LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Provvigione mediatore: quando è dovuta? Analisi Cass.

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 680/2024, ha chiarito che la provvigione mediatore matura solo alla conclusione di un affare giuridicamente vincolante e azionabile in giudizio. Un acquirente aveva versato la provvigione sulla base di una proposta d’acquisto, ma la Corte ha stabilito che, in assenza di un accordo definitivo o di un preliminare non condizionato, la commissione non è dovuta. La successiva stipula di un preliminare sottoposto a condizione sospensiva (concessione di un mutuo), poi non verificatasi, non fa sorgere il diritto alla provvigione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Provvigione Mediatore: Quando Scatta Davvero il Diritto a Riceverla?

La questione del diritto alla provvigione mediatore è un tema centrale nelle compravendite immobiliari e spesso fonte di contenziosi. Quando si può dire che l’affare sia effettivamente “concluso” e che il mediatore abbia quindi maturato il diritto al suo compenso? Con una recente ordinanza (n. 680/2024), la Corte di Cassazione è tornata su questo punto cruciale, fornendo principi chiari che tutelano gli acquirenti da richieste di pagamento premature e definiscono con precisione i doveri dell’agente immobiliare.

I Fatti del Caso

Una potenziale acquirente citava in giudizio un’agenzia immobiliare per ottenere la restituzione di una provvigione di quasi 3.000 euro, versata per l’acquisto di un immobile. L’acquirente aveva sottoscritto una proposta d’acquisto nel maggio 2012, con un termine di efficacia di pochi giorni. Sosteneva di non aver mai ricevuto, entro tale termine, la comunicazione di accettazione da parte del venditore, rendendo di fatto la proposta inefficace.
Anni dopo, nel giugno 2015, le parti stipulavano un contratto preliminare di compravendita per lo stesso immobile, ma questo accordo era sottoposto a una condizione sospensiva: l’ottenimento di un mutuo bancario da parte dell’acquirente. Poiché il mutuo non venne concesso, la condizione non si avverò e il contratto non produsse i suoi effetti.

L’Iter Giudiziario e la Decisione della Cassazione

Il Tribunale, in secondo grado, aveva dato ragione all’agenzia immobiliare, ritenendo che il diritto alla provvigione fosse sorto. Aveva giudicato tardiva l’eccezione dell’acquirente sulla mancata comunicazione dell’accettazione e aveva considerato la successiva firma del preliminare come prova della conclusione dell’affare.
La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente questa decisione, accogliendo il ricorso dell’acquirente. Gli Ermellini hanno stabilito che il Tribunale aveva commesso diversi errori di valutazione, sia procedurali che di merito.

Diritto alla Provvigione Mediatore: la “Conclusione dell’Affare”

Il cuore della decisione ruota attorno all’interpretazione dell’art. 1755 del Codice Civile, che lega il diritto alla provvigione mediatore alla “conclusione dell’affare”. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: per “affare concluso” non si intende un semplice accordo informale o una puntuazione di massima, come un “preliminare di preliminare”.
L’affare si considera concluso solo quando tra le parti si è costituito un vincolo giuridico che le abiliti ad agire per l’esecuzione specifica del contratto (ai sensi dell’art. 2932 c.c.) o, in alternativa, per il risarcimento del danno derivante dall’inadempimento. In altre parole, deve esistere un accordo completo e vincolante, non soggetto a condizioni che ne possano impedire l’efficacia.

L’Impatto della Condizione Sospensiva

Un altro punto fondamentale toccato dalla Corte riguarda l’art. 1757 c.c. Questa norma stabilisce che, se un contratto è sottoposto a una condizione sospensiva, il diritto alla provvigione sorge solo nel momento in cui tale condizione si avvera.
Nel caso di specie, il contratto preliminare del 2015 era chiaramente subordinato alla concessione del mutuo. Poiché la condizione non si è verificata, il contratto è rimasto inefficace e, di conseguenza, l’agenzia immobiliare non ha mai maturato il diritto alla provvigione basato su quell’accordo.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando diversi punti chiave. Innanzitutto, ha chiarito che l’onere di provare la conclusione di un affare valido, che giustifichi il pagamento della provvigione, spetta al mediatore (l’accipiens). In secondo luogo, ha specificato che l’argomentazione dell’acquirente sulla mancata conclusione dell’affare è un’eccezione in senso lato, che poteva essere sollevata anche tardivamente nel corso del processo di primo grado, contrariamente a quanto affermato dal Tribunale. Infine, ha precisato che la semplice sottoscrizione di una proposta d’acquisto, senza una tempestiva e provata accettazione comunicata al proponente, non è sufficiente a creare il vincolo giuridico necessario per far sorgere il diritto alla provvigione.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela di chi si appresta ad acquistare un immobile, stabilendo con fermezza che la provvigione mediatore non è una tassa sulla trattativa, ma il compenso per il raggiungimento di un risultato concreto: la stipula di un accordo giuridicamente solido e immediatamente efficace o comunque destinato a diventarlo. Per i mediatori, la sentenza è un monito a garantire che l’affare sia perfezionato in ogni suo elemento prima di richiedere il pagamento del proprio compenso, specialmente in presenza di contratti condizionati. La mera messa in relazione delle parti non è sufficiente se non porta alla creazione di un vincolo esigibile.

Quando un mediatore immobiliare ha diritto alla provvigione?
Il diritto alla provvigione sorge solo quando, per effetto del suo intervento, le parti concludono un “affare”, inteso come un accordo giuridicamente vincolante che le abiliti ad agire per l’esecuzione specifica del contratto (ex art. 2932 c.c.) o per il risarcimento del danno.

Un contratto preliminare sottoposto a condizione sospensiva dà diritto alla provvigione?
No. Secondo l’art. 1757 c.c., se il contratto è sottoposto a condizione sospensiva, il diritto alla provvigione sorge solo nel momento in cui la condizione si verifica. Se la condizione non si avvera (ad esempio, la banca non concede il mutuo), la provvigione non è dovuta.

Cosa succede se una proposta di acquisto scade senza che l’accettazione sia stata comunicata al proponente?
La proposta di acquisto perde la sua efficacia. Se non si forma un accordo vincolante entro i termini stabiliti, l’affare non può considerarsi concluso e, di conseguenza, il mediatore non matura il diritto alla provvigione basato su quella proposta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati