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Prededuzione del credito: esclusa senza subentro formale

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di uno studio legale che richiedeva il riconoscimento della prededuzione e del privilegio per un credito professionale nei confronti di una società in amministrazione straordinaria. La Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che la semplice prosecuzione dell’attività professionale dopo l’apertura della procedura non è sufficiente a garantire la prededuzione del credito. È necessaria un’espressa e formale dichiarazione di subentro nel contratto da parte del commissario straordinario. In sua assenza, i crediti sorti prima della procedura restano chirografari. Anche il privilegio è stato negato, poiché non è stato provato il carattere personale e prevalente della prestazione svolta.

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Prededuzione del credito: quando è esclusa per i professionisti?

La recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sui requisiti per la prededuzione del credito di un professionista nell’ambito di una procedura di amministrazione straordinaria. La decisione sottolinea la necessità di un atto formale di subentro da parte del commissario, escludendo che la semplice prosecuzione dell’attività possa bastare. Analizziamo insieme la vicenda.

I fatti di causa: la richiesta di ammissione al passivo

Uno studio legale associato aveva presentato domanda di ammissione al passivo di una grande società in amministrazione straordinaria, chiedendo che il proprio credito, derivante da prestazioni professionali, fosse riconosciuto in prededuzione e, in subordine, con privilegio. Il Tribunale di primo grado aveva accolto solo parzialmente la richiesta, ammettendo il credito come chirografario, ovvero senza alcuna priorità di pagamento.

Il Tribunale aveva negato la prededuzione poiché mancava un’espressa dichiarazione di subentro nel rapporto contrattuale da parte del commissario straordinario. Aveva inoltre escluso il privilegio, ritenendo che, nonostante l’attività fosse prevalentemente riferibile a un singolo avvocato dello studio, la complessità della prestazione non permetteva di considerarla svolta in via esclusiva e prevalente da quest’ultimo.

Contro questa decisione, lo studio legale ha proposto ricorso in Cassazione.

La questione della prededuzione del credito professionale

Il primo motivo di ricorso si concentrava sulla prededuzione del credito. Lo studio legale sosteneva che la continuità del rapporto professionale, dimostrata da numerose comunicazioni e riunioni con il commissario, implicasse una sorta di subentro tacito nel contratto. Secondo il ricorrente, l’attività svolta era essenziale per permettere alla società di continuare a operare e, pertanto, il relativo credito doveva essere pagato con priorità.

La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, qualificandola come infondata. Ha richiamato la normativa sull’amministrazione straordinaria delle grandi imprese (D.Lgs. 270/1999) e la sua norma di interpretazione autentica (L. 166/2008).

La questione del privilegio ex art. 2751-bis c.c.

Con il secondo motivo, lo studio legale lamentava la mancata concessione del privilegio previsto per le retribuzioni dei professionisti. Sosteneva di aver provato documentalmente che l’incarico era stato conferito personalmente a un avvocato dello studio e che le attività principali erano state svolte da lui in via esclusiva e prevalente.

Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile dalla Suprema Corte, in quanto mirava a una rivalutazione dei fatti già esaminati dal giudice di merito.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha fornito una motivazione chiara e lineare. Per quanto riguarda la prededuzione del credito, ha ribadito un principio consolidato: la prosecuzione di un contratto preesistente dopo la dichiarazione di insolvenza non comporta automaticamente il subentro della procedura e la prededucibilità del credito. La legge prevede che i contratti continuino unicamente per fini conservativi, concedendo al commissario un periodo di tempo (spatium deliberandi) per decidere se subentrare o sciogliersi dal rapporto.

Perché i crediti, anche quelli sorti prima della procedura, diventino prededucibili, è necessaria una espressa dichiarazione di subentro da parte del commissario. Un comportamento concludente, come la semplice continuazione della collaborazione, non è sufficiente. In assenza di tale dichiarazione formale, il rapporto non si trasferisce in capo alla procedura e i crediti anteriori restano soggetti alle regole del concorso tra creditori, venendo quindi ammessi solo in via chirografaria.

Sul tema del privilegio, la Corte ha osservato che il ricorrente non si era confrontato con la specifica motivazione del decreto impugnato, il quale aveva negato il privilegio a causa dell’articolazione e complessità della prestazione, che non consentivano di ritenerla svolta in modo esclusivo e prevalente dal singolo professionista. La Cassazione ha ribadito che il privilegio per le retribuzioni professionali può essere riconosciuto a uno studio associato solo se viene dimostrato che la prestazione è stata svolta personalmente da uno o più associati in modo prevalente.

Le conclusioni

La decisione in esame conferma due principi fondamentali per i professionisti che operano con imprese in crisi. Primo: per ottenere la prededuzione del credito in una procedura di amministrazione straordinaria, non basta dimostrare la prosecuzione del rapporto, ma è indispensabile ottenere una dichiarazione formale di subentro da parte del commissario. Secondo: per il riconoscimento del privilegio, lo studio associato deve provare in modo rigoroso il carattere personale, esclusivo o prevalente della prestazione resa dal singolo professionista. Questa ordinanza rappresenta un monito importante per i legali e gli altri consulenti a formalizzare con chiarezza i propri rapporti con gli organi delle procedure concorsuali.

Quando un credito professionale può essere considerato prededucibile in un’amministrazione straordinaria?
Un credito professionale, sorto anche per prestazioni antecedenti alla procedura, può essere considerato prededucibile solo se il commissario straordinario emette un’espressa e formale dichiarazione di subentro nel contratto.

La semplice prosecuzione dell’attività professionale dopo l’apertura della procedura è sufficiente per la prededuzione?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la mera prosecuzione del rapporto e l’esecuzione del contratto non sono sufficienti a determinare il subentro della procedura né a riconoscere la prededuzione, in assenza di una dichiarazione formale del commissario.

Quali sono i requisiti perché il credito di uno studio associato sia riconosciuto come privilegiato?
Perché il credito di uno studio associato goda del privilegio previsto per le retribuzioni professionali, deve essere dimostrato che la prestazione è stata svolta personalmente, in via esclusiva o prevalente, da uno o più professionisti associati, e che le somme richieste rappresentano la loro effettiva retribuzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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