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Prelazione agraria: obbligo di nuova denuntiatio

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7525/2024, ha stabilito un principio cruciale in materia di prelazione agraria. Se, dopo un primo tentativo di vendita fallito, il proprietario decide di vendere il fondo a un’altra persona e a un prezzo superiore, ha l’obbligo di inviare una nuova comunicazione (denuntiatio) all’affittuario titolare del diritto di prelazione. La Corte ha chiarito che la presunta mancanza di interesse dell’affittuario non esonera il proprietario da questo dovere legale, cassando la precedente decisione della Corte d’Appello.

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Prelazione Agraria: la Cassazione Ribadisce l’Obbligo di una Nuova Denuntiatio

Il diritto di prelazione agraria è uno strumento fondamentale per proteggere chi lavora la terra, garantendogli la preferenza nell’acquisto del fondo in caso di vendita. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 7525 del 21 marzo 2024) ha rafforzato questo principio, chiarendo un aspetto cruciale: l’obbligo del proprietario di rinnovare la comunicazione di vendita (la cosiddetta denuntiatio) ogni volta che le condizioni cambiano, anche se l’avente diritto aveva mostrato disinteresse in precedenza. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine dalla promessa di vendita di un fondo agricolo da parte delle tre comproprietarie a un potenziale acquirente. L’affittuario del fondo, coltivatore diretto, riceve la comunicazione e decide di esercitare il proprio diritto di prelazione insieme al figlio, membro della sua famiglia coltivatrice.

Poco dopo, padre e figlio chiedono alle proprietarie il rimborso per le migliorie apportate al terreno nel corso degli anni, quantificate in una somma considerevole. Le proprietarie rifiutano di stipulare il contratto definitivo, contestando sia il diritto al rimborso sia la validità dell’esercizio della prelazione, sostenendo che il pagamento del prezzo non era avvenuto nei termini di legge.

Successivamente, le proprietarie vendono il fondo a terzi acquirenti a un prezzo superiore rispetto a quello inizialmente pattuito, senza inviare una nuova comunicazione all’affittuario. Di conseguenza, l’affittuario e il figlio avviano una causa per ottenere il trasferimento della proprietà tramite il diritto di riscatto, oltre al risarcimento dei danni.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Prelazione Agraria

I giudizi di primo e secondo grado danno torto all’affittuario e al figlio. La Corte d’Appello, in particolare, rigetta le loro richieste basandosi su diverse motivazioni, tra cui la tardività nel pagamento del prezzo e il fatto che l’esercizio della prelazione era stato, a suo dire, condizionato alla compensazione con il credito per le migliorie. Inoltre, la Corte territoriale sostiene che, non avendo l’affittuario acquistato al prezzo inferiore, a fortiori non lo avrebbe fatto a un prezzo superiore, rendendo inutile una nuova denuntiatio.

La Corte di Cassazione, invece, accoglie le ragioni dei ricorrenti e cassa la sentenza d’appello, rinviando la causa a un’altra sezione della stessa Corte per un nuovo esame. La Suprema Corte individua diversi errori nella decisione impugnata, stabilendo principi di diritto chiari e inequivocabili.

Le Motivazioni

La decisione della Cassazione si fonda su tre pilastri argomentativi principali.

1. Errata Interpretazione della Volontà dell’Affittuario: La Cassazione chiarisce che la Corte d’Appello ha interpretato erroneamente l’atto di citazione. Gli attori non avevano subordinato l’acquisto del fondo alla compensazione con il credito per le migliorie. Avevano invece avanzato due domande principali e distinte: una per il trasferimento della proprietà e l’altra per l’accertamento del loro credito. Chiedere l’accertamento di un controcredito nello stesso giudizio non invalida l’esercizio del diritto di prelazione, poiché non altera la parità di condizioni con il terzo acquirente.

2. L’Obbligo Inderogabile della Nuova Denuntiatio: Questo è il cuore della sentenza. La Cassazione smonta l’argomento “a fortiori” usato dalla Corte d’Appello, definendolo “giuridicamente erroneo”. L’invio della denuntiatio non è una facoltà del proprietario, ma un onere imposto dalla legge da adempiere ogni volta che si intende alienare il fondo. Prevedere che il destinatario possa non accettare l’offerta non fa venire meno questo obbligo. Vendere a un soggetto diverso e a un prezzo diverso costituisce un nuovo contratto, che impone necessariamente una nuova comunicazione al titolare del diritto di prelazione.

3. Vizio Procedurale sulla Prova: La Suprema Corte ha inoltre rilevato una contraddizione nel comportamento della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva prima rigettato le prove testimoniali richieste per dimostrare la qualifica di coltivatore diretto del figlio e poi aveva rigettato la domanda proprio per mancanza di prova su tale circostanza. Questo comportamento viola il principio secondo cui un giudice non può impedire a una parte di provare i fatti costitutivi del proprio diritto per poi rigettare la domanda proprio perché tali fatti non sono stati provati.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante baluardo a tutela della prelazione agraria. La Corte di Cassazione riafferma con forza che i diritti dell’affittuario non possono essere aggirati con argomentazioni presuntive o logiche. L’obbligo di notificare la proposta di vendita è un requisito formale e sostanziale che garantisce la trasparenza e la correttezza delle transazioni di fondi agricoli. Per i proprietari, la lezione è chiara: ogni qualvolta le condizioni di vendita cambiano (acquirente, prezzo, termini), è indispensabile ripartire da capo con la comunicazione all’avente diritto, a prescindere da precedenti manifestazioni di volontà. Questa decisione consolida la stabilità dei rapporti agrari e protegge l’integrità dell’impresa agricola legata alla terra.

Quando il proprietario di un fondo agricolo deve inviare una nuova notifica (denuntiatio) all’affittuario?
Secondo la Corte di Cassazione, il proprietario ha l’obbligo di inviare una nuova denuntiatio ogni volta che intende vendere il fondo, specialmente se le condizioni della vendita (come il prezzo o la persona dell’acquirente) sono diverse da quelle di una precedente proposta non andata a buon fine.

L’affittuario che esercita la prelazione agraria può chiedere contemporaneamente il pagamento per le migliorie apportate al fondo?
Sì. La sentenza chiarisce che formulare una domanda per l’accertamento di un controcredito per migliorie nello stesso giudizio in cui si esercita la prelazione non invalida quest’ultima, a condizione che l’offerta di pagamento del prezzo non sia subordinata all’accoglimento della richiesta di rimborso.

Se l’affittuario non ha acquistato il fondo a un certo prezzo, il proprietario può venderlo a un prezzo maggiore senza avvisarlo di nuovo?
No. La Corte ha definito “giuridicamente erroneo” l’argomento secondo cui, se l’affittuario ha rifiutato un prezzo più basso, a maggior ragione rifiuterebbe un prezzo più alto. L’obbligo di inviare la denuntiatio è imposto dalla legge e non può essere eluso sulla base di una presunta mancanza di interesse dell’avente diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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