LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prelazione conduttore: esclusa in vendita fallimentare

Una fondazione sanitaria, conduttrice di un immobile di proprietà di una società fallita, rivendicava il proprio diritto di prelazione del conduttore dopo la vendita del bene in un’asta fallimentare. Il contratto di locazione era stato stipulato direttamente dal curatore dopo la dichiarazione di fallimento. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che la prelazione legale non si applica automaticamente in questi casi. A differenza dei contratti preesistenti in cui il curatore subentra, un contratto stipulato dal curatore è un atto di ‘gestione processuale’ finalizzato a tutelare i creditori. Pertanto, il diritto di prelazione deve essere espressamente pattuito nel contratto con l’autorizzazione degli organi della procedura.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Prelazione del Conduttore e Vendita Fallimentare: La Cassazione Fa Chiarezza

Il diritto di prelazione del conduttore, previsto dall’art. 38 della Legge 392/1978, rappresenta una tutela fondamentale per chi esercita un’attività commerciale in un immobile in affitto. Ma cosa accade quando l’immobile viene venduto non per libera scelta del proprietario, ma nell’ambito di una procedura fallimentare? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 28918/2025, interviene su un punto cruciale, distinguendo nettamente tra i contratti di locazione stipulati prima e dopo la dichiarazione di fallimento del locatore.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda una fondazione sanitaria che conduceva in locazione un vasto complesso immobiliare. Tale immobile apparteneva a un’associazione poi dichiarata fallita. È importante notare che il contratto di locazione non era preesistente al fallimento, ma era stato stipulato direttamente dal curatore fallimentare, con l’autorizzazione del comitato dei creditori, proprio in un’ottica di gestione del patrimonio in vista della liquidazione.

Successivamente, il complesso immobiliare è stato messo in vendita tramite una gara competitiva, al termine della quale è risultata aggiudicataria una società terza. La fondazione sanitaria, che aveva anch’essa partecipato alla gara, ha allora dichiarato di voler esercitare il proprio diritto di prelazione. Ne è nato un contenzioso che, dopo vari gradi di giudizio, è giunto fino in Cassazione.

La Decisione della Corte sulla Prelazione del Conduttore

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della fondazione, negando l’esistenza del diritto di prelazione nel caso specifico. La decisione si fonda su una distinzione giuridica fondamentale: la natura e la finalità del contratto di locazione stipulato dal curatore fallimentare.

Secondo i giudici, questo tipo di contratto non può essere assimilato a una normale locazione commerciale. Si tratta, invece, di un “contratto gestorio”, ovvero un atto di amministrazione processuale la cui finalità non è quella di garantire la stabilità dell’attività del conduttore, bensì quella di assicurare la migliore e più celere liquidazione del bene a tutela dell’interesse superiore del ceto creditorio.

Le Motivazioni: La Differenza Cruciale tra Contratto Pre-Fallimento e Post-Fallimento

Le motivazioni della sentenza approfondiscono il ragionamento della Corte, chiarendo perché la prelazione del conduttore non possa operare automaticamente in questa fattispecie.

Il Subentro nel Contratto Preesistente

La Corte ricorda che, secondo un orientamento ormai consolidato, se il contratto di locazione è stato stipulato prima della dichiarazione di fallimento, il curatore vi subentra per legge (art. 80 Legge Fallimentare). In questo scenario, il contratto prosegue con tutte le sue caratteristiche e tutele originarie, compreso il diritto di prelazione legale. Il diritto del conduttore, essendo già sorto, viene rispettato anche nella fase di liquidazione coattiva.

Il Contratto Stipulato dal Curatore come Atto Gestorio

La situazione è radicalmente diversa quando, come nel caso di specie, il contratto viene stipulato dopo la dichiarazione di fallimento. Tale contratto nasce all’interno della procedura concorsuale e ne condivide le finalità. Non è un atto di libera negoziazione di un proprietario, ma uno strumento per la gestione temporanea di un bene destinato alla vendita. Di conseguenza, il regime vincolistico della Legge 392/1978, pensato per un mercato libero, cede il passo alle esigenze della liquidazione fallimentare, che mirano a massimizzare il realizzo per i creditori.

La Necessità di una Clausola Espressa

Da queste premesse, la Corte trae una conclusione netta: in un contratto di locazione stipulato dal curatore, la prelazione del conduttore non è un diritto che scaturisce automaticamente dalla legge. Per essere valido ed efficace, deve essere previsto da una clausola contrattuale specifica ed espressa (prelazione convenzionale). Trattandosi di un atto che può incidere sulle modalità di vendita e potenzialmente limitare la platea dei concorrenti, tale clausola deve inoltre essere stata preventivamente autorizzata dagli organi della procedura (giudice delegato e comitato dei creditori).

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Conduttori e Procedure Fallimentari

La sentenza n. 28918/2025 offre un principio di diritto di notevole importanza pratica. Per chi intende prendere in locazione un immobile da una procedura fallimentare, è fondamentale essere consapevoli che le tutele tipiche della locazione commerciale, come la prelazione, non sono garantite. Se si vuole ottenere tale diritto, è necessario negoziarlo attivamente e assicurarsi che venga inserito esplicitamente nel contratto, con tutte le autorizzazioni procedurali del caso.

Dal punto di vista delle procedure fallimentari, la decisione rafforza il principio della centralità della tutela dei creditori, evitando che l’applicazione automatica di istituti pensati per contesti diversi possa ostacolare o rendere meno efficiente la liquidazione dei beni.

Il conduttore di un immobile commerciale ha sempre diritto alla prelazione in caso di vendita fallimentare?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che dipende da quando è stato stipulato il contratto di locazione. Il diritto non spetta automaticamente se il contratto è stato concluso dal curatore fallimentare dopo la dichiarazione di fallimento.

Qual è la differenza fondamentale tra un contratto di locazione stipulato prima e uno stipulato dopo la dichiarazione di fallimento?
Se il contratto è anteriore al fallimento, il curatore vi “subentra” per legge e il rapporto prosegue con tutte le tutele previste, inclusa la prelazione. Se il contratto è stipulato dal curatore, è considerato un atto di “gestione processuale” finalizzato alla liquidazione, dove gli interessi dei creditori prevalgono sulle tutele del conduttore, a meno che la prelazione non sia stata espressamente pattuita.

Come può un conduttore, che stipula un contratto con un curatore fallimentare, garantirsi il diritto di prelazione?
Per avere il diritto di prelazione, il conduttore deve assicurarsi che nel contratto di locazione venga inserita una specifica clausola convenzionale che lo preveda. Tale clausola, essendo un atto che incide sulla gestione del patrimonio, deve essere stata preventivamente autorizzata dagli organi della procedura fallimentare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati