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Responsabilità amministratore bancario: la Cassazione

La Corte di Cassazione conferma la sanzione a un ex componente del CdA di un istituto di credito, delineando la portata della responsabilità amministratore bancario anche per i consiglieri non esecutivi. La sentenza ribadisce che questi ultimi hanno un dovere di agire informati e di attivarsi per prevenire criticità, operando una presunzione di colpa che spetta all’amministratore stesso superare, dimostrando di aver agito diligentemente.

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Responsabilità amministratore bancario: La Cassazione chiarisce gli obblighi dei consiglieri non esecutivi

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato in modo approfondito il tema della responsabilità amministratore bancario, con particolare riferimento ai doveri dei consiglieri privi di deleghe operative. La decisione conferma che l’assenza di incarichi esecutivi non esonera da precisi obblighi di vigilanza e di intervento attivo, delineando un quadro di responsabilità oggettiva ma temperata dalla possibilità di fornire la prova contraria. Analizziamo i punti salienti della pronuncia.

I Fatti di Causa: La Sanzione dell’Autorità di Vigilanza

Il caso trae origine da un provvedimento sanzionatorio emesso dall’Autorità di Vigilanza nei confronti di un ex componente del Consiglio di Amministrazione (CdA) di un istituto di credito. La sanzione pecuniaria, pari a 22.000 euro, era stata comminata a seguito di un’ispezione che aveva rivelato gravi criticità, tra cui:

* Carenze nell’organizzazione e nei controlli interni, con specifico riferimento ai rischi di credito e operativi.
* Mancato rispetto del requisito patrimoniale minimo complessivo.

L’istituto di credito era stato successivamente posto in amministrazione straordinaria. L’ex amministratore ha impugnato la sanzione, chiedendone l’annullamento o la riduzione.

L’Opposizione e la Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’appello competente ha respinto il ricorso dell’ex amministratore, confermando la legittimità della sanzione. I giudici di secondo grado hanno escluso vizi nel procedimento sanzionatorio e hanno affermato che la responsabilità contestata non era di tipo oggettivo, ma derivava dalla mancata adozione di interventi correttivi idonei a fronteggiare il degrado della situazione aziendale. La Corte ha sottolineato che tutti gli amministratori, anche quelli non esecutivi, devono agire in modo informato e possedere elevati requisiti di professionalità.

L’analisi della Corte sulla responsabilità amministratore bancario

La Corte d’appello ha ritenuto che la colpa, secondo la Legge n. 689/1981, si presume. Spetta quindi all’incolpato dimostrare di aver adempiuto al proprio obbligo di vigilanza o di essersi trovato nell’impossibilità di agire diversamente. La difesa dell’amministratore, fondata sull’incidenza di fattori esterni e sulla non imputabilità delle carenze al CdA, non è stata ritenuta sufficiente a superare i rilievi della vigilanza.

Le Motivazioni della Cassazione

L’ex amministratore ha presentato ricorso in Cassazione, articolando venti motivi di impugnazione. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili alcuni motivi e ha rigettato tutti gli altri, confermando integralmente la sentenza d’appello. Le motivazioni dei giudici di legittimità sono cruciali per comprendere la portata della responsabilità amministratore bancario.

Obblighi del Consigliere non Esecutivo

La Cassazione ha ribadito il suo consolidato orientamento: i consiglieri non esecutivi di una società bancaria sono tenuti ad agire in modo informato. In virtù della loro professionalità, hanno il dovere di ostacolare eventi dannosi e di attivarsi per prevenire o attenuare situazioni di criticità aziendale. Non possono rimanere inerti, ma devono esigere informazioni supplementari o attivarsi in altro modo. L’obbligo non si esaurisce nel ricevere informazioni, ma si estende al dovere di procurarsele attivamente.

La Presunzione di Colpa

La Corte ha confermato la correttezza del principio della presunzione di colpa. Una volta che l’Autorità di Vigilanza ha provato la fattispecie tipica dell’illecito (cioè la condotta omissiva o commissiva contraria alle norme), l’onere di dimostrare l’assenza di colpevolezza grava sul trasgressore. Quest’ultimo deve provare di aver agito diligentemente o di non aver potuto agire diversamente per cause a lui non imputabili. Questo inverte l’onere probatorio e rafforza l’efficacia del sistema sanzionatorio.

La Natura delle Sanzioni

I giudici hanno escluso che le sanzioni amministrative pecuniarie irrogate dall’Autorità di Vigilanza abbiano una natura sostanzialmente penale (coloration pénale). Nonostante l’afflittività economica, mancano elementi come le sanzioni accessorie o la confisca obbligatoria per equipararle a pene criminali. Di conseguenza, non si applicano le garanzie più stringenti previste per i processi penali, come quelle dell’art. 6 CEDU, in modo diretto al procedimento amministrativo.

Le Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un’importante conferma dei rigorosi doveri che gravano su tutti i componenti degli organi di amministrazione delle banche. La figura del consigliere non esecutivo non è meramente onorifica; al contrario, comporta una responsabilità amministratore bancario piena e diretta, basata su un obbligo di informazione attiva e di intervento proattivo. La presunzione di colpa, unita all’onere per l’amministratore di dimostrare la propria diligenza, costituisce un presidio fondamentale per la sana e prudente gestione degli istituti di credito e, in ultima analisi, per la stabilità del sistema finanziario. Gli amministratori devono essere consapevoli che la loro inerzia di fronte a segnali di allarme può essere sanzionata, anche se non hanno partecipato direttamente alla gestione operativa.

Quali sono gli obblighi di un amministratore bancario non esecutivo?
Secondo la sentenza, un amministratore non esecutivo ha l’obbligo di agire in modo informato, che non si limita a ricevere informazioni ma include il dovere di procurarsele attivamente. Deve attivarsi per prevenire, eliminare o attenuare le situazioni di criticità aziendale di cui sia a conoscenza, esercitando tutti i poteri connessi alla sua carica con diligenza.

Come funziona la presunzione di colpa nelle sanzioni amministrative bancarie?
Una volta che l’autorità amministrativa ha provato l’esistenza della condotta illecita, la colpa del trasgressore si presume. Spetta quindi all’amministratore sanzionato l’onere di provare di aver agito in assenza di colpevolezza, dimostrando di aver adempiuto al proprio obbligo di vigilanza o di essersi trovato incolpevolmente nell’impossibilità di agire diversamente.

Le sanzioni pecuniarie della Banca d’Italia sono considerate di natura penale?
No, la Corte di Cassazione ha escluso che le sanzioni amministrative pecuniarie irrogate in materia bancaria abbiano una natura sostanzialmente penale. Nonostante la loro gravosità economica, mancano elementi tipici della sanzione penale, come sanzioni accessorie o la confisca obbligatoria, per poterle equiparare e applicare le garanzie del processo penale direttamente al procedimento amministrativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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