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Postergazione finanziamento soci: fornitura è prestito?

La Corte di Cassazione ha confermato che una fornitura di beni da parte di un socio di maggioranza a una società controllata in crisi finanziaria può essere riqualificata come un finanziamento. Di conseguenza, il credito derivante da tale fornitura è soggetto a postergazione finanziamento soci, ovvero viene rimborsato solo dopo tutti gli altri creditori. La Corte ha ritenuto che continuare a fornire merci senza richiedere il pagamento di debiti pregressi significativi equivale a sostenere finanziariamente la società, alterando la natura commerciale del rapporto.

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Fornitura o Finanziamento? La Cassazione sulla postergazione finanziamento soci

Quando un socio fornisce beni alla propria società in crisi, sta compiendo un atto commerciale o un finanziamento mascherato? Questa è la domanda cruciale a cui la Corte di Cassazione ha dato una risposta chiara in una recente ordinanza. La decisione sottolinea come la sostanza di un’operazione prevalga sulla sua forma, con importanti conseguenze sulla postergazione finanziamento soci e sulla gerarchia dei creditori in caso di insolvenza.

I Fatti del Caso: Una Fornitura Anomala

La vicenda vede protagonisti un consorzio, socio di maggioranza di una società produttrice di prosciutti, e la società controllata stessa. Quest’ultima si trovava in una grave situazione di crisi finanziaria, con un debito di oltre 5 milioni di euro nei confronti del consorzio per forniture effettuate in passato e mai saldate.
Nonostante ciò, il consorzio aveva continuato a fornirle materie prime (cosce di suino e forme di formaggio) per un importo quasi identico a quello del debito pregresso, senza attivarsi per recuperare le somme già dovute. Successivamente, la società controllata avviava una procedura di concordato preventivo e il consorzio chiedeva che il suo credito, derivante dalle nuove forniture, fosse considerato privilegiato.

Il Percorso Giudiziario e la postergazione finanziamento soci

Il liquidatore giudiziario, nominato nell’ambito del concordato, aveva una visione diversa. Sosteneva che quelle forniture, effettuate in un contesto di palese difficoltà economica della società controllata e da parte del socio di maggioranza, non fossero semplici operazioni commerciali, ma un vero e proprio finanziamento. Come tale, il relativo credito doveva essere postergato ai sensi dell’art. 2467 del codice civile.
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione al liquidatore. La questione è quindi giunta in Cassazione, con il consorzio che lamentava l’errata riqualificazione del suo credito commerciale in un finanziamento soggetto a postergazione finanziamento soci.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Il ragionamento della Corte si basa su una valutazione sostanziale dell’operazione, andando oltre l’apparenza formale del contratto di fornitura.
I giudici hanno evidenziato diversi elementi chiave:

1. La qualità del creditore: Il fornitore era il socio di maggioranza, che esercitava un controllo effettivo sulla società debitrice. Il suo legale rappresentante era, al contempo, al vertice amministrativo della società controllata.
2. Lo stato di crisi: Il consorzio era perfettamente a conoscenza della grave crisi finanziaria della controllata, come dimostrato dall’enorme credito pregresso non pagato e dalle risultanze di una consulenza tecnica.
3. La natura dell’operazione: Continuare a fornire beni per un valore ingente, senza alcuna garanzia e senza aver recuperato i crediti precedenti, non risponde a una logica commerciale standard. L’obiettivo reale non era la vendita, ma il sostegno finanziario alla società partecipata per consentirle di continuare l’attività. In sostanza, la fornitura ha sostituito un’iniezione di liquidità che il socio avrebbe dovuto effettuare, assumendosene il rischio.

Per questi motivi, la Corte ha concluso che l’operazione integrava di fatto un finanziamento, in quanto la sua causa concreta era quella di dotare la società di risorse (in questo caso, beni) altrimenti non reperibili sul mercato. Di conseguenza, è corretta l’applicazione della disciplina sulla postergazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un monito importante per i soci, in particolare quelli che detengono il controllo di una società. Quando un’azienda è in crisi, ogni forma di supporto economico proveniente dai soci può essere scrutata attentamente. Fornire beni o servizi a credito in modo sistematico, senza una ragionevole prospettiva di pagamento, può essere interpretato come un finanziamento “anomalo”.
La conseguenza diretta è la postergazione finanziamento soci: il socio-creditore verrà rimborsato solo dopo che tutti gli altri creditori (banche, fornitori terzi, dipendenti, ecc.) saranno stati integralmente soddisfatti. In molte procedure di insolvenza, questo equivale a perdere l’intero credito. La decisione ribadisce un principio fondamentale del diritto societario: il capitale di rischio, fornito dai soci, deve sopportare le perdite prima del capitale di credito, fornito da terzi.

Una fornitura di merci a una società controllata può essere considerata un finanziamento?
Sì, la Cassazione ha confermato che una fornitura può essere riqualificata come finanziamento quando avviene in un contesto di crisi finanziaria della società acquirente e la sua causa reale è quella di fornire supporto finanziario, piuttosto che realizzare una normale transazione commerciale. Elementi chiave sono la qualità di socio del fornitore, l’esistenza di ingenti debiti pregressi non saldati e la consapevolezza dello stato di crisi.

L’approvazione del concordato preventivo impedisce al liquidatore di riclassificare un credito?
No. La Corte ha ribadito che l’omologazione del concordato non crea un giudicato definitivo sull’esistenza, l’ammontare o il rango dei crediti. Il liquidatore ha il potere e il dovere di effettuare una nuova verifica, potendo quindi contestare e riclassificare un credito, ad esempio da privilegiato a postergato, anche se era stato inserito diversamente nella domanda di concordato.

Quali sono gli indici che trasformano una fornitura in un finanziamento soggetto a postergazione?
Secondo la sentenza, gli indici principali sono: 1) la qualifica di socio (soprattutto di maggioranza) del fornitore; 2) un evidente stato di squilibrio economico-finanziario della società acquirente; 3) la continuazione delle forniture nonostante il mancato pagamento di debiti pregressi significativi; 4) l’assenza di azioni per il recupero del credito. La combinazione di questi fattori dimostra che lo scopo dell’operazione è sostenere la società e non concludere un affare commerciale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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