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Prescrizione risarcimento danni: decorrenza e prova

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un gruppo di risparmiatori contro un’autorità di vigilanza, confermando l’estinzione del diritto per prescrizione. La sentenza ribadisce che il termine per la prescrizione del risarcimento danni decorre da quando il danneggiato, con ordinaria diligenza, può conoscere il danno e la sua causa, non dalla data in cui ne ha prova documentale. Inoltre, spetta sempre al creditore dimostrare l’avvenuta interruzione della prescrizione.

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Prescrizione Risarcimento Danni: Quando Inizia a Decorrere il Termine?

La questione della prescrizione del risarcimento danni è un tema cruciale nel diritto civile, poiché determina il limite temporale entro cui un diritto può essere fatto valere in giudizio. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti su due aspetti fondamentali: il momento esatto in cui il termine di prescrizione inizia a decorrere e su chi ricade l’onere di provare una sua eventuale interruzione. La vicenda, che ha visto contrapposti numerosi risparmiatori e un’importante autorità di vigilanza, sottolinea l’importanza del principio di ordinaria diligenza per la tutela dei propri diritti.

I Fatti alla Base della Richiesta di Risarcimento Danni

Nel 2013, un’associazione di consumatori e decine di cittadini hanno citato in giudizio l’autorità nazionale di vigilanza bancaria. I risparmiatori lamentavano di aver subito ingenti perdite economiche dopo aver investito i propri capitali in libretti di risparmio emessi da un istituto finanziario che, in seguito, si è scoperto non essere autorizzato alla raccolta del risparmio.

Secondo i ricorrenti, l’autorità di vigilanza era a conoscenza di tali irregolarità sin dal 2000 ma aveva omesso di intervenire tempestivamente. Solo nel 2004 l’istituto finanziario è stato cancellato dall’albo e posto in liquidazione coatta amministrativa. I risparmiatori sostenevano che un intervento più celere e diligente da parte dell’organo di controllo avrebbe impedito la loro rovina finanziaria, chiedendo quindi il risarcimento dei danni subiti.

La Tesi sulla Prescrizione nei Primi Gradi di Giudizio

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno respinto la domanda, ritenendola prescritta. I giudici hanno stabilito che il termine di prescrizione quinquennale non decorreva dal momento in cui i risparmiatori avevano ottenuto la prova documentale della negligenza dell’autorità (avvenuta solo nel 2011), ma da un momento precedente.

Il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il conteggio, è stato individuato nel 10 luglio 2007, data in cui ai creditori fu comunicato il decreto di omologa del concordato preventivo dell’istituto finanziario. Secondo le corti di merito, da quella data i risparmiatori, usando l’ordinaria diligenza, avrebbero avuto la piena consapevolezza del danno subito e avrebbero potuto attivarsi per individuarne le cause, incluse le eventuali responsabilità dell’organo di vigilanza.

Le Motivazioni della Suprema Corte sulla Prescrizione del Risarcimento Danni

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha confermato le decisioni precedenti, rigettando il ricorso dei risparmiatori e definendolo “temerario”. L’analisi della Suprema Corte si è concentrata sui due motivi di ricorso presentati.

Onere della Prova e Interruzione della Prescrizione

I ricorrenti sostenevano di aver interrotto la prescrizione con una lettera raccomandata inviata nel 2009 e che la controparte non avesse specificamente contestato tale circostanza. La Cassazione ha smontato questa tesi, affermando un principio processuale fondamentale: chi eccepisce la prescrizione nega implicitamente ogni sua interruzione. Non è necessario un ulteriore atto di contestazione. Spetta unicamente al creditore, che afferma l’interruzione, fornire la prova piena di tale evento, ad esempio producendo l’avviso di ricevimento della raccomandata, cosa che nel caso di specie non era avvenuta.

La Decorrenza del Termine: Quando il Danno è Conoscibile?

Il punto centrale della decisione riguarda l’individuazione dell’exordium praescriptionis. I risparmiatori insistevano che nel 2007 conoscevano solo il danno (la perdita dei risparmi), ma non la causa (l’omessa vigilanza). La Corte ha ribadito che, ai sensi dell’art. 2935 c.c., la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Questo si verifica quando il soggetto danneggiato ha la possibilità, usando l’ordinaria diligenza, di percepire l’esistenza del danno e di individuarne la causa.

La Corte ha chiarito che l’impedimento al decorso della prescrizione deve essere di natura giuridica, non di mero fatto. L’ignoranza della causa del danno è scusabile solo se “incolpevole”, cioè quando nessuna persona ragionevolmente diligente avrebbe potuto venirne a conoscenza. Nel caso specifico, una volta appreso del dissesto dell’istituto nel 2007, i risparmiatori avrebbero potuto e dovuto attivarsi per acquisire i documenti necessari a comprendere le responsabilità, cosa che invece hanno fatto solo anni dopo.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame consolida principi fondamentali in materia di prescrizione del risarcimento danni. Le conclusioni pratiche che se ne possono trarre sono due:

1. La diligenza è fondamentale: Il termine di prescrizione non attende che il danneggiato abbia in mano la prova certa e inconfutabile della causa del suo danno. Inizia a decorrere dal momento in cui una persona mediamente diligente si sarebbe resa conto del pregiudizio e avrebbe iniziato a indagarne le origini. L’inerzia del creditore nel ricercare le cause del proprio danno non ferma il tempo.
2. L’onere della prova è chiaro: Chi intende interrompere la prescrizione deve essere in grado di dimostrarlo in modo inequivocabile. Non si può fare affidamento sulla mancata contestazione specifica da parte del debitore, poiché l’eccezione di prescrizione è di per sé una negazione totale della persistenza del diritto.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per una richiesta di risarcimento danni?
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui il danneggiato, utilizzando l’ordinaria diligenza, è in grado di percepire l’esistenza del danno e di individuarne la possibile causa. Non è necessario attendere di avere la certezza assoluta o la prova documentale della responsabilità di un terzo.

Se una parte eccepisce la prescrizione, deve anche contestare specificamente che sia stata interrotta?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la parte che solleva l’eccezione di prescrizione nega implicitamente e radicalmente che il diritto esista ancora, e quindi nega anche ogni possibile fatto interruttivo. L’onere di dimostrare l’interruzione ricade interamente su chi la afferma.

L’ignoranza della causa del danno impedisce il decorso della prescrizione?
Solo se tale ignoranza è incolpevole. È considerata incolpevole quando né il creditore né qualsiasi altra persona di ordinaria diligenza avrebbero potuto acquisire consapevolezza della causa del danno. Se il creditore, una volta conosciuto il danno, non si attiva per ricercarne le cause, la sua ignoranza non è scusabile e la prescrizione decorre regolarmente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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