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Prova del credito bancario: l’onere della banca

Una società finanziaria si è vista rigettare una domanda di ammissione al passivo fallimentare per oltre 2,5 milioni di euro. La Cassazione ha confermato la decisione, sottolineando che la mancata produzione di tutti gli estratti conto impedisce una corretta prova del credito bancario, e la nomina di un CTU non può sopperire a tale carenza probatoria se non vi sono altri documenti idonei a ricostruire il saldo.

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Prova del Credito Bancario: Perché gli Estratti Conto Completi sono Essenziali

La corretta prova del credito bancario è un pilastro fondamentale nei contenziosi tra istituti di credito e clienti, specialmente nelle procedure fallimentari. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale: la banca che vanta un credito ha l’onere di dimostrarne l’esatta entità e formazione, e la produzione parziale degli estratti conto può portare al rigetto totale della domanda. Analizziamo questa importante decisione per comprenderne le implicazioni pratiche.

Il Caso: Una Domanda di Ammissione al Passivo Rigettata

Una società veicolo, cessionaria di un credito originariamente vantato da un noto istituto bancario, aveva presentato domanda di insinuazione al passivo del fallimento di un’azienda per un importo superiore a 2,5 milioni di euro. Tale credito derivava da un’apertura di credito in conto corrente e da un contratto di anticipo fatture.

Il Tribunale aveva rigettato la domanda, rilevando una grave lacuna documentale: la banca non aveva prodotto la serie completa degli estratti conto dall’inizio del rapporto (avvenuto nel 1985) fino alla sua cessazione (nel 2019). Mancavano numerosi periodi, rendendo impossibile una ricostruzione attendibile dell’andamento del conto e, di conseguenza, la verifica della formazione del saldo debitore finale.

La Carenza nella Prova del Credito Bancario

La società creditrice ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo due motivi principali. In primo luogo, ha argomentato che la mancata produzione di tutti gli estratti conto non dovrebbe essere un ostacolo insormontabile. Secondo la ricorrente, la prova poteva essere desunta da altri documenti prodotti, come il contratto, certificazioni contabili e notarili. Di conseguenza, il giudice avrebbe dovuto nominare un Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) per ricostruire il saldo. In secondo luogo, ha lamentato il rigetto immotivato della richiesta di CTU da parte del Tribunale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, giudicando i motivi inammissibili e infondati. La decisione si basa su principi consolidati in materia di onere della prova e sul ruolo degli strumenti istruttori nel processo civile.

Le Motivazioni della Sentenza: l’Onere della Prova Resta Centrale

La Corte ha chiarito diversi punti fondamentali. Innanzitutto, la nomina di un CTU non è un diritto della parte, ma rientra nel potere discrezionale del giudice. La consulenza tecnica è un mezzo per aiutare il giudice a valutare dati già acquisiti, non per sopperire alla carenza probatoria della parte che ha l’onere di dimostrare il proprio diritto. In questo caso, la banca non aveva adempiuto al proprio onere di fornire la prova completa e analitica del suo credito.

Inoltre, i giudici hanno sottolineato l’astrattezza delle argomentazioni della ricorrente. La società si è limitata a menzionare genericamente l’esistenza di ‘altri documenti’, senza specificare in concreto come questi avrebbero potuto consentire una ricostruzione puntuale dei movimenti contabili per i lunghi periodi non coperti dagli estratti conto. Affidare questo compito esplorativo a un CTU significherebbe invertire l’onere della prova.

Pur riconoscendo che, in linea di principio, la ricostruzione del saldo è possibile anche con mezzi di prova ulteriori, la Corte ha specificato che questi devono essere ‘idonei a fornire indicazioni certe e complete’. In assenza di tale prova, l’incompleta produzione degli estratti conto è un ostacolo decisivo, poiché non permette di escludere, ad esempio, eventuali riduzioni del debito avvenute nei periodi non documentati. La mancanza della parte finale degli estratti conto è stata considerata particolarmente grave, impedendo qualsiasi verifica sull’evoluzione finale del rapporto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Banche e Creditori

Questa ordinanza rafforza un messaggio chiaro per gli istituti di credito e per chiunque vanti un credito derivante da un rapporto di conto corrente: la diligenza nella conservazione e nella produzione documentale è essenziale. Per ottenere il riconoscimento di un credito in sede giudiziale, specialmente in un contesto fallimentare dove la verifica è ancora più rigorosa, è indispensabile fornire la serie completa degli estratti conto. Affidarsi a documentazione alternativa o sperare in una CTU ‘esplorativa’ è una strategia rischiosa che, come dimostra questo caso, porta molto probabilmente al rigetto della domanda. L’onere della prova del credito bancario rimane saldamente sulle spalle del creditore.

È possibile dimostrare un credito bancario senza produrre tutti gli estratti conto?
In teoria sì, ma solo se si forniscono altri mezzi di prova idonei a dare indicazioni certe e complete che permettano di ricostruire il saldo. La semplice produzione del contratto o di certificazioni generiche non è sufficiente a superare la mancanza di una documentazione analitica e continuativa.

Il giudice è obbligato a nominare un CTU (Consulente Tecnico) se mancano gli estratti conto?
No. La nomina di un CTU è una facoltà discrezionale del giudice. La consulenza non può essere utilizzata per sopperire alla carenza probatoria di una parte, ovvero per cercare prove che la parte stessa avrebbe dovuto fornire.

Perché la mancanza degli ultimi estratti conto è considerata particolarmente grave?
Perché impedisce di verificare l’evoluzione finale del rapporto e di accertare se, proprio in quella fase, vi sia stata una riduzione del debito o altri movimenti rilevanti. Questa lacuna rende impossibile la determinazione di un saldo finale certo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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