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Privilegio su crediti: esteso al garante? La Cassazione

Una banca in liquidazione ha contestato l’estensione di un privilegio su crediti a sé stessa, in qualità di garante di un finanziamento pubblico. La Corte d’Appello aveva dato ragione al creditore, affermando la natura oggettiva del privilegio. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha dichiarato il ricorso della banca inammissibile perché presentato oltre il termine perentorio di 30 giorni previsto dalle norme speciali sulla liquidazione coatta amministrativa degli istituti di credito, senza entrare nel merito della questione.

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Privilegio su Crediti Pubblici: Vale Anche per il Garante? Il Verdetto della Cassazione

L’estensione del privilegio su crediti derivanti da finanziamenti pubblici anche alla figura del garante (o fideiussore) è una questione di notevole importanza nel diritto bancario e fallimentare. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un caso emblematico, risolvendolo però su un piano puramente processuale e offrendo un monito cruciale sull’importanza dei termini di impugnazione nelle procedure concorsuali speciali.

I Fatti del Caso: Una Garanzia Bancaria Messa alla Prova

La vicenda nasce dalla richiesta di una società creditrice, specializzata nel sostegno alle imprese all’estero, di veder riconosciuto il proprio credito verso una banca posta in liquidazione coatta amministrativa. Il credito derivava da una garanzia (fideiussione) che la banca aveva prestato a favore di un’impresa, la quale aveva ricevuto un finanziamento con fondi pubblici. A seguito della revoca del finanziamento, la società creditrice aveva escusso la garanzia, chiedendo di essere ammessa al passivo della liquidazione della banca con un privilegio su crediti speciale, previsto dalla legge per la restituzione di fondi pubblici.

La Decisione della Corte d’Appello: Il Privilegio ha Natura Oggettiva

In secondo grado, la Corte d’Appello di Venezia aveva accolto le ragioni della società creditrice. I giudici hanno stabilito che il privilegio previsto dall’art. 9, comma 5, del d.lgs. n. 123/1998 ha una natura oggettiva. Ciò significa che è legato alla causa del credito – ovvero la sua origine da fondi pubblici – e non al soggetto obbligato al pagamento. Di conseguenza, il privilegio assiste il credito restitutorio non solo nei confronti del debitore principale, ma anche nei confronti del suo garante, il quale si impegna ad adempiere la medesima prestazione. Secondo la Corte d’Appello, quindi, era irrilevante che il credito fosse esercitato contro il fideiussore anziché contro il beneficiario originario del finanziamento.

Il Ricorso in Cassazione e l’Importanza dei Termini Processuali

La banca in liquidazione ha impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Corte di Cassazione, contestando l’interpretazione estensiva della norma sul privilegio su crediti. Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità è stato determinato non dal merito della questione, ma da un vizio procedurale preliminare: la tardività del ricorso.

Le Motivazioni: La Tardività del Ricorso è Fatale

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione si fonda su una specifica norma procedurale applicabile alla liquidazione coatta amministrativa delle banche (art. 88 del D.Lgs. 385/1993, nel testo applicabile ratione temporis). Tale norma prevedeva che il termine per proporre ricorso per cassazione avverso le sentenze d’appello fosse ridotto alla metà, ovvero a soli trenta giorni dalla notifica della sentenza.
Nel caso di specie, la sentenza d’appello era stata notificata il 12 settembre 2019, mentre il ricorso per cassazione era stato notificato solo il 7 novembre 2019, ben oltre il termine perentorio di trenta giorni. Questo ritardo ha reso l’impugnazione irricevibile, impedendo alla Suprema Corte di pronunciarsi sulla questione di fondo relativa all’estensione del privilegio al garante.

Le Conclusioni: Attenzione alle Norme Speciali nelle Procedure Concorsuali

L’ordinanza offre una lezione fondamentale: nelle procedure concorsuali speciali, come la liquidazione coatta amministrativa, è essenziale prestare la massima attenzione alle norme procedurali derogatorie rispetto alla disciplina ordinaria. Un errore, come il mancato rispetto di un termine abbreviato, può avere conseguenze fatali, precludendo la difesa nel merito delle proprie ragioni.
Sebbene la Cassazione non si sia espressa sulla questione principale, la decisione della Corte d’Appello – che è diventata definitiva – costituisce un importante precedente. Essa rafforza l’interpretazione secondo cui il privilegio su crediti derivanti da finanziamenti pubblici ha carattere oggettivo e segue il credito stesso, indipendentemente dal soggetto chiamato a risponderne, sia esso il debitore principale o il suo fideiussore.

Un privilegio speciale che assiste un credito si estende anche al garante (fideiussore)?
Secondo la sentenza della Corte d’Appello, confermata indirettamente dalla Cassazione, sì. Il privilegio ha natura oggettiva, è legato alla causa del credito (l’origine da fondi pubblici) e non al soggetto debitore. Pertanto, si applica sia al debitore principale sia al garante che assicura la medesima prestazione.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile senza decidere nel merito?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché è stato presentato in ritardo. La normativa specifica sulla liquidazione coatta amministrativa delle banche prevedeva un termine per l’impugnazione ridotto a 30 giorni dalla notifica della sentenza, termine che la banca ricorrente non ha rispettato.

Qual è la principale implicazione pratica di questa ordinanza?
L’implicazione principale è che nelle procedure concorsuali speciali bisogna prestare la massima attenzione alle norme procedurali specifiche, in particolare ai termini per le impugnazioni. Un errore procedurale può precludere l’esame del merito di una questione, rendendo definitiva la decisione del grado precedente, a prescindere dalla fondatezza delle proprie argomentazioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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