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Prescrizione azione risarcitoria: l’istanza al passivo

Un gruppo di investitori ha citato in giudizio un’autorità di vigilanza per omesso controllo su un intermediario fallito. La Corte di Cassazione sta valutando se la domanda di ammissione al passivo dell’intermediario abbia interrotto la prescrizione dell’azione risarcitoria anche nei confronti dell’autorità, quale coobbligata. La Corte ha rinviato la decisione a una pubblica udienza per un esame approfondito.

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Prescrizione Azione Risarcitoria: L’Istanza al Passivo Interrompe il Termine?

L’interruzione della prescrizione dell’azione risarcitoria è un tema cruciale nel diritto civile, specialmente quando sono coinvolti più soggetti responsabili. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha riacceso il dibattito su un punto specifico: la domanda di ammissione al passivo di una società fallita può interrompere la prescrizione anche nei confronti di un altro soggetto, ritenuto coobbligato in solido, come un’autorità di vigilanza? Analizziamo la questione.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Risarcimento

Un gruppo di investitori, dopo aver subito ingenti perdite a causa del fallimento di una società di intermediazione, ha avviato un’azione legale. La richiesta di risarcimento non era rivolta solo alla società fallita, ma anche all’autorità nazionale di vigilanza sui mercati finanziari. Secondo gli investitori, quest’ultima avrebbe omesso di esercitare i dovuti controlli, autorizzando l’attività della società intermediaria nonostante la presenza di irregolarità.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello hanno respinto le domande degli investitori. Uno dei motivi principali del rigetto era l’eccezione di prescrizione sollevata dall’autorità di vigilanza. Gli investitori hanno quindi presentato ricorso in Cassazione per contestare tale decisione.

La Questione Giuridica: Prescrizione Azione Risarcitoria e Coobbligati

Il cuore della controversia legale ruota attorno all’articolo 1310 del Codice Civile, che disciplina gli effetti degli atti interruttivi della prescrizione nei confronti dei debitori in solido. Gli investitori sostenevano che la loro domanda di ammissione al passivo della società intermediaria fallita avrebbe dovuto interrompere la prescrizione anche per l’azione risarcitoria contro l’autorità di vigilanza, in quanto coobbligata solidale per omessa vigilanza.

La difesa dell’autorità, invece, contestava questa interpretazione, ritenendo che i termini di prescrizione fossero decorsi. La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a stabilire se, ed a quali condizioni, un atto compiuto all’interno di una procedura fallimentare possa estendere i suoi effetti interruttivi a un soggetto terzo, estraneo alla procedura stessa ma legato da un vincolo di solidarietà.

La Decisione della Corte: Un Rinvio per Approfondire

La Suprema Corte, con un’ordinanza interlocutoria, non ha fornito una risposta definitiva, ma ha ritenuto la questione di particolare importanza e meritevole di un approfondimento in pubblica udienza. Questa scelta procedurale indica la complessità del tema e la necessità di una discussione approfondita prima di giungere a una conclusione che potrebbe costituire un importante precedente giurisprudenziale.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

Nelle motivazioni, il Collegio ha evidenziato come la medesima questione fosse già stata oggetto di un’altra causa pendente davanti alla stessa Corte. In quel contesto, si era già rilevata l’idoneità della domanda di insinuazione nel passivo fallimentare a interrompere la prescrizione quinquennale per il risarcimento del danno (ex art. 2043 c.c.) nei confronti dell’autorità di vigilanza. Richiamando un precedente specifico (Cass. n. 4418/2024), la Corte ha sottolineato la necessità di un esame ponderato. Di conseguenza, anziché decidere in camera di consiglio, ha optato per il rinvio del ricorso a una nuova udienza pubblica. Questo permetterà a tutte le parti di esporre oralmente le proprie argomentazioni, consentendo alla Corte di formare un convincimento più solido su una materia così delicata.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Sebbene non si tratti di una decisione finale, l’ordinanza ha implicazioni pratiche significative. In primo luogo, conferma che la questione dell’efficacia interruttiva della domanda al passivo nei confronti del coobbligato solidale è tutt’altro che scontata e richiede un’attenta valutazione. Per i creditori (in questo caso, gli investitori), ciò significa che la strategia di insinuarsi nel passivo di un debitore fallito potrebbe rivelarsi un’arma efficace per mantenere viva l’azione anche contro altri responsabili. Per le autorità di vigilanza e altri soggetti potenzialmente coobbligati, questa ordinanza rappresenta un monito sulla potenziale estensione della loro esposizione al rischio risarcitorio. La futura sentenza che verrà emessa dopo la pubblica udienza sarà fondamentale per definire con maggiore chiarezza i confini dell’interruzione della prescrizione dell’azione risarcitoria in contesti di responsabilità solidale e procedure concorsuali.

L’istanza di ammissione al passivo fallimentare di una società può interrompere la prescrizione per un’azione di risarcimento contro un altro soggetto, ritenuto coobbligato in solido?
La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, non fornisce una risposta definitiva ma ritiene la questione meritevole di approfondimento. Ha evidenziato che la domanda di insinuazione nel passivo è idonea a interrompere la prescrizione quinquennale per il risarcimento del danno, ma ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione finale sul suo effetto nei confronti del coobbligato (in questo caso, l’autorità di vigilanza).

Qual è il ruolo dell’autorità di vigilanza in un caso di risarcimento danni per investimenti falliti?
Nel caso di specie, l’autorità di vigilanza è stata citata in giudizio dagli investitori come coobbligata in solido con la società di intermediazione fallita. Gli investitori sostengono che l’autorità sia responsabile per omessa vigilanza, avendo autorizzato l’attività di intermediazione nonostante presunte irregolarità.

Cosa significa che la Corte ha rinviato il ricorso a nuovo ruolo per la discussione in pubblica udienza?
Significa che la Corte non ha ancora deciso il caso nel merito. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha ritenuto la questione legale (l’efficacia interruttiva della prescrizione) così importante e complessa da richiedere una discussione orale e approfondita in un’udienza pubblica, anziché una decisione in camera di consiglio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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