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Prescrizione surroga INPS: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32178/2024, ha chiarito la natura della prescrizione surroga INPS per il recupero del TFR. L’Ente previdenziale, surrogandosi nei diritti del lavoratore, beneficia dello stesso termine di prescrizione. Se il diritto del lavoratore è accertato con sentenza passata in giudicato, il termine si estende da quinquennale a decennale. La Suprema Corte ha cassato la decisione di merito che, erroneamente, aveva ritenuto la sentenza tra lavoratore e datore come ‘res inter alios acta’, non influente ai fini della prescrizione.

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Prescrizione surroga INPS: come una sentenza trasforma il termine da 5 a 10 anni

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 32178/2024 offre un chiarimento fondamentale in materia di prescrizione surroga INPS per il recupero del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) erogato dal Fondo di Garanzia. Questa decisione stabilisce che, se il diritto del lavoratore è stato accertato da una sentenza passata in giudicato, il termine per l’azione di recupero dell’Ente previdenziale si estende da cinque a dieci anni. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante provvedimento.

Il caso: l’Ente Previdenziale e il recupero del TFR

La vicenda nasce dall’azione di un Ente previdenziale che, tramite il suo Fondo di Garanzia, aveva pagato il TFR a una lavoratrice dipendente di una società poi estinta. Successivamente, l’Ente ha agito per recuperare tale somma nei confronti di un ex socio della società, ottenendo un decreto ingiuntivo.

L’ex socio si è opposto al decreto, e la Corte d’Appello gli ha dato ragione, revocando l’ordine di pagamento. Secondo i giudici di secondo grado, il credito dell’Ente era prescritto, in quanto soggetto al termine breve di cinque anni decorrente dalla cessazione del rapporto di lavoro della dipendente.

La decisione della Corte d’Appello: un errore sulla prescrizione

La Corte d’Appello ha commesso un errore cruciale: ha considerato la sentenza che la lavoratrice aveva ottenuto contro la sua ex società datrice di lavoro come res inter alios acta, ovvero un atto giuridico irrilevante nei rapporti tra l’Ente previdenziale e l’ex socio. Di conseguenza, non ha tenuto conto dell’effetto che tale sentenza poteva avere sul termine di prescrizione.

Insoddisfatto di questa interpretazione, l’Ente previdenziale ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il proprio diritto si prescrivesse in dieci anni.

L’intervento della Cassazione e la prescrizione surroga INPS

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Ente, cassando la sentenza d’appello e fornendo un’interpretazione chiara dei principi giuridici in gioco.

La natura giuridica dell’azione dell’Ente: la surroga legale

Il punto centrale della decisione è la qualificazione dell’azione dell’Ente. Non si tratta di un diritto nuovo e autonomo, ma di una surroga legale ai sensi dell’art. 1203 c.c. In parole semplici, l’Ente, pagando il TFR al lavoratore, si sostituisce a quest’ultimo nello stesso identico diritto che egli vantava nei confronti del datore di lavoro.

Questo significa che l’Ente eredita il diritto con tutte le sue caratteristiche, compreso il regime della prescrizione.

L’effetto della sentenza di condanna del datore di lavoro

Se il diritto del lavoratore al TFR si prescrive normalmente in cinque anni (art. 2948 n. 5 c.c.), l’art. 2953 c.c. stabilisce una regola fondamentale: quando un diritto è accertato con sentenza passata in giudicato, l’azione per eseguirla si prescrive in dieci anni.

Poiché l’Ente si surroga nello stesso diritto del lavoratore, beneficia anche di questo prolungamento del termine. La sentenza ottenuta dalla lavoratrice non è quindi un atto estraneo, ma l’evento che trasforma il termine di prescrizione da breve (cinquennale) a lungo (decennale).

le motivazioni
La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione ribaltando l’impostazione della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno chiarito che l’azione dell’Ente previdenziale è un’azione di surroga e non di regresso. Questa distinzione è fondamentale: mentre il regresso genera un diritto nuovo, la surroga implica una successione nello stesso diritto del creditore originario. Di conseguenza, l’Ente non acquisisce un diritto diverso, ma subentra nella medesima posizione giuridica della lavoratrice, con tutti gli accessori e le garanzie, inclusi i termini di prescrizione applicabili a quel diritto. La Corte ha quindi affermato che la sentenza ottenuta dalla lavoratrice contro il datore di lavoro non può essere considerata res inter alios acta. Essendo l’Ente succeduto proprio in quel diritto accertato giudizialmente, la sentenza diventa l’elemento cardine che, ai sensi dell’art. 2953 c.c., converte il termine di prescrizione da quinquennale a decennale. L’errore della corte territoriale è stato proprio quello di non riconoscere questa continuità giuridica tra il diritto della lavoratrice e quello esercitato per surroga dall’Ente.

le conclusioni
In conclusione, la sentenza della Corte di Cassazione stabilisce un principio di diritto di notevole importanza pratica. L’azione di recupero del Fondo di Garanzia INPS per il TFR erogato si giova del termine di prescrizione decennale qualora il credito della lavoratrice sia stato precedentemente accertato con una sentenza passata in giudicato nei confronti del datore di lavoro. Questa decisione rafforza la posizione dell’Ente previdenziale, garantendogli un lasso di tempo più ampio per recuperare le somme anticipate e assicurando una maggiore efficacia al meccanismo di tutela del Fondo di Garanzia. I datori di lavoro e i loro soci devono quindi essere consapevoli che una sentenza di condanna per il TFR ha effetti duraturi, estendendo a dieci anni il periodo entro cui l’Ente può agire per la surroga.

Qual è il termine di prescrizione per l’azione di surroga dell’INPS nei confronti del datore di lavoro per il TFR anticipato?
Il termine è lo stesso del diritto originario del lavoratore. Normalmente è di cinque anni, ma si estende a dieci anni se il diritto del lavoratore è stato accertato con una sentenza passata in giudicato, ai sensi dell’art. 2953 c.c.

La sentenza ottenuta dal lavoratore contro il datore di lavoro ha effetto nei rapporti tra INPS e datore di lavoro?
Sì, ha un effetto decisivo. Non è ‘res inter alios acta’ (un fatto tra altri soggetti), perché l’INPS si surroga esattamente nello stesso diritto accertato da quella sentenza. Pertanto, la sentenza può trasformare il termine di prescrizione da cinque a dieci anni a beneficio dell’INPS.

Che cosa significa ‘surroga legale’ in questo contesto?
Significa che l’INPS, dopo aver pagato il TFR al lavoratore, non acquisisce un nuovo e autonomo diritto di credito, ma si sostituisce legalmente al lavoratore nel suo originario diritto verso il datore di lavoro. L’INPS, in pratica, ‘eredita’ il credito con tutte le sue caratteristiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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