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Protezione speciale: UNILAV basta per l’integrazione

Un cittadino del Ghana si è visto negare la protezione speciale perché il Tribunale riteneva insufficiente la prova della sua integrazione in Italia. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che le comunicazioni di assunzione (UNILAV), anche per lavori a termine, e un contratto di locazione sono prove sufficienti dello sforzo di integrazione, non potendo il giudice ignorarle o ritenerle irrilevanti solo per la mancanza di buste paga.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Protezione speciale: la Cassazione valorizza UNILAV e contratto d’affitto

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un’importante chiave di lettura sui criteri per il riconoscimento della protezione speciale, sottolineando come la prova dell’integrazione sociale ed economica di un richiedente non possa essere ancorata unicamente alla produzione di buste paga. Questa decisione chiarisce il valore probatorio di documenti come le comunicazioni UNILAV e i contratti di locazione.

I Fatti del Caso

Un cittadino del Ghana, dopo aver visto respinta una prima richiesta di protezione internazionale, presentava una nuova domanda per ottenere lo status di rifugiato, la protezione sussidiaria o, in subordine, la protezione speciale. A sostegno della sua richiesta, evidenziava il proprio percorso di integrazione in Italia, documentando la frequenza a un corso di alfabetizzazione, lo svolgimento continuativo di attività lavorativa come bracciante agricolo e la stipula di un contratto di locazione per un alloggio.

Il Tribunale di Palermo rigettava la domanda, ritenendo che gli elementi forniti non fossero sufficienti a dimostrare un’integrazione radicata. In particolare, il giudice di merito svalutava le comunicazioni di assunzione (modello UNILAV) e considerava i periodi lavorativi, attestati da buste paga per meno di sei mesi, troppo brevi e sporadici per costituire prova di un inserimento stabile.

L’Analisi della Corte di Cassazione sulla Protezione Speciale

Investita del caso, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del cittadino straniero, censurando la decisione del Tribunale. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio fondamentale: per la protezione speciale, l’integrazione non deve essere necessariamente ‘piena, radicale ed irreversibile’, ma richiede il compimento di un ‘apprezzabile sforzo’ da parte del richiedente.

La Corte ha chiarito che tale sforzo può essere desunto da una pluralità di elementi, tra cui:
* La stipulazione di contratti di lavoro, anche a tempo determinato, che comprovino uno svolgimento continuativo dell’attività lavorativa.
* La partecipazione a corsi di formazione e attività di volontariato.
* L’apprendimento della lingua italiana.

Il Valore delle Comunicazioni UNILAV nella Protezione Speciale

Il punto cruciale della decisione riguarda il valore probatorio delle comunicazioni UNILAV. La Cassazione ha affermato che i giudici di merito non possono ritenerle ‘prive di rilievo’. L’UNILAV è lo strumento ufficiale con cui i datori di lavoro adempiono all’obbligo di comunicazione dell’instaurazione di un rapporto di lavoro. Essendo destinate a enti pubblici come il Ministero del Lavoro e l’INPS, e soggette a controlli, queste comunicazioni costituiscono una garanzia sufficiente dell’effettività del rapporto di lavoro dichiarato, rendendo irrilevante la mancata produzione delle buste paga.

L’Importanza del Contratto di Locazione

Inoltre, la Corte ha criticato il Tribunale per non aver considerato il contratto di locazione prodotto dal ricorrente. Questo documento, secondo la Cassazione, è un elemento fondamentale per verificare la capacità del richiedente di procurarsi un’adeguata sistemazione abitativa e, quindi, il possesso di risorse economiche sufficienti per un’esistenza ‘libera e dignitosa’.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sull’interpretazione della disciplina sulla protezione speciale, come modificata dal D.L. n. 130/2020. L’obiettivo non è accertare un’integrazione già perfettamente compiuta, ma valutare se il percorso intrapreso dal richiedente dimostri un concreto sforzo di inserimento nel tessuto sociale ed economico italiano. In quest’ottica, pretendere unicamente contratti a tempo indeterminato o una lunga serie di buste paga sarebbe contrario alla ratio della norma.

La Corte ha ribadito che anche una serie di contratti a termine è idonea a dimostrare la continuità dell’impegno lavorativo. Le comunicazioni UNILAV, in quanto atti ufficiali e soggetti a verifica, offrono una prova attendibile dell’esistenza di tali rapporti. Ignorare questi documenti, così come un contratto di locazione che attesta autonomia abitativa, equivale a un omesso esame di fatti decisivi per il giudizio.

Per quanto riguarda le violenze subite dal ricorrente in Libia, la Corte ha confermato che esse non sono, di per sé, rilevanti per la protezione speciale, a meno che non sia dimostrato che abbiano causato una condizione di fragilità personale e duratura, un onere probatorio che spetta al richiedente.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato il decreto del Tribunale di Palermo, rinviando la causa per un nuovo esame. La decisione stabilisce un principio guida per i tribunali: nella valutazione della domanda di protezione speciale, il giudice deve considerare tutti gli elementi prodotti dal richiedente che attestino il suo sforzo di integrazione. Le comunicazioni UNILAV e i contratti di locazione non possono essere svalutati, ma devono essere considerati prove significative del percorso di inserimento sociale ed economico, anche in assenza di buste paga per lunghi periodi o di un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Per ottenere la protezione speciale, è necessario avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, ai fini del riconoscimento della protezione speciale, ciò che conta è la dimostrazione di un apprezzabile sforzo di integrazione, che può essere provato anche attraverso una pluralità di contratti di lavoro a tempo determinato che indichino la continuità dell’attività lavorativa.

Le comunicazioni UNILAV hanno valore di prova per dimostrare un rapporto di lavoro?
Sì. La Corte ha stabilito che le comunicazioni UNILAV costituiscono lo strumento ufficiale per l’instaurazione di un rapporto di lavoro e sono soggette a controlli pubblici. Pertanto, hanno un valore probatorio significativo e non possono essere considerate irrilevanti, anche in assenza della produzione di buste paga.

Le violenze subite in un Paese di transito come la Libia sono sufficienti per ottenere la protezione speciale?
No, non automaticamente. Le violenze o i maltrattamenti subiti in un Paese di transito non sono di per sé sufficienti, a meno che il richiedente non dimostri che tali eventi abbiano causato una condizione di fragilità personale rilevante e duratura, con effetti traumatici che incidono sulla sua condizione attuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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