelte degli organi delegati. La sentenza ha inoltre respinto la tesi secondo cui le sanzioni in questione avessero natura “sostanzialmente penale”, escludendo così l’applicazione retroattiva di norme più favorevoli (principio del favor rei). Per gli illeciti amministrativi, vale il principio tempus regit actum: si applica la legge in vigore al momento della commissione del fatto.

le conclusioni
L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per tutti coloro che ricoprono cariche amministrative in società di capitali, in particolare nel settore bancario. La responsabilità dell’amministratore non è circoscritta alle funzioni esecutive. Essere membro di un consiglio di amministrazione implica un impegno attivo, una diligenza professionale elevata e la capacità di interpretare i segnali, anche deboli, di possibili irregolarità. L’inerzia non è una scusante. Questa pronuncia riafferma che la tutela degli investitori e del mercato passa inderogabilmente attraverso una governance societaria consapevole, responsabile e proattiva, dove ogni componente del consiglio di amministrazione è un presidio di legalità e correttezza.

Un amministratore senza deleghe può essere ritenuto responsabile per informazioni omesse in un prospetto?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che la responsabilità sussiste anche per gli amministratori non esecutivi. Essi hanno un dovere generale, sancito dal codice civile, di agire in modo informato e di vigilare attivamente sulla gestione, non potendo rimanere inerti di fronte a segnali di allarme.

La presunzione di colpa si applica alle sanzioni amministrative dell’autorità di vigilanza?
Sì. Secondo la sentenza, in base alla Legge n. 689/1981, l’illecito amministrativo si presume commesso con colpa. Spetta quindi all’amministratore sanzionato l’onere di provare di aver agito senza colpa e di aver fatto tutto il possibile per conformarsi alla legge.

Le nuove norme più favorevoli in materia di sanzioni si applicano retroattivamente a illeciti commessi in precedenza?
No. La Corte ha chiarito che per le sanzioni amministrative, a differenza di quelle penali, non vale il principio del favor rei (applicazione della legge più favorevole). Si applica invece il principio tempus regit actum, secondo cui rileva la normativa in vigore al momento della commissione della violazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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