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Potere rappresentativo gruppo societario: la CIGS

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’appartenenza a un gruppo societario non conferisce automaticamente alla capogruppo il potere rappresentativo per le società controllate. Per richiedere ammortizzatori sociali come la CIGS per conto di un’altra società del gruppo, è necessario un conferimento di poteri specifico, come una procura. Nel caso di specie, un accordo sindacale firmato solo dalla capogruppo non era sufficiente a vincolare una controllata, motivo per cui la Corte ha cassato la precedente sentenza e rinviato il caso per verificare l’esistenza di tale potere rappresentativo.

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Potere Rappresentativo Gruppo Societario: La Capogruppo può Agire per le Controllate?

La gestione delle crisi aziendali all’interno di un grande gruppo di imprese solleva complesse questioni legali, specialmente quando si tratta di richiedere ammortizzatori sociali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti del potere rappresentativo gruppo societario, stabilendo che la società capogruppo non può automaticamente agire in nome e per conto delle sue controllate senza un mandato specifico. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Richiesta di CIGS nel Contesto di un Gruppo Aereo

La vicenda nasce dalla domanda di un pilota-comandante di una compagnia aerea, volta a ottenere dall’Ente Previdenziale il pagamento dell’indennità di Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS). Il lavoratore era stato dipendente di una società controllata e successivamente il suo contratto era stato ceduto alla società capogruppo del medesimo gruppo aereo.

La richiesta di CIGS si basava su un accordo sindacale e un successivo accordo governativo sottoscritti unicamente dalla capogruppo. L’Ente Previdenziale si era opposto alla concessione dell’indennità, sostenendo che l’accordo non potesse estendere i suoi effetti ai dipendenti di altre società del gruppo, come quella di provenienza del pilota, in assenza di una loro partecipazione diretta alla stipula.

La Corte d’Appello, in un primo momento, aveva dato ragione al lavoratore, ritenendo che gli accordi riguardassero tutti i lavoratori del gruppo, indipendentemente dalla specifica società di appartenenza.

La Decisione della Corte sul potere rappresentativo gruppo societario

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione della Corte d’Appello, accogliendo il ricorso dell’Ente Previdenziale. Il punto cruciale della decisione risiede nella distinzione tra l’esistenza di un gruppo societario e la soggettività giuridica delle singole imprese che lo compongono.

Le Motivazioni: Gruppo Societario non significa Soggetto Unico

La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale del diritto commerciale: il gruppo di società non costituisce un autonomo soggetto di diritto. Ogni società all’interno del gruppo, inclusa la capogruppo, mantiene la propria autonoma soggettività giuridica e patrimoniale. Di conseguenza, gli atti compiuti dalla capogruppo non possono essere automaticamente imputati alle società controllate.

Affinché la capogruppo possa validamente stipulare un accordo che vincoli anche le altre società del gruppo (ad esempio, per una richiesta collettiva di CIGS), è indispensabile che essa abbia ricevuto un mandato specifico. In altre parole, deve agire in nome e per conto delle controllate in forza di una procura o di un altro atto che le conferisca espressamente tale potere. Il semplice riferimento generico alle “imprese del gruppo” all’interno di un accordo non è sufficiente a creare tale vincolo, poiché non dimostra l’esistenza di un potere rappresentativo.

La Necessità di una Procura Specifica

I giudici hanno sottolineato che la Corte d’Appello ha commesso un errore non verificando se la società capogruppo avesse il potere di rappresentare le controllate al momento della firma dell’accordo sindacale. Ammettere che il solo riferimento al gruppo bastasse a estendere gli effetti dell’accordo a tutte le società avrebbe significato violare le norme sulla rappresentanza (art. 1387 e ss. c.c.), che richiedono un negozio giuridico, come la procura, per conferire tale potere.

Per questi motivi, la sentenza è stata cassata e la causa è stata rinviata alla Corte d’Appello, che dovrà ora accertare se, al momento della stipula degli accordi, la capogruppo fosse effettivamente munita di un potere rappresentativo per agire anche per conto delle altre imprese del gruppo.

Le Conclusioni: Implicazioni per i Gruppi d’Impresa

Questa ordinanza offre un importante monito per i gruppi societari. La gestione centralizzata di alcune funzioni, come le relazioni sindacali o le procedure di crisi, non può prescindere dal rispetto dell’autonomia giuridica di ciascuna società. Per evitare contestazioni, è fondamentale che la capogruppo, quando agisce per conto delle controllate, si doti preventivamente di mandati formali e specifici (procure) che ne legittimino l’operato. In assenza di tale accortezza, gli accordi stipulati rischiano di essere inefficaci nei confronti delle altre società del gruppo, con conseguenze significative per i lavoratori e per la gestione delle procedure aziendali.

L’appartenenza a un gruppo societario conferisce automaticamente alla capogruppo il potere di rappresentare le società controllate?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il gruppo societario non è un soggetto giuridico autonomo e ogni società mantiene la propria individualità. Pertanto, la capogruppo non ha un potere rappresentativo automatico sulle controllate.

Per chiedere la CIGS per i dipendenti di una società controllata, cosa deve dimostrare la capogruppo?
La capogruppo deve dimostrare di aver ricevuto un potere rappresentativo specifico per agire in nome e per conto della società controllata. Tale potere deve derivare da un atto formale, come una procura ad hoc.

Un accordo sindacale che menziona genericamente ‘le imprese del gruppo’ è sufficiente a vincolare legalmente tutte le società?
No, il solo riferimento generico alle imprese del gruppo in un accordo non è sufficiente. È necessario accertare se la società firmataria (in questo caso, la capogruppo) avesse il potere di stipulare l’accordo anche per le altre società, in forza di una procura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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