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Privilegio finanziamenti pubblici: quando sorge?

La Corte di Cassazione ha stabilito che il privilegio finanziamenti pubblici a garanzia della restituzione sorge al momento dell’erogazione dei fondi e non al momento della successiva revoca o risoluzione del contratto. L’ordinanza chiarisce che la natura pubblicistica del credito è il fondamento della prelazione, rendendola efficace anche se attivata dopo l’inizio di una procedura concorsuale. La risoluzione contrattuale è equiparata alla revoca amministrativa ai fini dell’attivazione del privilegio.

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Privilegio Finanziamenti Pubblici: la Cassazione Chiarisce Quando Sorge la Prelazione

L’erogazione di fondi pubblici a sostegno delle imprese è un pilastro dello sviluppo economico. Ma cosa succede quando l’impresa beneficiaria entra in crisi? Il credito per la restituzione di tali fondi è assistito da una garanzia speciale? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 27360/2024, offre un’analisi decisiva sul privilegio finanziamenti pubblici, stabilendo un principio fondamentale: la garanzia nasce con l’erogazione dei fondi, non con la successiva revoca.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore dell’export otteneva due importanti finanziamenti a tasso agevolato da un ente gestore di fondi pubblici, finalizzati a sostenere programmi di sviluppo commerciale all’estero. Successivamente, l’impresa si trovava in difficoltà finanziarie e presentava domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità aziendale.

L’ente finanziatore, a seguito dell’apertura della procedura concorsuale, comunicava la propria volontà di avvalersi della clausola risolutiva espressa prevista nei contratti e insinuava il proprio credito per la restituzione delle somme erogate, sostenendone la natura privilegiata ai sensi del D.Lgs. n. 123/1998.

L’impresa debitrice si opponeva, argomentando che il credito dovesse essere considerato chirografario, ossia non assistito da alcuna preferenza, principalmente per due ragioni: la risoluzione contrattuale non equivaleva a una ‘revoca’ amministrativa del finanziamento e, in ogni caso, tale ‘revoca’ era avvenuta dopo l’inizio della procedura concorsuale, rendendo il privilegio inefficace nei confronti degli altri creditori.

I giudici di primo e secondo grado davano ragione all’ente finanziatore, confermando la natura privilegiata del credito. La questione giungeva così all’esame della Corte di Cassazione.

Le Motivazioni della Corte sul Privilegio Finanziamenti Pubblici

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’impresa, consolidando un orientamento giurisprudenziale di grande importanza. Le motivazioni si fondano su tre pilastri concettuali.

La Causa Pubblicistica del Credito è la Fonte del Privilegio

Il primo punto chiarito dalla Corte è che il fondamento del privilegio non risiede in una specifica clausola contrattuale, ma nella ‘causa del credito’ stessa (art. 2745 c.c.). Il credito deriva da un intervento di sostegno pubblico finalizzato allo ‘sviluppo delle attività produttive’. La sua natura pubblicistica è sufficiente a giustificare la prelazione, a prescindere dal fatto che la normativa (il D.Lgs. 123/1998) sia esplicitamente richiamata nel contratto di finanziamento. Lo scopo è recuperare risorse pubbliche per reinvestirle in altre iniziative di sviluppo.

L’Interpretazione Estensiva del Concetto di ‘Revoca’

La Corte ha specificato che il termine ‘revoca’, utilizzato dall’art. 9 del D.Lgs. 123/1998 come presupposto per la restituzione privilegiata, deve essere interpretato in senso ampio. Esso non si limita al solo provvedimento amministrativo formale, ma include qualsiasi evento che determini la caducazione del beneficio per una patologia del rapporto, come l’inadempimento del beneficiario. Pertanto, anche la risoluzione contrattuale, basata su una clausola risolutiva espressa, integra pienamente la fattispecie della ‘revoca’ prevista dalla legge ai fini dell’attivazione del privilegio.

Il Privilegio Sorge con l’Erogazione, non con la Revoca

Questo è il cuore della decisione. La Cassazione ha affermato che il privilegio finanziamenti pubblici non nasce al momento della revoca o della risoluzione. Esso sorge contestualmente al credito, ovvero al momento dell’erogazione delle somme. La revoca o la risoluzione non creano il privilegio, ma agiscono come una condizione sospensiva che ne determina l’efficacia e l’esigibilità.

Di conseguenza, poiché il privilegio era già sorto al momento della concessione del finanziamento, esso è pienamente opponibile alla massa dei creditori, anche se la sua ‘attivazione’ (la risoluzione del contratto) è avvenuta dopo l’apertura della procedura di concordato preventivo.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Corte di Cassazione rafforza significativamente la tutela dei crediti derivanti da finanziamenti pubblici. Stabilendo che il privilegio sorge con l’erogazione e che la ‘revoca’ ha un’accezione ampia, la Corte garantisce che le risorse pubbliche destinate allo sviluppo economico siano protette con maggiore efficacia in caso di insolvenza del beneficiario.

Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: gli enti erogatori di fondi pubblici possono contare su una posizione creditoria forte e stabile, mentre le imprese beneficiarie devono essere consapevoli che l’inadempimento degli obblighi contrattuali attiverà una prelazione preesistente e opponibile a tutti gli altri creditori, alterando la regola generale della par condicio creditorum.

Il privilegio sui finanziamenti pubblici richiede una specifica revoca amministrativa per essere attivato?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il termine ‘revoca’ va interpretato in senso ampio e include anche strumenti di natura privatistica come la risoluzione del contratto per inadempimento, che sono sufficienti per attivare la prelazione.

Quando sorge il privilegio a garanzia dei crediti per la restituzione di finanziamenti pubblici?
Secondo la Corte, il privilegio sorge al momento stesso dell’erogazione del finanziamento. La successiva revoca o risoluzione del contratto non lo costituisce, ma agisce come una condizione che ne rende concretamente efficace la tutela.

Il privilegio sui finanziamenti pubblici è efficace se la risoluzione del contratto avviene dopo l’inizio di una procedura concorsuale?
Sì, è pienamente efficace. Poiché il privilegio è sorto con l’erogazione dei fondi, e quindi prima dell’apertura della procedura concorsuale (es. concordato preventivo), la sua successiva ‘attivazione’ lo rende opponibile alla massa degli altri creditori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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