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Prescrizione rivalutazione contributiva: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7446/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di prescrizione per la rivalutazione contributiva da esposizione ad amianto. Un lavoratore si era visto negare il beneficio dalla Corte d’Appello, la quale aveva fatto decorrere il termine decennale di prescrizione dalla data del pensionamento. La Cassazione ha cassato la sentenza, chiarendo che il termine di prescrizione non decorre automaticamente dal pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore ha avuto effettiva conoscenza o poteva avere conoscenza del suo diritto, ovvero dell’esposizione nociva. La causa è stata rinviata per un nuovo esame basato su questo principio.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Rivalutazione Contributiva: la Consapevolezza del Lavoratore è Decisiva

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 7446/2024) ha fatto luce su un tema cruciale per molti lavoratori esposti ad amianto: la prescrizione rivalutazione contributiva. Questa pronuncia stabilisce che il termine decennale per richiedere il beneficio non parte automaticamente dalla data di pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza del proprio diritto. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un lavoratore, dopo anni di servizio presso un’azienda chimica dove era stato esposto a fibre di amianto, ha presentato domanda all’Istituto Previdenziale per ottenere la rivalutazione dei contributi previdenziali, come previsto dalla legge n. 257 del 1992. Il suo rapporto di lavoro era cessato nel 1991 e il pensionamento era avvenuto nell’aprile del 2000.

La domanda amministrativa, presentata solo nel dicembre 2016, veniva respinta. La Corte d’Appello, riformando la sentenza di primo grado, dava ragione all’Istituto, sostenendo che il diritto del lavoratore si fosse estinto per prescrizione. Secondo i giudici di merito, il termine di dieci anni per agire era decorso, essendo iniziato dalla data del pensionamento.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso del lavoratore, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame. I giudici di legittimità hanno respinto le tesi del ricorrente che sostenevano la totale imprescrittibilità del diritto, confermando che la rivalutazione contributiva è soggetta alla prescrizione ordinaria decennale. Tuttavia, il punto focale della decisione risiede nell’individuazione del dies a quo, ovvero del momento da cui far partire il conteggio dei dieci anni.

Le Motivazioni della Corte sulla Prescrizione Rivalutazione Contributiva

La Corte di Cassazione ha censurato l’automatismo applicato dalla Corte d’Appello. Collegare la decorrenza della prescrizione alla mera data del pensionamento è un errore di diritto. La normativa sulla prescrizione (art. 2935 c.c.) stabilisce che essa inizia a decorrere “dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”.

Nel caso della rivalutazione per esposizione ad amianto, il diritto può essere fatto valere non semplicemente quando si va in pensione, ma quando si ha la conoscenza o la concreta possibilità di conoscere il fatto dannoso, cioè l’esposizione a sostanze nocive oltre la soglia di legge. La data del pensionamento, di per sé, non dimostra questa consapevolezza.

I giudici di legittimità hanno ribadito che la giurisprudenza consolidata richiede un accertamento puntuale e positivo di tale conoscenza. Non si può presumere che un lavoratore, al momento del pensionamento, sia automaticamente a conoscenza di un suo specifico diritto legato a un’esposizione avvenuta anni prima. La Corte d’Appello avrebbe dovuto indagare se e quando il lavoratore avesse acquisito la consapevolezza necessaria per esercitare il suo diritto, senza fare ricorso a inferenze automatiche e prive di fondamento probatorio.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza la tutela dei lavoratori esposti a rischi professionali. La decisione chiarisce che il termine per la prescrizione rivalutazione contributiva non è un dato rigido e automatico, ma va ancorato a un elemento soggettivo: la consapevolezza dell’interessato. Spetterà quindi al giudice di merito, nel nuovo giudizio, verificare concretamente quando il lavoratore ha potuto conoscere il suo diritto, e solo da quel momento calcolare il decorso dei dieci anni. Si tratta di un principio di equità che impedisce la perdita di un diritto fondamentale per un mero decorso del tempo, quando il titolare non era in condizione di agire per tutelarlo.

Il diritto alla rivalutazione contributiva per esposizione ad amianto è imprescrittibile?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che questo diritto, pur essendo strumentale alla pensione, è autonomo e soggetto all’ordinario termine di prescrizione decennale.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per la rivalutazione contributiva?
La prescrizione decorre dal momento in cui l’interessato ha avuto conoscenza o poteva avere conoscenza (usando l’ordinaria diligenza) del fatto di essere stato esposto ad amianto oltre la soglia di legge durante l’attività lavorativa.

La data di pensionamento è sufficiente a far partire il termine di prescrizione?
No. Secondo la Corte, la data del pensionamento non è di per sé un elemento sufficiente. Non si può presumere automaticamente che il lavoratore in quella data fosse a conoscenza del suo diritto alla rivalutazione. È necessario un accertamento specifico sulla sua effettiva consapevolezza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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