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Prelazione agraria: scelta tra più confinanti

In un caso di prelazione agraria, un coltivatore ha citato in giudizio l’acquirente di un terreno confinante per esercitare il diritto di riscatto, sostenendo di non essere stato informato della vendita. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che, in presenza di più confinanti aventi diritto, il giudice deve scegliere il soggetto più idoneo a realizzare un accorpamento funzionale dei terreni. È stato inoltre chiarito che l’acquirente non necessita di una domanda riconvenzionale per difendere la propria posizione, essendo sufficiente dimostrare il possesso dei requisiti di legge per innescare una valutazione comparativa da parte del giudice.

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Prelazione agraria: come si sceglie tra più confinanti?

La prelazione agraria è un istituto fondamentale del nostro ordinamento, volto a favorire l’accorpamento dei fondi agricoli per creare aziende più competitive e produttive. Ma cosa succede quando più coltivatori diretti, proprietari di terreni confinanti, ambiscono ad acquistare lo stesso fondo? Un’ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui criteri di scelta e chiarisce importanti aspetti procedurali. Il caso analizzato riguarda un coltivatore che, sentendosi escluso da una compravendita, ha agito in giudizio per il riscatto del terreno, dando vita a una complessa vicenda legale.

I Fatti del Caso: La Contesa tra Due Coltivatori Confinanti

Un coltivatore diretto avviava un’azione legale per esercitare il diritto di riscatto su un fondo agricolo venduto a un’altra coltivatrice, anch’essa proprietaria di un terreno confinante. L’attore lamentava di non aver ricevuto la comunicazione formale della proposta di vendita (denuntiatio), che gli avrebbe impedito di esercitare il suo diritto di prelazione.

Il Tribunale di primo grado rigettava la domanda, ritenendo che la scelta dell’acquirente fosse legittima sulla base di diversi criteri: una linea di confine più lunga con il fondo acquistato, un accesso più comodo dalla strada pubblica e un’offerta economica superiore, interpretata come segno di un più solido progetto di investimento agricolo. La decisione veniva confermata anche dalla Corte d’Appello.

La Decisione della Corte di Cassazione e la prelazione agraria

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili e infondati i motivi del ricorso, confermando di fatto la legittimità dell’acquisto da parte della coltivatrice convenuta. La pronuncia è particolarmente interessante perché affronta due nodi cruciali: il ruolo della notifica della vendita e la strategia processuale che l’acquirente deve adottare quando viene citato in un giudizio di riscatto.

Le Motivazioni

### Criteri di Scelta e Finalità della prelazione agraria

Il cuore della decisione risiede nel principio per cui, in presenza di una pluralità di coltivatori confinanti con diritto di prelazione, spetta al giudice il compito di scegliere il soggetto più idoneo a realizzare la finalità della norma: l’ampliamento e l’accorpamento strutturale e culturale dei terreni. La scelta non è arbitraria ma basata su una valutazione oggettiva delle caratteristiche dei fondi e delle aziende agricole coinvolte. Il giudice di merito, nel caso specifico, aveva correttamente valutato che l’acquisto da parte della convenuta consentiva un accorpamento più razionale e funzionale.

### La Difesa dell’Acquirente: Non Serve una Domanda Riconvenzionale

Un punto chiave chiarito dalla Corte riguarda la linea difensiva dell’acquirente. L’attore sosteneva che la convenuta, per far valere il proprio diritto di prelazione prevalente, avrebbe dovuto presentare una domanda riconvenzionale. La Cassazione ha respinto questa tesi, affermando un principio di economia processuale di grande rilevanza pratica. L’acquirente che è già proprietario del bene non ha bisogno di chiedere al giudice il riconoscimento di un diritto che ha già concretamente esercitato con l’acquisto. È sufficiente che si difenda dimostrando di possedere tutti i requisiti legali per la prelazione. Questa difesa funge da ‘fatto impeditivo’ rispetto alla pretesa dell’attore e impone al giudice di effettuare una comparazione tra le due posizioni per stabilire quale sia prevalente.

### Il Ruolo della Notifica (Denuntiatio)

Sebbene la Corte abbia evidenziato che, in caso di più confinanti, il proprietario-venditore ha l’onere di avvisarli tutti, ha anche ribadito che la finalità della denuntiatio è quella di porre il prelazionario nelle condizioni di decidere. Se tale conoscenza viene comunque acquisita, la finalità della legge può ritenersi raggiunta. Nel contesto di un conflitto tra più titolari del diritto, la questione si sposta dalla mera omissione della notifica alla valutazione comparativa di chi abbia il titolo migliore per l’acquisto.

Conclusioni

L’ordinanza offre importanti spunti operativi. Per i venditori di fondi agricoli, emerge la chiara indicazione di notificare la proposta di vendita a tutti i confinanti che potrebbero avere diritto di prelazione, per evitare future contestazioni. Per gli aspiranti acquirenti, la sentenza conferma che la competizione si gioca sulla capacità di dimostrare al giudice di essere il candidato migliore per realizzare l’obiettivo di consolidamento aziendale voluto dalla legge. Infine, per chi si trova a difendere un acquisto in un giudizio di riscatto, viene chiarito che non è necessaria una complessa domanda riconvenzionale, ma una solida difesa basata sulla dimostrazione dei propri requisiti.

In caso di più coltivatori diretti confinanti, chi ha la priorità nell’esercitare la prelazione agraria?
Non esiste una priorità automatica. Spetta al giudice decidere, sulla base di una valutazione comparativa, quale soggetto sia più idoneo a realizzare la finalità della legge, ovvero l’ampliamento e il miglioramento strutturale dell’azienda agricola attraverso l’accorpamento dei terreni.

L’acquirente di un fondo agricolo, citato in un giudizio di riscatto da un altro confinante, deve proporre una domanda riconvenzionale per far valere il proprio diritto?
No. Secondo la Corte, non è necessaria una domanda riconvenzionale. L’acquirente può limitarsi a difendersi provando di possedere i requisiti di legge per la prelazione. Tale difesa è sufficiente a innescare il giudizio comparativo del giudice per determinare quale posizione sia prevalente.

La mancata comunicazione formale (denuntiatio) della vendita al confinante rende sempre nullo l’acquisto da parte di un terzo?
Non necessariamente. Sebbene il venditore sia tenuto a notificare la proposta di vendita a tutti gli aventi diritto, la finalità della norma è garantire che il prelazionario abbia piena conoscenza della proposta. Se tale conoscenza viene acquisita in altro modo, o se il conflitto è tra più soggetti aventi diritto, la questione si sposta dalla validità della notifica alla valutazione di quale soggetto abbia il diritto prevalente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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