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Prededuzione tra procedure: no al nesso automatico

Una banca ha richiesto il riconoscimento della prededuzione per un suo credito nell’ambito di un’amministrazione straordinaria, basandosi sul fatto che tale privilegio era stato concesso in una precedente procedura di amministrazione giudiziaria antimafia. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che non esiste una ‘consecutio’ (continuità) tra le due procedure, data la loro natura e finalità radicalmente diverse. La prededuzione riconosciuta in un procedimento di prevenzione non si trasferisce automaticamente a una successiva procedura concorsuale per insolvenza.

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Prededuzione tra procedure: la Cassazione traccia un confine netto

Il tema della prededuzione tra procedure diverse è cruciale per chi opera con aziende in difficoltà. Un credito può mantenere il suo status di priorità nel pagamento quando un’impresa passa da un tipo di amministrazione controllata a un’altra? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito una risposta chiara e motivata, negando l’esistenza di un automatismo tra l’amministrazione giudiziaria (misura di prevenzione antimafia) e l’amministrazione straordinaria (procedura per grandi imprese insolventi).

I fatti di causa

Il caso nasce dall’opposizione di un istituto di credito allo stato passivo di una grande società per azioni, ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria. La banca vantava un credito significativo, maturato durante un precedente periodo in cui la società era stata sottoposta ad amministrazione giudiziaria ai sensi del Codice Antimafia. In quella prima fase, il credito era stato considerato prededucibile, ovvero da pagare con priorità.

Con l’apertura della successiva amministrazione straordinaria per insolvenza, la banca ha chiesto che tale privilegio fosse mantenuto. Tuttavia, gli organi della procedura hanno negato la prededuzione, ammettendo il credito solo al chirografo, cioè come un normale credito non privilegiato. Il Tribunale ha confermato questa decisione, spingendo la banca a ricorrere in Cassazione.

La questione della Prededuzione tra Procedure diverse

Il cuore del problema legale risiede nel concetto di “consecutio procedurarum”, ovvero la continuità tra due procedure. La banca sosteneva che, poiché entrambe le procedure miravano a gestire una “crisi” aziendale, seppur di natura diversa, il privilegio acquisito nella prima dovesse sopravvivere nella seconda. Secondo questa tesi, la seconda procedura (amministrazione straordinaria) rappresentava di fatto la fase di liquidazione del patrimonio, e i crediti sorti funzionalmente alla prima dovevano essere tutelati.

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente questa interpretazione, allineandosi a un orientamento ormai consolidato.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su una distinzione fondamentale tra la natura e le finalità delle due procedure. L’amministrazione giudiziaria, prevista dal D.Lgs. 159/2011 (Codice Antimafia), non è una procedura concorsuale. Il suo scopo non è gestire l’insolvenza e soddisfare i creditori, ma sterilizzare l’azienda dall’influenza della criminalità organizzata, preservandone la continuità e il valore economico. È una misura di prevenzione, non di gestione della crisi d’impresa.

D’altro canto, l’amministrazione straordinaria (disciplinata dal D.L. 347/2003, cd. legge Marzano) è una vera e propria procedura concorsuale, attivata in presenza di un grave stato di insolvenza di una grande impresa, con lo scopo di risanarla o, in subordine, di liquidarla tutelando al meglio gli interessi dei creditori.

Data questa radicale differenza di presupposti e obiettivi, la Corte ha concluso che non può esistere una “consecutio” funzionale. Le due procedure non sono fasi diverse di un unico percorso di gestione della crisi. Di conseguenza, i principi che regolano la prededuzione in un contesto non possono essere automaticamente trasposti nell’altro. Le norme che attribuiscono la prededuzione ai crediti sorti durante l’amministrazione giudiziaria (art. 61, comma 3, D.Lgs. 159/2011) limitano i loro effetti a quel specifico procedimento, senza estenderli a successive e diverse procedure concorsuali.

Le conclusioni

La decisione della Cassazione rafforza un principio di rigore e specialità delle procedure. I creditori, in particolare le banche, che finanziano o intrattengono rapporti con imprese in amministrazione giudiziaria devono essere consapevoli che la prededuzione riconosciuta in tale ambito non costituisce una garanzia assoluta per il futuro. Se l’impresa, una volta uscita (o anche durante) la misura di prevenzione, dovesse cadere in stato di insolvenza e accedere a una procedura concorsuale come l’amministrazione straordinaria, i crediti sorti in precedenza non manterranno automaticamente il loro status privilegiato. Questa pronuncia impone una valutazione del rischio più attenta, basata non solo sulla natura del credito ma anche sul contesto procedurale in cui esso è destinato a essere soddisfatto.

Un credito riconosciuto come prededucibile in un’amministrazione giudiziaria antimafia mantiene tale privilegio in una successiva amministrazione straordinaria?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la prededuzione non si trasferisce automaticamente perché le due procedure hanno finalità e presupposti completamente diversi. L’amministrazione giudiziaria è una misura di prevenzione criminale, mentre l’amministrazione straordinaria è una procedura concorsuale per la gestione dell’insolvenza.

Perché non c’è ‘consecutio’ (continuità) tra amministrazione giudiziaria e amministrazione straordinaria?
Non c’è continuità perché le due procedure non sono volte a regolare una coincidente situazione di dissesto dell’impresa. La prima mira a rimuovere l’influenza criminale, la seconda a gestire una crisi di insolvenza. La diversità di scopi impedisce di considerarle come fasi di un unico percorso.

L’amministrazione giudiziaria è una procedura concorsuale?
No. La Corte chiarisce che l’amministrazione giudiziaria non appartiene al genere delle procedure concorsuali. È una misura di prevenzione volta a preservare la continuità aziendale al di fuori del contesto di illegalità, e non a liquidare il patrimonio per soddisfare i creditori secondo le regole del concorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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