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Regresso fideiussore: valido con pagamento indiretto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6532/2024, ha stabilito che il diritto di regresso del fideiussore sorge anche quando il pagamento del debito avviene in modo indiretto, ovvero tramite versamento della somma sul conto corrente del debitore principale, purché tale somma sia stata poi utilizzata per estinguere l’obbligazione garantita. La Corte ha chiarito che ciò che conta è l’effettiva estinzione del debito per fatto e con patrimonio del garante, a prescindere dalla modalità diretta o indiretta del pagamento.

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Regresso Fideiussore: Anche il Pagamento Indiretto è Valido

L’azione di regresso del fideiussore rappresenta un momento cruciale nel rapporto di garanzia, permettendo a chi ha pagato di recuperare quanto versato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso interessante: cosa succede se il fideiussore, anziché pagare direttamente il creditore, versa la somma sul conto corrente del debitore, che poi la utilizza per estinguere il debito? La Suprema Corte ha fornito una risposta chiara, affermando la piena validità di questa modalità di pagamento ai fini del regresso. Analizziamo insieme la vicenda e i principi di diritto affermati.

I Fatti di Causa

Una società aveva contratto un debito con un istituto di credito, garantito da una fideiussione prestata da più persone. A seguito dell’inadempimento della società, la banca ha chiesto il pagamento a uno dei garanti. Quest’ultimo ha provveduto a estinguere il debito versando l’intera somma necessaria direttamente sul conto corrente della società debitrice, specificando nella causale “versamento terzo garante”. La banca ha poi utilizzato tali fondi per saldare il debito, rilasciando quietanza.

Successivamente, il garante che aveva pagato ha agito in regresso contro un altro co-garante per ottenere il pagamento della sua quota. Quest’ultimo si è opposto, sostenendo che il pagamento non fosse stato effettuato correttamente. A suo dire, il versamento sul conto della società non equivaleva a un pagamento del debito fideiussorio, ma a una semplice messa a disposizione di fondi, negando così il sorgere del diritto di regresso.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Regresso Fideiussore

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del co-garante, confermando la decisione della Corte d’Appello e stabilendo un principio fondamentale per il regresso fideiussore. I giudici hanno chiarito che l’espressione “pagamento del debito” deve essere intesa in senso ampio. Non si limita al solo versamento diretto nelle mani del creditore, ma comprende qualsiasi mezzo che porti alla soddisfazione del creditore e alla liberazione del debitore, purché tale risultato sia conseguenza diretta dell’azione e dell’impiego di risorse del fideiussore.

La validità del pagamento indiretto

Il cuore della decisione risiede nel riconoscere che l’estinzione dell’obbligazione può avvenire anche in via indiretta. Nel caso di specie, il versamento sul conto del debitore era chiaramente finalizzato a estinguere il debito garantito, come dimostrato da una serie di indizi inequivocabili:

1. L’importo versato: Corrispondeva esattamente alla somma richiesta dalla banca per saldare l’esposizione debitoria.
2. La causale del versamento: Indicava esplicitamente la natura dell’operazione (“versamento terzo garante”).
3. L’assenza di altri debiti: Non esistevano altre ragioni di debito tra il fideiussore e la società che potessero giustificare quel versamento.
4. La quietanza della banca: L’istituto di credito aveva rilasciato una quietanza liberatoria, confermando l’estinzione del debito della società a seguito dell’operazione.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione basandosi sulla ratio dell’azione di regresso, che è quella di evitare un ingiusto arricchimento dei condebitori a danno del garante che ha pagato oltre la propria quota. Il fatto costitutivo del diritto di regresso è l’estinzione del debito principale, che provoca un depauperamento del patrimonio del garante solvens. La modalità con cui questo avviene è secondaria rispetto all’effetto prodotto.

La Corte ha specificato che l’autonomia contrattuale consente al fideiussore di adempiere al proprio obbligo sia direttamente, sia indirettamente, ad esempio accreditando la somma sul conto del garantito con il preciso scopo di estinguere il debito. Tale operazione non è una semplice fornitura di mezzi al debitore, ma un vero e proprio atto solutorio. La banca, ricevendo il bonifico con una chiara destinazione, agisce come mandataria del correntista per ricevere il pagamento, ma la beneficiaria sostanziale della rimessa è la banca stessa in qualità di creditrice.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza la tutela del fideiussore adempiente, offrendo maggiore flessibilità nelle modalità di estinzione del debito garantito. Il principio affermato è di grande rilevanza pratica: per esercitare l’azione di regresso, il garante non è obbligato a seguire un’unica via formale di pagamento. Ciò che conta è poter dimostrare, attraverso elementi oggettivi e concordanti, che il proprio intervento patrimoniale è stato la causa diretta ed esclusiva dell’estinzione dell’obbligazione principale. Questa decisione conferma che la sostanza prevale sulla forma, garantendo che chi paga per altri possa effettivamente recuperare quanto gli è dovuto.

Un fideiussore può esercitare il diritto di regresso se paga il debito versando i soldi sul conto del debitore principale anziché direttamente al creditore?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il diritto di regresso sorge anche in caso di pagamento indiretto, a condizione che sia provato che il versamento effettuato dal fideiussore sul conto del debitore sia stato la causa diretta dell’estinzione del debito garantito.

Cosa deve dimostrare il fideiussore che ha pagato indirettamente per ottenere il regresso?
Deve dimostrare, attraverso una serie di indizi (come l’importo corrispondente al debito, la causale del versamento, la quietanza del creditore e l’assenza di altri rapporti di debito), che il suo esborso patrimoniale era finalizzato unicamente a estinguere l’obbligazione garantita, causando la liberazione del debitore principale.

Il modo in cui avviene il pagamento è l’elemento decisivo per il regresso del fideiussore?
No, non è la modalità formale del pagamento (diretta o indiretta) a essere decisiva, ma l’effetto sostanziale. L’elemento fondamentale che dà origine al diritto di regresso è l’effettiva estinzione dell’obbligazione principale grazie all’intervento economico del fideiussore, che subisce un depauperamento patrimoniale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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