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Proprietà lastrico solare: prova per la Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30791/2024, chiarisce i criteri per determinare la proprietà del lastrico solare. Un proprietario aveva citato in giudizio il condominio e il titolare dell’appartamento sovrastante per danni da infiltrazioni. La Corte d’Appello aveva escluso la responsabilità del condominio basandosi su una clausola del regolamento che addebitava le spese di manutenzione al singolo condomino. La Cassazione ha ribaltato la decisione, affermando che per vincere la presunzione di proprietà comune del lastrico solare non basta una norma regolamentare sulla ripartizione delle spese. È necessario un titolo contrario, ovvero l’atto costitutivo del condominio, che in modo chiaro ed inequivocabile ne attesti la proprietà esclusiva. La Corte ha inoltre specificato che il danno da mancato godimento dell’immobile può essere provato anche tramite presunzioni.

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Proprietà lastrico solare: per la Cassazione la prova è solo nel titolo

La questione della proprietà del lastrico solare è una fonte frequente di contenzioso nei condomini. Chi è responsabile per le infiltrazioni? Il condominio o il singolo proprietario che ne ha l’uso esclusivo? Con la sentenza n. 30791 del 2 dicembre 2024, la Corte di Cassazione torna su questo tema cruciale, stabilendo principi chiari sulla prova necessaria per superare la presunzione di proprietà comune e sulle modalità di risarcimento del danno da mancato godimento dell’immobile danneggiato.

I fatti di causa

Il caso ha origine dalla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla proprietaria di un appartamento sito al sesto piano di un edificio, a causa di gravi infiltrazioni d’acqua provenienti dalla terrazza sovrastante. La proprietaria citava in giudizio sia il Condominio sia la titolare dell’appartamento da cui si accedeva alla terrazza, chiedendo l’eliminazione delle cause delle infiltrazioni e il risarcimento per i danni materiali e per l’impossibilità di utilizzare l’immobile.

Inizialmente, il Tribunale condannava entrambi i convenuti in solido. Tuttavia, la Corte d’Appello riformava parzialmente la sentenza, escludendo la responsabilità del Condominio. La decisione si basava su una clausola del regolamento condominiale che addossava tutte le spese di manutenzione, ordinaria e straordinaria, al proprietario dell’appartamento che aveva accesso esclusivo alla terrazza. Secondo i giudici di secondo grado, questa clausola era sufficiente a dimostrare la proprietà esclusiva del lastrico solare, esonerando così il Condominio da ogni responsabilità.

La decisione della Corte di Cassazione e la proprietà del lastrico solare

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso degli eredi della proprietaria originaria, cassando la sentenza d’appello e delineando due principi fondamentali.

La prova della proprietà esclusiva

Il cuore della decisione riguarda la prova necessaria per superare la presunzione di proprietà comune del lastrico solare, sancita dall’articolo 1117 del codice civile. La norma elenca le parti dell’edificio che, salvo prova contraria, si presumono comuni.

La Cassazione ha chiarito che una clausola del regolamento condominiale che si limita a disciplinare la ripartizione delle spese di manutenzione non è sufficiente a trasferire la proprietà. Tale clausola può derogare ai criteri di spesa (come quello dell’art. 1126 c.c.), ma non può modificare il regime di proprietà del bene.

Per dimostrare che la proprietà del lastrico solare è esclusiva e non condominiale, è necessario un titolo idoneo. Questo titolo è l’atto costitutivo del condominio, ovvero il primo atto di trasferimento di un’unità immobiliare dall’originario costruttore a un acquirente. Solo questo atto, se contiene elementi chiari e inequivocabili che escludono il lastrico dalla proprietà comune, può validamente attribuirlo in via esclusiva a un singolo condomino.

Il risarcimento del danno da mancato godimento

Un altro punto fondamentale affrontato dalla Corte riguarda la prova del danno derivante dall’impossibilità di utilizzare l’immobile a causa delle infiltrazioni. La Corte d’Appello aveva negato il risarcimento perché la proprietaria non aveva fornito prove concrete di richieste di locazione o vendita andate perse.

La Cassazione, richiamando un importante precedente delle Sezioni Unite (sentenza n. 33645/2022), ha affermato che il danno da perdita di godimento del bene può essere provato anche tramite presunzioni. Il proprietario ha l’onere di allegare il pregiudizio subito (la perdita della possibilità di abitare o locare l’immobile), ma la prova può basarsi su nozioni di fatto che rientrano nella comune esperienza. Se un immobile è reso inabitabile, si presume che il proprietario abbia subito un danno, corrispondente, ad esempio, al valore locativo del bene, senza che sia necessario dimostrare di aver perso specifiche occasioni contrattuali.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando la differenza tra la disciplina della proprietà e quella della ripartizione delle spese. L’art. 1117 c.c. stabilisce un criterio di attribuzione della proprietà che può essere superato solo da un titolo contrario, non da un semplice accordo sulla gestione dei costi. Il regolamento richiamato nel caso di specie, inoltre, non era stato allegato all’atto originario di acquisto né trascritto, mancando quindi dei requisiti formali per incidere sui diritti reali.

Sul fronte del risarcimento, la Corte ha spiegato che la violazione del diritto di proprietà, che include il diritto di godere del bene in modo pieno ed esclusivo, genera un danno risarcibile. La perdita della concreta possibilità di godimento, dovuta all’inagibilità causata da un fatto illecito altrui, costituisce un danno conseguenza che può essere liquidato dal giudice anche su base presuntiva, facendo riferimento a parametri oggettivi come il canone di locazione di mercato.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza della Cassazione stabilisce due punti fermi di grande importanza pratica:
1. La proprietà del lastrico solare si presume condominiale. Per dimostrare il contrario, non è sufficiente una clausola del regolamento che ne attribuisce le spese a un solo condomino, ma è indispensabile un’espressa e chiara previsione contenuta nell’atto originario di costituzione del condominio.
2. Il proprietario di un immobile danneggiato da infiltrazioni ha diritto al risarcimento per il mancato utilizzo del bene. Tale danno può essere provato anche con presunzioni, senza la necessità di dimostrare specifiche trattative di vendita o locazione fallite. Il giudice può liquidare il danno basandosi sul valore locativo dell’immobile per il periodo di inagibilità.

Come si stabilisce se il lastrico solare è di proprietà esclusiva o condominiale?
La proprietà del lastrico solare si presume condominiale ai sensi dell’art. 1117 c.c. Per dimostrare che è di proprietà esclusiva, è necessario un titolo contrario, che deve essere l’atto costitutivo del condominio (il primo atto di vendita), il quale deve contenere elementi chiari ed inequivocabili che escludano il bene dalla proprietà comune.

Una clausola del regolamento condominiale che addebita le spese a un solo condomino è sufficiente a provare la proprietà esclusiva del lastrico solare?
No. Secondo la Cassazione, una clausola che si limita a regolare la ripartizione delle spese di manutenzione non è sufficiente a trasferire la proprietà del lastrico solare. Essa può derogare ai criteri legali di spesa, ma non al regime di proprietà del bene.

Come si prova il danno da mancato utilizzo di un immobile reso inagibile?
Il danno da mancato utilizzo può essere provato anche tramite presunzioni. Il proprietario deve allegare il pregiudizio subito (cioè la perdita della possibilità di godere del bene, direttamente o dandolo in locazione). La prova può essere fornita facendo riferimento a nozioni di comune esperienza, e il danno può essere liquidato dal giudice in base a parametri oggettivi, come il valore locativo di mercato dell’immobile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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