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Prescrizione del credito: quando inizia a decorrere?

Un’ordinanza del Tribunale di Venezia chiarisce un punto cruciale sulla prescrizione del credito. Un creditore si è visto rigettare una richiesta di ammissione al passivo fallimentare per oltre 1,6 milioni di euro perché il suo diritto era prescritto. Il creditore sosteneva che il termine decennale dovesse decorrere da un momento successivo, legato all’insorgere di un suo specifico interesse in un’altra causa. Il Tribunale ha respinto questa tesi, ribadendo che la prescrizione inizia a decorrere da quando il diritto può essere legalmente esercitato, non da quando il titolare lo ritenga opportuno o conveniente. L’inazione dovuta a scelte strategiche personali non sposta l’inizio del termine.

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Prescrizione del Credito: Quando Inizia a Decorrere Davvero? Il Principio della “Possibilità Legale” di Esercizio del Diritto

La prescrizione del credito è un istituto fondamentale del nostro ordinamento che pone un limite temporale all’esercizio di un diritto. Ma cosa succede se il creditore, per proprie ragioni strategiche o di opportunità, decide di non agire? L’inizio del termine di prescrizione può essere posticipato? Un’interessante ordinanza del Tribunale di Venezia offre una risposta chiara, ribadendo un principio consolidato: la prescrizione decorre da quando il diritto può essere legalmente fatto valere, non da quando il titolare lo ritiene conveniente.

Il Caso in Esame: Un Credito Milionario e la Controversia sulla Decorrenza

La vicenda nasce dall’opposizione di un creditore alla decisione del Giudice Delegato di un fallimento, che aveva rigettato la sua domanda di insinuazione al passivo per un importo di ben 1.695.000,00 euro. Il rigetto si fondava principalmente su una ragione perentoria: il credito era considerato prescritto, essendo trascorso più di un decennio dal suo sorgere (risalente al 2006) alla data della richiesta di ammissione (2023).

La Difesa del Creditore: Un’Interpretazione “Soggettiva” della Prescrizione del Credito

L’opponente ha contestato la decisione, invocando l’articolo 2935 del Codice Civile, secondo cui “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. A suo dire, il suo interesse concreto a far valere la pretesa creditoria sarebbe sorto solo in un momento molto più recente (novembre 2020). In quella data, infatti, la società fallita, nell’ambito di un diverso giudizio volto ad accertare l’usucapione di un immobile, aveva contestato i diritti dell’odierno creditore. Solo da quel momento, secondo la sua tesi, egli avrebbe avuto la concreta possibilità e l’interesse ad agire per il recupero del suo credito.

L’Analisi del Tribunale e la Prescrizione del Credito

Il Tribunale di Venezia ha respinto l’opposizione, ritenendola infondata. I giudici hanno chiarito la corretta interpretazione dell’art. 2935 c.c., basandosi su una costante giurisprudenza della Corte di Cassazione.

Le Motivazioni: la Volontà del Titolare non Sposta il Termine

La condizione necessaria e sufficiente perché la prescrizione inizi a decorrere è la “possibilità legale” di esercitare il diritto. Questo significa che ciò che rileva è l’assenza di cause giuridiche ostative, ovvero di norme che impediscano al titolare di agire. Non hanno alcuna influenza, invece, gli impedimenti soggettivi, gli ostacoli di mero fatto o le ragioni di opportunità e convenienza personale del creditore.

Nel caso di specie, il mancato esercizio del diritto per oltre un decennio non era dovuto a un’impossibilità legale, ma a una precisa scelta volontaria del creditore. Egli aveva deciso di non agire per non compiere atti che avrebbero potuto significare un riconoscimento della proprietà dell’immobile in capo alla società debitrice, con cui era in lite in un altro procedimento. Questa, tuttavia, è una valutazione strategica e personale che non può avere l’effetto di sospendere o posticipare l’inizio della decorrenza della prescrizione. Il credito, sorto e notificato nel 2006, poteva essere legalmente azionato da quel momento; la scelta di non farlo, per quanto comprensibile da un punto di vista tattico, ha portato all’irrimediabile estinzione del diritto per prescrizione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Creditori

La decisione del Tribunale di Venezia riafferma un principio cruciale: la tutela dei diritti passa attraverso il loro tempestivo esercizio. I creditori devono essere consapevoli che il termine di prescrizione è un meccanismo oggettivo, legato alla possibilità legale di agire. Attendere il momento ritenuto più “opportuno” o strategico può comportare il rischio fatale di perdere definitivamente il proprio diritto. La valutazione sulla convenienza ad agire non può prevalere sulle chiare disposizioni di legge che regolano la decorrenza della prescrizione, pena l’estinzione della pretesa creditoria.

Quando inizia a decorrere il termine di prescrizione di un diritto di credito?
Secondo la decisione, il termine di prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere legalmente esercitato (art. 2935 c.c.), a prescindere dall’esistenza di un interesse concreto o di una convenienza personale del creditore ad agire.

Un ostacolo di fatto o una ragione di convenienza personale può posticipare l’inizio della prescrizione?
No. Il Tribunale ha specificato che solo gli impedimenti giuridici (cause ostative previste dalla legge) possono impedire la decorrenza della prescrizione. Gli ostacoli di mero fatto, le difficoltà materiali o le scelte strategiche del titolare del diritto non hanno alcun effetto sul decorso del termine.

Perché il Tribunale ha ritenuto il credito prescritto in questo specifico caso?
Il credito è stato ritenuto prescritto perché erano trascorsi più di dieci anni dal momento in cui il diritto poteva essere esercitato (notifica della cessione del credito nel 2006) alla data in cui il creditore ha presentato la domanda di ammissione al passivo (2023), senza che nel frattempo fossero stati compiuti atti idonei a interrompere la prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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