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Prescrizione danni: quando inizia a decorrere?

Due proprietari hanno citato in giudizio un comune per i danni causati da una frana. Dopo un lungo iter legale, la Corte d’Appello ha dichiarato il diritto al risarcimento estinto per prescrizione. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, specificando che il termine per la prescrizione danni non decorre dal momento in cui il danno si manifesta, ma da quando la sua causa è ragionevolmente accertabile. Ha inoltre stabilito che una domanda giudiziale, anche se introdotta tardivamente in un precedente procedimento, è idonea a interrompere la prescrizione. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.

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Prescrizione Danni: La Cassazione e il Momento Decisivo per Agire

Quando si subisce un danno, il tempo per chiedere il risarcimento non è infinito. La legge prevede un istituto chiamato prescrizione, che estingue il diritto se non viene esercitato entro un certo termine. Ma da quando inizia a decorrere questo termine? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: il calcolo del tempo per la prescrizione danni, specialmente in casi complessi dove la causa del danno non è immediatamente evidente. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale: il diritto può essere esercitato solo quando il titolare è in grado di conoscere non solo il danno, ma anche la sua origine.

I Fatti: Una Lunga Odissea Giudiziaria

La vicenda riguarda due coniugi, proprietari di un’abitazione e di un’officina. Nel 1997, a seguito di lavori per la rete fognaria commissionati dal Comune, una frana danneggia gravemente i loro immobili, costringendoli all’evacuazione.
Inizialmente, i proprietari avviano una causa contro il Comune e la ditta appaltatrice, attribuendo la colpa ai lavori di scavo. Tuttavia, il Tribunale rigetta la domanda perché, nel corso del giudizio, i danneggiati modificano la base della loro richiesta (causa petendi), sostenendo che la vera causa del danno fosse la cattiva manutenzione di un muro di contenimento di proprietà del Comune. Questa decisione viene confermata in appello e diventa definitiva.

Un Nuovo Giudizio e lo Scoglio della Prescrizione

Non dandosi per vinti, nel 2013 i coniugi iniziano una nuova causa, basata questa volta proprio sulla responsabilità del Comune per la mancata manutenzione del muro. Il Tribunale dà loro ragione, ma la Corte d’Appello ribalta la decisione, dichiarando il diritto al risarcimento estinto per prescrizione. Secondo i giudici d’appello, era trascorso troppo tempo dal manifestarsi del danno (1997).

La Questione Giuridica sulla Prescrizione Danni

Il caso arriva in Cassazione, dove il nodo centrale è l’interpretazione delle norme sulla prescrizione danni. I ricorrenti sostengono due tesi principali:
1. La prima causa, sebbene basata su una diversa ragione giuridica, avrebbe dovuto interrompere la prescrizione.
2. Il termine di prescrizione non doveva decorrere dal 1997 (quando la frana si è verificata), ma da un momento successivo, ovvero quando, attraverso una perizia tecnica, è stata accertata la vera causa del danno (la cattiva manutenzione del muro).

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione accoglie il secondo motivo di ricorso, ritenendolo fondato e decisivo. I giudici supremi chiariscono due principi di fondamentale importanza:

1. Il Dies a Quo della Prescrizione: Citando un orientamento consolidato, la Corte afferma che il termine di prescrizione per il risarcimento del danno non decorre dal momento in cui si manifesta il danno in sé, ma dal momento in cui la vittima percepisce, o può percepire usando l’ordinaria diligenza, non solo l’esistenza del danno, ma anche la sua ingiustizia e la sua riconducibilità a un fatto illecito di un terzo. Nel caso specifico, questo momento è stato individuato nel 2002, quando le perizie tecniche hanno chiarito che la colpa era del muro di contenimento e non degli scavi.

2. L’Effetto Interruttivo e Sospensivo della Domanda: La Corte riconosce che la domanda basata sulla cattiva manutenzione del muro, sebbene introdotta solo nelle memorie conclusionali del primo giudizio (nel 2004), ha avuto l’effetto di interrompere la prescrizione. Inoltre, ai sensi dell’art. 2945, comma 2, c.c., la prescrizione è rimasta sospesa per tutta la durata di quel giudizio, fino alla sua conclusione nel 2011. Di conseguenza, un nuovo termine di cinque anni è iniziato a decorrere solo dal 2011, e la nuova causa intentata nel 2013 era perfettamente tempestiva.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello e ha rinviato la causa a un’altra sezione della stessa Corte d’Appello per una nuova decisione. Questa ordinanza è un importante promemoria: nella lotta per ottenere giustizia, la corretta gestione dei tempi e degli strumenti processuali è essenziale. La decisione riafferma un principio di equità, legando l’inizio della prescrizione alla concreta possibilità per il danneggiato di conoscere la causa del proprio pregiudizio, tutelando così chi si trova ad affrontare danni le cui origini sono complesse e non immediatamente evidenti.

Da quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per una richiesta di risarcimento danni?
Secondo la Corte, il termine di prescrizione decorre non dal momento in cui il danno si manifesta esteriormente, ma dal momento in cui il danneggiato acquisisce, o può acquisire con l’ordinaria diligenza, una sufficiente conoscenza della causa del danno e della sua riconducibilità a un fatto illecito altrui.

Una domanda giudiziale basata su una certa causa può interrompere la prescrizione per una domanda successiva basata su una causa diversa?
No. La Corte ha stabilito che se le due domande hanno una “radicale diversità” di presupposti (causa petendi), la prima domanda non può interrompere la prescrizione per la seconda. Nel caso specifico, la domanda per danni da scavo non ha interrotto la prescrizione per la domanda per danni da cattiva manutenzione.

Che effetto ha sulla prescrizione una domanda introdotta in un giudizio anche se in modo irrituale, come in una comparsa conclusionale?
Ha un pieno effetto interruttivo. La Corte ha chiarito che, ai fini dell’interruzione della prescrizione, è sufficiente che la domanda sia stata proposta in un giudizio. Tale atto processuale interrompe il termine, che rimane poi sospeso per tutta la durata del giudizio stesso, fino al passaggio in giudicato della sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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