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Prescrizione presuntiva: giuramento al curatore

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4225/2024, ha chiarito la disciplina della prescrizione presuntiva nei contenziosi fallimentari. Un professionista, il cui credito era stato escluso dallo stato passivo per intervenuta prescrizione, ha deferito il giuramento decisorio al curatore. La Corte ha stabilito che la dichiarazione di ‘non conoscenza’ del curatore circa l’estinzione del debito equivale al mancato giuramento, superando così l’eccezione di prescrizione e portando all’ammissione del credito.

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Prescrizione presuntiva nel fallimento: la Cassazione fa chiarezza sul giuramento al curatore

L’istituto della prescrizione presuntiva rappresenta da sempre un terreno scivoloso, specialmente quando interseca le complesse dinamiche del diritto fallimentare. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 4225/2024) ha fornito chiarimenti fondamentali sul rapporto tra questa particolare forma di prescrizione e gli strumenti processuali a disposizione del creditore, in particolare il giuramento decisorio deferito al curatore. La decisione analizza il delicato equilibrio tra la tutela della massa dei creditori e il diritto di difesa del singolo professionista che cerca di recuperare il proprio compenso.

I Fatti del Caso: Un Professionista contro il Fallimento

Un architetto chiedeva di essere ammesso al passivo di una società fallita per compensi professionali maturati prima della dichiarazione di fallimento. La sua richiesta era supportata da un decreto ingiuntivo che, tuttavia, non era divenuto definitivo. Il curatore fallimentare si opponeva, eccependo l’inopponibilità del decreto e, soprattutto, l’avvenuta prescrizione presuntiva triennale del credito, secondo l’art. 2956 c.c.

La Decisione del Tribunale e la Svolta Processuale

Il Tribunale, pur riconoscendo che il termine di prescrizione fosse decorso, ha accolto l’opposizione del professionista. La svolta è avvenuta quando il creditore ha deferito il giuramento decisorio de scientia ai curatori, chiedendo loro di giurare sull’avvenuta estinzione del debito. I curatori, non avendo conoscenza diretta dei fatti precedenti al loro incarico, hanno reso una dichiarazione di ‘non conoscenza’. Il Tribunale ha interpretato questa dichiarazione come equipollente alla mancata prestazione del giuramento, un esito che, per legge, è favorevole alla parte che lo ha deferito. Di conseguenza, l’eccezione di prescrizione è stata superata e il credito ammesso al passivo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione: il bilanciamento dei diritti

Il fallimento ha impugnato la decisione in Cassazione, sostenendo l’inammissibilità del giuramento deferito al curatore e l’errata equiparazione tra la ‘non conoscenza’ e il rifiuto di giurare. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, basando la propria decisione sui principi stabiliti da una precedente sentenza a Sezioni Unite (n. 25442/2023). La Corte ha argomentato che, se da un lato è corretto riconoscere al curatore il diritto di sollevare l’eccezione di prescrizione presuntiva per tutelare la massa creditoria, dall’altro lato non si può privare il creditore dell’unico strumento a sua disposizione per superarla: il giuramento.

La Corte ha specificato tre punti cardine:
1. Diritto del curatore: Il curatore può e deve eccepire la prescrizione presuntiva.
2. Diritto del creditore: Simmetricamente, il creditore ha il diritto di deferire il giuramento (nella forma de notitia o de scientia) come strumento di difesa garantito dall’art. 24 della Costituzione.
3. Effetto della ‘non conoscenza’: La dichiarazione del curatore di non essere a conoscenza del fatto (cioè l’estinzione del debito) non può essere considerata un giuramento favorevole al fallimento. Al contrario, essa produce gli stessi effetti di un giuramento negativo o di un rifiuto di giurare, risultando quindi favorevole al creditore che ha deferito il giuramento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un importante principio di equilibrio processuale nelle procedure fallimentari. Stabilisce che l’eccezione di prescrizione presuntiva non può trasformarsi in uno scudo invalicabile per il fallimento. Il creditore, specialmente se professionista, conserva un’arma efficace per dimostrare la persistenza del proprio diritto. La decisione implica che i curatori, nel momento in cui sollevano tale eccezione, devono essere consapevoli che la loro inevitabile ‘non conoscenza’ dei fatti pregressi potrebbe, in sede di giuramento, ritorcersi contro la procedura stessa, portando all’ammissione del credito. Si tratta di una tutela fondamentale per i professionisti e per tutti i creditori i cui diritti sono soggetti a prescrizioni brevi, garantendo che la procedura fallimentare non annulli ingiustamente le loro legittime pretese.

Il curatore fallimentare può sollevare l’eccezione di prescrizione presuntiva?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che al curatore va riconosciuto il diritto di eccepire la prescrizione presuntiva al fine di tutelare la massa dei creditori ed evitare una condizione di svantaggio rispetto a un qualsiasi altro debitore.

Un creditore può deferire il giuramento decisorio al curatore fallimentare per superare la prescrizione presuntiva?
Sì, la Corte ha stabilito che, simmetricamente al diritto del curatore di eccepire la prescrizione, non si può privare il creditore dell’unico strumento a sua disposizione per contrastarla, ovvero il diritto di deferire il giuramento nella forma de notitia o de scientia.

Cosa succede se il curatore, a cui è stato deferito il giuramento, dichiara di non sapere se il debito è stato estinto?
La dichiarazione di ‘non conoscenza’ del curatore non è considerata un giuramento favorevole al fallimento. Al contrario, viene equiparata a un giuramento negativo o a un rifiuto di giurare. Questo esito è favorevole al creditore, determinando il superamento dell’eccezione di prescrizione e l’accoglimento della sua pretesa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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