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Produzione nuovi documenti appello: rinvio al giudice

Una famiglia contesta un’azione revocatoria su una donazione. Il caso si concentra sulla presentazione tardiva di documenti cruciali per dimostrare la legittimità del creditore. Dopo vari gradi di giudizio, la Corte di Cassazione, prima di decidere nel merito sull’ammissibilità dei documenti, emette un’ordinanza interlocutoria per trasferire il caso alla sezione giudiziaria competente. Il tema centrale rimane la regola procedurale sulla produzione nuovi documenti in appello.

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Produzione Nuovi Documenti in Appello: La Cassazione e la Competenza della Sezione

L’ammissibilità della produzione nuovi documenti in appello è una questione procedurale delicata che può determinare l’esito di una controversia. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione, pur non decidendo nel merito, offre spunti importanti sulla gestione di questi casi, evidenziando come anche aspetti organizzativi interni alla Corte possano influenzare il percorso di un giudizio.

I Fatti del Caso: Una Donazione Sotto Esame

La vicenda ha origine da un’azione revocatoria avviata da un istituto di credito. Un fideiussore, garante per una società debitrice, aveva donato ai propri figli la nuda proprietà di alcuni immobili. La banca, ritenendo che tale atto pregiudicasse le proprie garanzie creditorie, agiva in giudizio per far dichiarare l’inefficacia della donazione. Inizialmente, il Tribunale dichiarava la domanda inammissibile, poiché la società mandataria della banca non aveva provato la propria legittimazione ad agire, ovvero non aveva dimostrato di essere l’effettiva titolare del credito.

Il Lungo Percorso Processuale e la questione sulla Produzione Nuovi Documenti in Appello

La Corte d’Appello confermava la decisione di primo grado, ritenendo che i documenti necessari a provare la titolarità del credito e il rapporto di mandato non potessero essere prodotti per la prima volta in secondo grado, in base alle preclusioni previste dal Codice di procedura civile. La società creditrice ricorreva allora in Cassazione. Con una prima sentenza, la Suprema Corte cassava la decisione d’appello, rinviando il caso ai giudici di secondo grado per una nuova valutazione sulla “indispensabilità” dei documenti tardivamente prodotti.
La Corte d’Appello, in sede di rinvio, accoglieva la domanda della società, ritenendo i documenti indispensabili e quindi ammissibili. Sulla base di queste nuove prove, dichiarava l’inefficacia della donazione. Contro questa nuova sentenza, i familiari del fideiussore proponevano un ulteriore ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

I ricorrenti basavano le loro difese su tre motivi principali:
1. La violazione del principio del “giudicato interno”, sostenendo che la mancata produzione di certi documenti nel primo giudizio d’appello fosse una questione ormai decisa e non più discutibile.
2. L’omessa pronuncia da parte dei giudici di rinvio sulla questione del giudicato interno.
3. L’errata valutazione di prove che, a loro dire, erano state acquisite irritualmente nel giudizio di rinvio.

La Decisione della Corte di Cassazione: una Questione di Competenza

Con l’ordinanza in esame, la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione non entra nel merito dei motivi del ricorso. Rileva, piuttosto, una questione preliminare di natura procedurale: la precedente sentenza di Cassazione che aveva disposto il rinvio era stata emessa dalla Prima Sezione Civile. Pertanto, la Corte stabilisce che, per ragioni di competenza tabellare, la causa deve essere trasmessa alla Prima Sezione Civile per la decisione finale.

Le Motivazioni

La motivazione alla base di questa ordinanza interlocutoria è puramente organizzativa e procedurale. La Corte ritiene che, per coerenza e per rispettare le regole interne sulla distribuzione delle cause, il collegio che ha già esaminato il caso in una fase precedente (la Prima Sezione) sia quello più idoneo a decidere il nuovo ricorso. Di conseguenza, dispone il rinvio della causa a nuovo ruolo per la successiva assegnazione alla sezione competente. La decisione sulla cruciale questione della produzione nuovi documenti in appello e sulla sussistenza di un eventuale giudicato interno è, quindi, solo posticipata.

Conclusioni

Questa ordinanza, sebbene non risolutiva, dimostra la complessità delle dinamiche processuali. La questione centrale sull’ammissibilità di prove documentali decisive presentate solo in appello resta aperta e sarà oggetto di una futura pronuncia. La decisione evidenzia come, anche ai massimi livelli della giurisdizione, le questioni di competenza e di organizzazione interna possano avere un impatto concreto sui tempi e sulle modalità di definizione delle liti. Per le parti in causa, ciò significa un’ulteriore attesa, ma anche la garanzia che il loro caso sarà esaminato dal collegio ritenuto proceduralmente più corretto.

È possibile produrre nuovi documenti in appello?
La presente ordinanza non fornisce una risposta definitiva, ma richiama una precedente sentenza della Cassazione che ha ammesso la possibilità di produrre nuovi documenti in appello, a condizione che siano ritenuti “indispensabili”, ovvero dotati di un’influenza causale decisiva sull’esito della controversia. La decisione finale su questo punto è stata rinviata.

Cosa significa “ordinanza interlocutoria” in questo contesto?
Si tratta di un provvedimento non definitivo che non risolve la controversia nel merito. In questo caso, la Corte di Cassazione la utilizza per affrontare una questione procedurale interna, cioè la competenza della sezione giudicante, prima di esaminare i motivi del ricorso.

Perché la Corte di Cassazione ha rinviato la causa a un’altra sezione?
La Corte ha rilevato che la precedente sentenza di Cassazione nello stesso procedimento era stata emessa dalla Prima Sezione Civile. Per rispettare le regole procedurali e di competenza interna, ha stabilito che la stessa sezione debba decidere anche il ricorso attuale, disponendo quindi la riassegnazione del caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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