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Prescrizione presuntiva: il curatore non può ignorare

Una lavoratrice si oppone al rigetto della sua richiesta di ammissione al passivo fallimentare per retribuzioni non pagate. La Corte di Cassazione, riformando la decisione del Tribunale, chiarisce un punto cruciale sulla prescrizione presuntiva: se il curatore fallimentare, a cui è stato deferito giuramento decisorio, dichiara di non sapere se il pagamento sia avvenuto, tale dichiarazione equivale a un mancato giuramento e va a vantaggio del creditore, superando la presunzione di avvenuto pagamento.

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Prescrizione Presuntiva: la Dichiarazione di Ignoranza del Curatore Favorisce il Creditore

Nel complesso mondo del diritto fallimentare e del lavoro, la tutela dei crediti retributivi è fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatta luce su un aspetto cruciale: gli effetti della prescrizione presuntiva quando il curatore fallimentare dichiara di non avere conoscenza del pagamento. Questa decisione rafforza la posizione dei creditori, in particolare dei lavoratori, chiarendo che l’incertezza del curatore non può danneggiare chi vanta un diritto.

I Fatti del Caso

Una lavoratrice aveva richiesto di essere ammessa al passivo del fallimento della sua ex società datrice di lavoro per ottenere il pagamento di diverse mensilità di stipendio non corrisposte. Il curatore fallimentare si era opposto alla richiesta, sollevando l’eccezione di prescrizione presuntiva annuale prevista dall’art. 2955 c.c., secondo cui, trascorso un anno, le retribuzioni si presumono pagate.

Il Tribunale, in prima istanza, aveva accolto solo parzialmente la richiesta della lavoratrice (limitatamente al TFR), rigettando la domanda per le retribuzioni mensili proprio a causa della prescrizione presuntiva.

Il Giuramento Deferito e la Svolta Processuale

Per superare l’ostacolo della prescrizione, la lavoratrice aveva deferito un giuramento decisorio al curatore, chiedendogli di giurare se avesse conoscenza o meno dell’avvenuto pagamento degli stipendi. In udienza, il curatore aveva risposto con un semplice: “non ho conoscenza”.

Il Tribunale aveva interpretato questa dichiarazione di ignoranza a svantaggio della creditrice, ritenendo non superata la presunzione di pagamento e rigettando così la sua opposizione. La lavoratrice ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Prescrizione Presuntiva e la Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente la decisione del Tribunale, accogliendo il ricorso della lavoratrice. Il punto centrale della decisione si basa su un principio di diritto recentemente affermato dalle Sezioni Unite della stessa Corte (sent. n. 25442/2023).

Secondo la Suprema Corte, quando in un contenzioso fallimentare il curatore solleva l’eccezione di prescrizione presuntiva e il creditore deferisce giuramento decisorio, la dichiarazione del curatore di “non sapere” se il pagamento sia avvenuto produce gli effetti del “mancato giuramento”.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è logica e garantista. Il giuramento decisorio è uno strumento eccezionale per provare un fatto e superare la presunzione di pagamento. Il curatore fallimentare, in qualità di organo della procedura, assume una posizione peculiare. Se dichiarasse di non sapere e questa dichiarazione andasse a suo favore, si creerebbe una situazione di stallo insuperabile per il creditore.

La Corte ha stabilito che la dichiarazione di ignoranza del curatore non può essere interpretata in danno del creditore. Al contrario, essa equivale a un rifiuto di giurare. Poiché il rifiuto di giurare comporta la soccombenza sulla questione oggetto del giuramento, la conseguenza è che la presunzione di pagamento viene superata, e il creditore vince la causa su quel punto. La dichiarazione “non ho conoscenza” non è una risposta neutra, ma una presa di posizione che, data la natura del giuramento, si risolve a favore di chi lo ha deferito.

Conclusioni

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche:

1. Rafforza la tutela dei creditori: I creditori, specialmente i lavoratori dipendenti, hanno uno strumento più efficace per superare l’eccezione di prescrizione presuntiva nelle procedure fallimentari.
2. Chiarisce il ruolo del curatore: Il curatore non può trincerarsi dietro un “non so” per vincere la causa. La sua dichiarazione di ignoranza ha una conseguenza giuridica precisa e sfavorevole per la massa fallimentare che rappresenta.
3. Principio di equità: La decisione riequilibra le posizioni processuali, evitando che il creditore sia penalizzato da una circostanza (l’ignoranza del curatore) che non dipende da lui e che non ha modo di superare altrimenti.

In sintesi, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’incertezza non paga. La dichiarazione di non conoscenza del curatore equivale a una sconfitta processuale sul punto specifico, consentendo al creditore di veder riconosciuto il proprio diritto.

Cos’è la prescrizione presuntiva applicata ai crediti di lavoro?
È una presunzione legale secondo cui, dopo un certo periodo di tempo (solitamente un anno per le retribuzioni periodiche), un debito si considera pagato, anche senza una prova di pagamento. Spetta al lavoratore creditore fornire una prova contraria per superare questa presunzione.

Cosa accade se il curatore fallimentare dichiara di ‘non sapere’ se un debito è stato pagato, in sede di giuramento decisorio?
Secondo la Corte di Cassazione, tale dichiarazione produce gli stessi effetti di un mancato giuramento. Di conseguenza, la presunzione legale di avvenuto pagamento si considera superata e il creditore vince la causa su quel punto specifico.

Perché la dichiarazione di ignoranza del curatore favorisce il creditore?
Perché il curatore è un organo della procedura concorsuale. Interpretare la sua ignoranza a favore del fallimento imporrebbe al creditore un onere probatorio impossibile da soddisfare. Pertanto, la sua dichiarazione di non conoscenza viene equiparata a un rifiuto di prestare giuramento, che per legge va a vantaggio della parte che aveva richiesto il giuramento stesso, cioè il creditore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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