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Polizze unit linked: si applica sempre il TUF

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito che le polizze unit linked sono soggette alla disciplina del Testo Unico della Finanza (TUF) per la loro natura di prodotto finanziario. La Corte ha rigettato la tesi del ‘doppio binario’, affermando che le tutele per l’investitore, in particolare gli obblighi informativi, si applicano indipendentemente dal fatto che il prodotto sia venduto direttamente da un’impresa di assicurazione o tramite un intermediario assicurativo. La decisione conferma la condanna solidale dell’emittente e dell’intermediario al risarcimento del danno subito da una risparmiatrice a causa della carente informazione sulla rischiosità del prodotto.

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Polizze Unit Linked: La Cassazione Conferma, Tutela Massima per l’Investitore Sempre

La Corte di Cassazione ha recentemente messo un punto fermo su una questione cruciale per migliaia di risparmiatori: quale disciplina si applica alle polizze unit linked? Con una chiara ordinanza, i giudici hanno stabilito che la natura finanziaria di questi prodotti impone l’applicazione delle rigorose norme a tutela dell’investitore previste dal Testo Unico della Finanza (TUF), indipendentemente da chi le vende. Questa decisione smonta la teoria del “doppio binario”, garantendo una protezione uniforme e robusta per tutti i sottoscrittori.

I Fatti di Causa

Una risparmiatrice aveva sottoscritto una polizza vita denominata “La Signature Bond Plus”, versando un premio unico di 50.000 euro. Il prodotto le era stato presentato come un investimento sicuro, ma si trattava di una polizza unit linked, il cui valore era legato all’andamento di un fondo di investimento.

Poco tempo dopo, il fondo ha iniziato a manifestare problemi di liquidità, subendo una drastica riduzione di valore (oltre il 40%) fino alla sospensione dell’attività. La richiesta di riscatto della cliente è rimasta senza risposta, portandola a citare in giudizio sia la compagnia assicurativa emittente sia l’intermediario che le aveva venduto la polizza.

La risparmiatrice sosteneva la nullità del contratto per la mancata consegna del contratto-quadro per i servizi di investimento e, in subordine, chiedeva il risarcimento del danno per la violazione degli obblighi informativi sulla rischiosità del prodotto. Il Tribunale di primo grado, pur rigettando la richiesta di nullità, ha accolto la domanda di risarcimento, condannando in solido emittente e intermediario. La decisione è stata poi confermata dalla Corte d’Appello.

La Questione del “Doppio Binario” e il ricorso in Cassazione

Sia la compagnia emittente sia l’intermediario hanno presentato ricorso in Cassazione, basando le loro difese sulla cosiddetta teoria del “doppio binario”. Secondo questa tesi, le regole da applicare dovrebbero cambiare a seconda del canale di vendita:
1. Se la polizza è venduta da ‘soggetti abilitati’ (come banche o SIM), si applicherebbe il Testo Unico della Finanza (TUF) con la vigilanza della CONSOB.
2. Se la polizza è venduta da intermediari assicurativi tradizionali (agenti e broker), si applicherebbe solo il Codice delle Assicurazioni Private (CAP) con la vigilanza dell’IVASS.

In pratica, l’intermediario sosteneva di non essere soggetto ai rigorosi obblighi informativi del TUF. La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a decidere se la tutela del risparmiatore potesse variare in base a chi gli propone il contratto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i ricorsi, definendo la tesi del “doppio binario” come infondata e illogica. Le motivazioni si fondano su un’interpretazione chiara e finalistica della normativa.

La Centralità dell’Art. 25-bis del TUF

Il fulcro della decisione è l’art. 25-bis del TUF. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che le regole di tutela previste dagli articoli 21 (obblighi di comportamento e informazione) e 23 (forma dei contratti) del TUF si applicano “alla sottoscrizione e al collocamento di prodotti finanziari emessi da banche e da imprese di assicurazione”.

La Corte ha sottolineato che il legislatore ha voluto estendere la disciplina di protezione dei prodotti finanziari anche a quelli, come le polizze unit linked, che, pur essendo emessi da compagnie assicurative, hanno una prevalente componente finanziaria. La norma si concentra sulla natura del prodotto, non sul soggetto che lo distribuisce.

La Tutela del Contraente come Obiettivo Primario

I giudici hanno spiegato che l’obiettivo della legge è garantire una tutela rafforzata al contraente, proprio in ragione della natura finanziaria (e quindi rischiosa) del prodotto. Sarebbe illogico e contrario a questa finalità offrire un livello di protezione diverso a seconda che il cliente si interfacci con l’impiegato di banca o con un agente assicurativo. La ratio della norma è assicurare che chiunque sottoscriva un prodotto di questo tipo riceva informazioni complete e corrette e che il contratto rispetti determinate forme, per una scelta consapevole. Distinguere in base al canale distributivo creerebbe una falla nel sistema di protezione, facilmente eludibile dalle imprese.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha concluso che la tesi del “doppio binario” è insostenibile. L’applicazione degli obblighi informativi previsti dal TUF non dipende dal canale di distribuzione, ma dalla natura finanziaria del prodotto. Di conseguenza, sia l’impresa emittente che l’intermediario assicurativo sono tenuti a rispettare le medesime, rigorose regole di trasparenza e correttezza nei confronti del cliente.

Questa ordinanza ha importanti implicazioni pratiche:
Per i risparmiatori: consolida un elevato e uniforme livello di tutela quando si sottoscrivono polizze unit linked, garantendo il diritto a ricevere informazioni chiare e complete sui rischi, a prescindere dall’interlocutore.
Per gli intermediari e le imprese: ribadisce che la vendita di questi prodotti complessi comporta responsabilità significative e l’obbligo di aderire agli standard del TUF, anche se non si è un intermediario finanziario in senso stretto.

Quale normativa si applica alle polizze unit linked?
Alle polizze unit linked si applica la disciplina del Testo Unico della Finanza (TUF), in particolare gli articoli 21 e 23, in virtù della loro natura di prodotto finanziario emesso da un’impresa di assicurazione, come esplicitamente previsto dall’art. 25-bis del TUF.

La tutela per l’investitore in una polizza unit linked cambia a seconda di chi la vende?
No, la tutela per l’investitore non cambia. La Corte di Cassazione ha stabilito che gli obblighi di informazione e le tutele previste dal TUF si applicano al prodotto in sé, a prescindere dal canale distributivo. Pertanto, la protezione è la stessa sia che la polizza venga venduta direttamente dall’impresa assicurativa, sia che venga collocata da un intermediario assicurativo come un agente o un broker.

Perché la teoria del “doppio binario” normativo è stata respinta?
La teoria è stata respinta perché è contraria alla ratio della legge, che è quella di proteggere il contraente in base alla natura finanziaria e rischiosa del prodotto. Differenziare le tutele in base al soggetto venditore creerebbe una disparità di trattamento illogica e permetterebbe di eludere la stringente disciplina a tutela degli investitori semplicemente utilizzando un canale di vendita piuttosto che un altro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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