LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rappresentanza apparente e risarcimento del danno

Una recente sentenza della Cassazione chiarisce i confini della responsabilità del venditore per gli atti di un intermediario. Nel caso di specie, dei promissari acquirenti avevano stipulato un contratto preliminare con un soggetto che agiva come rappresentante dei proprietari, senza però possedere una procura scritta valida. La Corte ha stabilito che, sebbene il contratto sia inefficace, i proprietari sono tenuti a risarcire i danni subiti dagli acquirenti. Questa responsabilità sorge quando la condotta dei proprietari ingenera colposamente un affidamento incolpevole nei terzi circa l’esistenza dei poteri rappresentativi. La Corte ha precisato che si tratta di una responsabilità di natura extracontrattuale, che dà diritto alla restituzione delle somme versate ma non al doppio della caparra, rimedio tipico dell’inadempimento contrattuale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Rappresentanza Apparente: Il Venditore Risponde per il Falso Rappresentante?

La stipula di un contratto preliminare di compravendita immobiliare rappresenta un momento cruciale, carico di aspettative ma anche di potenziali insidie. Una delle questioni più delicate riguarda la figura dell’intermediario o rappresentante. Cosa accade se chi firma per conto del venditore non ha in realtà i poteri per farlo? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce sul principio della rappresentanza apparente, stabilendo quando il proprietario dell’immobile è tenuto a risarcire i danni al promissario acquirente, anche in assenza di una procura scritta.

I Fatti di Causa

La vicenda giudiziaria trae origine dalla delusione di una coppia di promissari acquirenti che, nel 2006, avevano firmato un contratto preliminare per l’acquisto di un’unità immobiliare. A sottoscrivere l’accordo per conto dei proprietari era stato un geometra, il quale aveva dichiarato di agire in forza di una “procura speciale”.

Successivamente, dopo aver versato una cospicua caparra e vari acconti, gli acquirenti scoprivano che l’immobile era affetto da abusi edilizi insanabili. La situazione si complicava ulteriormente quando emergeva che il documento esibito dal geometra non era una vera e propria procura a vendere, bensì un mandato senza rappresentanza. Di fatto, il geometra non aveva il potere di vincolare legalmente i proprietari. Approfittando della situazione, l’intermediario, utilizzando altre procure ottenute in seguito, acquistava per sé l’immobile promesso alla coppia. Di fronte a questo scenario, gli acquirenti decidevano di agire in giudizio per ottenere la restituzione del doppio della caparra e delle somme versate.

Il Percorso Giudiziario e la questione della Rappresentanza Apparente

Il caso ha attraversato un lungo e complesso iter giudiziario. Dopo una prima condanna in solido dei proprietari e del geometra da parte del Tribunale, confermata in Appello, la questione è giunta per la prima volta in Cassazione. La Suprema Corte, in quella sede, aveva chiarito un punto fondamentale: il mandato senza rappresentanza non era idoneo a vincolare i proprietari al contratto preliminare. L’intermediario aveva agito come falsus procurator, e il contratto era quindi inefficace nei confronti dei presunti rappresentati.

Il giudizio veniva quindi rinviato alla Corte d’Appello, che doveva decidere sulla base di un’altra domanda degli acquirenti, rimasta assorbita nei precedenti gradi: quella fondata sulla rappresentanza apparente e sulla conseguente responsabilità extracontrattuale dei venditori. La Corte d’Appello accoglieva questa tesi, condannando i proprietari a risarcire i danni agli acquirenti (pari agli acconti versati), ma escludendo il diritto al doppio della caparra. Contro questa decisione, sia i proprietari che gli acquirenti hanno proposto un nuovo ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: Responsabilità Extracontrattuale per Affidamento Incolpevole

Con la sentenza in esame, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo sulla vicenda, rigettando entrambi i ricorsi e confermando la decisione della Corte d’Appello.

le motivazioni

Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra l’efficacia del contratto e la responsabilità per i danni derivanti da un legittimo affidamento tradito. La Corte ha applicato il principio consolidato della rappresentanza apparente, secondo cui un soggetto può essere ritenuto responsabile per gli atti di un falso rappresentante se ha tenuto un comportamento colposo tale da creare in un terzo la ragionevole convinzione che i poteri rappresentativi esistessero davvero. I presupposti sono due:
1. Il comportamento colposo del presunto rappresentato: I giudici hanno ritenuto che i proprietari avessero contribuito a creare la situazione di apparenza. Avevano firmato un documento ambiguo (“procura speciale”), non avevano mai disconosciuto l’operato del geometra prima del giudizio e avevano partecipato a successive trattative, ingenerando così negli acquirenti la convinzione del suo ruolo di rappresentante.
2. L’affidamento incolpevole del terzo: Gli acquirenti, secondo la Corte, avevano confidato senza colpa sull’esistenza dei poteri del geometra, anche a causa degli elementi forniti dagli stessi venditori.

La Cassazione ha chiarito che, sebbene il principio della rappresentanza apparente non possa sanare la nullità del contratto preliminare (che richiede la procura scritta ad substantiam), esso è pienamente operativo sul piano della responsabilità risarcitoria. La mancanza della procura scritta, infatti, non rende il contratto valido, ma fonda una responsabilità di tipo extracontrattuale (ex art. 2043 c.c.) in capo a chi ha colposamente creato l’apparenza.

Per questo motivo, la Corte ha respinto il ricorso incidentale degli acquirenti che chiedevano il doppio della caparra. Tale rimedio, previsto dall’art. 1385 c.c., presuppone un inadempimento contrattuale. Poiché il contratto era inefficace, non poteva esserci inadempimento. La responsabilità dei venditori era dunque di natura aquiliana, limitata al risarcimento del danno emergente, ovvero la perdita patrimoniale subita dagli acquirenti (le somme inutilmente versate).

le conclusioni

La sentenza offre importanti spunti pratici per chi si appresta a compiere operazioni immobiliari. Per i venditori, emerge la necessità di una gestione estremamente prudente e chiara dei rapporti con eventuali intermediari. La firma di documenti ambigui o un comportamento passivo di fronte all’operato di un soggetto che si spende come proprio rappresentante possono comportare una pesante responsabilità per danni, anche se il contratto non viene mai a esistenza. Per gli acquirenti, la decisione ribadisce una regola fondamentale: è essenziale pretendere e verificare sempre l’esistenza di una procura notarile in forma scritta, che attribuisca in modo inequivocabile i poteri di vendita al rappresentante. Sebbene la tutela risarcitoria basata sulla rappresentanza apparente esista, essa non sostituisce l’efficacia del contratto e non garantisce tutti i rimedi contrattuali, come il doppio della caparra.

Può il venditore di un immobile essere ritenuto responsabile per gli atti di un rappresentante senza una procura scritta?
Sì, può essere ritenuto responsabile per i danni a titolo extracontrattuale (ex art. 2043 c.c.) se con il proprio comportamento colposo ha creato una situazione di rappresentanza apparente, inducendo il terzo acquirente a confidare ragionevolmente e senza colpa nell’esistenza dei poteri rappresentativi.

In caso di rappresentanza apparente in un contratto preliminare immobiliare, l’acquirente ha diritto al doppio della caparra?
No. La sentenza chiarisce che il diritto al doppio della caparra è un rimedio legato all’inadempimento di un contratto valido. Poiché la mancanza di procura scritta rende il contratto preliminare inefficace nei confronti del venditore, la sua responsabilità non è contrattuale ma extracontrattuale e si limita al risarcimento del danno effettivamente subito (es. la restituzione delle somme versate).

La mancanza di una procura in forma scritta richiesta per legge esclude sempre la tutela dell’acquirente?
No. Sebbene la mancanza della forma scritta richiesta ad substantiam impedisca al contratto di produrre i suoi effetti vincolanti, non esclude la possibilità per l’acquirente di essere tutelato sul piano risarcitorio. L’acquirente può agire per ottenere il risarcimento del danno se dimostra di aver subito un pregiudizio a causa dell’affidamento incolpevole riposto in una situazione di apparenza creata dalla condotta colposa del presunto rappresentato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati