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Privilegio del professionista: come si calcola il biennio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4625/2024, ha rigettato il ricorso di una società in liquidazione, confermando che il biennio per il riconoscimento del privilegio del professionista (art. 2751 bis c.c.) si calcola a ritroso dalla data di cessazione del rapporto professionale, non dall’inizio della procedura concorsuale. La Corte ha ribadito che, in caso di rapporto continuativo con plurimi incarichi, il termine decorre dalla fine del rapporto complessivo, garantendo così una più ampia tutela al creditore professionale.

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Privilegio del Professionista: La Cassazione Chiarisce il Calcolo del Biennio

Il riconoscimento del privilegio del professionista sui beni mobili del debitore è una tutela fondamentale per chi svolge un’attività intellettuale. Tuttavia, l’applicazione pratica della norma, in particolare il calcolo del limite temporale degli ‘ultimi due anni di prestazione’, genera spesso contenziosi. Con l’ordinanza n. 4625 del 21 febbraio 2024, la Corte di Cassazione è tornata sul tema, consolidando un orientamento favorevole ai creditori professionali e chiarendo come determinare il dies a quo per il calcolo del biennio.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dall’opposizione allo stato passivo presentata da un ingegnere nei confronti di una società cooperativa in liquidazione coatta amministrativa. Il professionista lamentava che il suo credito, derivante da attività svolta e riconosciuto per un importo di oltre 11.000 euro, fosse stato ammesso in via chirografaria anziché privilegiata, come invece richiesto ai sensi dell’art. 2751 bis, n. 2, del codice civile.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale accoglieva l’opposizione del professionista, ammettendo il credito al passivo in via privilegiata. Secondo il giudice di merito, non vi era dubbio sull’esistenza e sull’entità del credito, peraltro non contestato dalla società debitrice. Inoltre, il Tribunale riteneva sussistente il diritto al privilegio, poiché le prestazioni si riferivano a un periodo (dal febbraio all’agosto 2017) rientrante nel biennio precedente l’ultima prestazione, rendendo irrilevanti le contestazioni della società sulla data certa dei documenti.

I Motivi del Ricorso in Cassazione e il Privilegio del Professionista

La società in liquidazione proponeva ricorso per cassazione, basandolo su due motivi. Con il primo, lamentava la violazione e falsa applicazione dell’art. 2751 bis c.c., sostenendo che il Tribunale avesse errato nell’individuare il dies a quo (il giorno di partenza) per il calcolo del biennio coperto dal privilegio. Secondo la ricorrente, le prestazioni del professionista erano ‘scindibili’ e il Tribunale non avrebbe dovuto considerarle in modo unitario.
Con il secondo motivo, deduceva un vizio di motivazione, ritenendola apparente e contraddittoria.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo importanti chiarimenti sul privilegio del professionista.

In primo luogo, la Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento secondo cui il biennio privilegiato previsto dall’art. 2751 bis n. 2 c.c. deve essere calcolato a ritroso dalla data di cessazione della prestazione, e non dalla data di apertura della procedura concorsuale (come il fallimento o la liquidazione coatta).

Questo principio è fondamentale: valorizza il momento in cui il rapporto professionale si conclude, indipendentemente dal tempo che può trascorrere prima che venga avviata una procedura esecutiva. Se così non fosse, il professionista vedrebbe erosa la sua garanzia per ritardi non a lui imputabili.

La Corte ha inoltre affrontato la questione dei rapporti professionali duraturi, caratterizzati da plurimi incarichi conferiti nel tempo. In tali casi, il limite temporale degli ‘ultimi due anni di prestazione’ va riferito al complessivo rapporto professionale. Ciò significa che il biennio non decorre dalla fine di ogni singolo incarico, ma dalla cessazione dell’intero rapporto continuativo tra le parti. Di conseguenza, restano esclusi dal privilegio solo i corrispettivi per incarichi conclusi in data anteriore al biennio che precede la fine del rapporto complessivo.

Sulla base di questi principi, la Corte ha ritenuto che la decisione del Tribunale fosse coerente con la giurisprudenza di legittimità. L’accertamento relativo al fatto che le prestazioni rientrassero nel biennio è stato inoltre qualificato come una valutazione di merito, non sindacabile in sede di cassazione.

Infine, il secondo motivo è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ricordato che il vizio di contraddittorietà della motivazione non è più deducibile secondo la formulazione attuale dell’art. 360, n. 5, c.p.c. e che, in ogni caso, le doglianze della società erano infondate, poiché la decisione del Tribunale sull’esistenza e l’ammontare del credito si basava sulla sostanziale non contestazione da parte della stessa debitrice.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida un’interpretazione dell’art. 2751 bis c.c. che offre una solida tutela ai professionisti. Stabilire che il biennio per il privilegio decorra dalla cessazione del rapporto professionale, e non dall’avvio di una procedura concorsuale, protegge il creditore da ritardi procedurali. La visione unitaria dei rapporti professionali continuativi, ai fini del calcolo del termine, evita inoltre un’eccessiva frammentazione della tutela, garantendo che il privilegio copra l’intera retribuzione maturata nell’ultimo biennio di attività per quel cliente, a prescindere dalla parcellizzazione degli incarichi.

Da quale momento si calcola il biennio utile per il riconoscimento del privilegio del professionista?
Il biennio si calcola a ritroso partendo non dal momento della dichiarazione di fallimento o dell’inizio della procedura concorsuale, ma dal momento in cui l’incarico professionale è stato portato a termine o è comunque cessato.

Come si applica il privilegio se un professionista ha svolto più incarichi per lo stesso cliente nel tempo?
In caso di plurimi incarichi all’interno di un rapporto professionale complessivo e duraturo, il limite temporale degli “ultimi due anni di prestazione” si riferisce al rapporto nella sua interezza. Il biennio, quindi, decorre dalla cessazione del rapporto professionale complessivo e non dalla fine di ogni singolo incarico.

Il privilegio del professionista copre anche l’attività svolta prima dei due anni se l’incarico è unitario?
Sì. Dato il carattere unitario dell’esecuzione di un incarico professionale e dei relativi onorari, il privilegio copre anche il corrispettivo per l’attività svolta prima del biennio anteriore alla cessazione, a condizione che l’incarico si sia concluso all’interno di tale biennio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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