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Prescrizione presuntiva: no per materiali edili

Una società fornitrice di materiali edili si è vista negare il pagamento di circa 15.000 euro da una cliente che ha eccepito la prescrizione presuntiva. Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla cliente. La Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, stabilendo che la prescrizione presuntiva si applica solo a beni di consumo quotidiano e di modico valore, escludendo quindi le forniture edili. La Corte ha chiarito che l’elevato importo e la natura dei beni sono incompatibili con la presunzione di pagamento immediato. Di conseguenza, si applica la prescrizione ordinaria decennale e la cliente è stata condannata al pagamento.

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Prescrizione Presuntiva: Perché Non Si Applica ai Materiali Edili

La prescrizione presuntiva è un istituto giuridico spesso fonte di contenzioso, poiché si basa su una supposizione di pagamento piuttosto che su una certezza. Una recente sentenza della Corte d’Appello di Napoli ha offerto importanti chiarimenti sul suo ambito di applicazione, escludendola per le forniture di materiali edili di valore non modico. Analizziamo questa decisione per capire le sue implicazioni pratiche per imprese e consumatori.

I Fatti di Causa

Una società specializzata nella fornitura di materiali edili aveva emesso fatture per un totale di 14.982,21 euro nei confronti di una cliente per la ristrutturazione del suo immobile. A fronte del mancato pagamento, la società aveva ottenuto un decreto ingiuntivo. La cliente, tuttavia, si opponeva al decreto sostenendo che il debito fosse estinto per intervenuta prescrizione presuntiva ai sensi dell’art. 2955, n. 5 del codice civile, affermando di aver saldato tutte le pendenze ad eccezione di una singola fattura.

La Decisione di Primo Grado e l’Appello

Inizialmente, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere accoglieva l’opposizione della cliente, revocando il decreto ingiuntivo e ritenendo applicabile la prescrizione presuntiva. La società fornitrice, ritenendo errata tale valutazione, proponeva appello. L’appellante sosteneva che la fornitura di materiali per l’edilizia non potesse essere assimilata a beni di largo consumo personale e quotidiano, e che l’elevato valore del credito fosse incompatibile con la presunzione di un pagamento immediato e senza rilascio di quietanza.

Le Motivazioni della Corte d’Appello sulla prescrizione presuntiva

La Corte d’Appello di Napoli ha accolto integralmente le argomentazioni della società fornitrice, riformando la sentenza di primo grado. I giudici hanno chiarito che l’istituto della prescrizione presuntiva ha un’applicazione eccezionale e tassativa, strettamente limitata a specifici rapporti della vita quotidiana.

I punti chiave della motivazione sono i seguenti:
1. Natura dei Beni: La norma (art. 2955, n. 5, c.c.) si riferisce ad “alienazioni al minuto” di beni di largo e generalizzato consumo personale e familiare (es. generi alimentari, abiti). I materiali edili (cemento, mattoni, tubi) acquistati per la ristrutturazione di un immobile non rientrano in questa categoria, essendo destinati a un uso non quotidiano e durevole.
2. Valore del Credito: L’importo totale di quasi 15.000 euro è considerato di “non modico valore”. La giurisprudenza costante ritiene che crediti di rilevante entità economica siano incompatibili con la prassi di un pagamento immediato o a breve termine, spesso effettuato senza formalità e quietanza, che è il presupposto su cui si fonda la prescrizione presuntiva.
3. Incompatibilità dell’Eccezione: La cliente, nel giudizio di primo grado, aveva ammesso di non aver pagato una delle fatture. La Corte ha sottolineato che l’ammissione, anche parziale, della mancata estinzione dell’obbligazione è logicamente incompatibile con l’eccezione di prescrizione presuntiva. Quest’ultima, infatti, si basa sulla presunzione che tutto il debito sia stato pagato. Negare l’estinzione del debito, anche solo in parte, fa crollare il fondamento stesso della presunzione.

Di conseguenza, la Corte ha stabilito che al rapporto in questione non si applica la prescrizione breve presuntiva, ma la prescrizione ordinaria decennale prevista dall’art. 2946 c.c. Poiché tale termine non era decorso, il credito della società fornitrice è stato riconosciuto come pienamente valido ed esigibile.

Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto di riferimento per le imprese che operano nel settore delle forniture, in particolare quelle edili. Viene riaffermato un principio cruciale: la prescrizione presuntiva non è uno strumento per eludere i pagamenti di debiti consistenti derivanti da contratti di fornitura complessi. La sua applicazione è ristretta ai piccoli debiti quotidiani, per i quali è socialmente usuale non conservare a lungo la prova del pagamento. Per i crediti di valore significativo e relativi a beni non di consumo, i creditori possono fare affidamento sul più lungo termine di prescrizione ordinaria decennale per tutelare i propri diritti.

Quando si applica la prescrizione presuntiva?
Secondo la sentenza, la prescrizione presuntiva si applica a rapporti di vita quotidiana relativi a vendite al minuto di beni di largo consumo personale e familiare, caratterizzati da pagamento immediato o a breve termine, senza formalità e per importi non rilevanti.

La fornitura di materiali edili rientra nella prescrizione presuntiva?
No. La Corte ha stabilito che i materiali edili acquistati per la costruzione o ristrutturazione di un immobile non sono beni di consumo quotidiano e, se la fornitura ha un valore economico rilevante (nel caso di specie, circa 15.000 euro), non è soggetta a prescrizione presuntiva ma a quella ordinaria decennale.

Cosa succede se il debitore ammette che l’obbligazione non è stata estinta?
Se il debitore, pur invocando la prescrizione presuntiva, ammette in giudizio che l’obbligazione non è stata (interamente) estinta, tale ammissione rende l’eccezione di prescrizione inapplicabile. La presunzione di pagamento viene meno di fronte alla stessa dichiarazione del debitore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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