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Polizze Unit Linked: quando non si applica l’art. 1923

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3785/2024, ha stabilito un principio fondamentale per le polizze Unit Linked. Quando il rischio finanziario grava interamente sul contraente e manca un’effettiva assunzione di rischio demografico da parte dell’assicuratore, la polizza perde la sua funzione previdenziale. Di conseguenza, viene qualificata come prodotto di investimento finanziario e non beneficia della protezione contro le azioni dei creditori prevista dall’art. 1923 c.c., potendo quindi essere acquisita alla massa fallimentare.

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Polizze Unit Linked: La Sottile Linea tra Assicurazione e Investimento

Le polizze Unit Linked rappresentano da anni un prodotto ibrido al centro di un acceso dibattito legale: sono strumenti di previdenza protetti dai creditori o meri investimenti finanziari? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 3785 del 12 febbraio 2024) ha tracciato una linea netta, stabilendo che quando il rischio finanziario è totalmente a carico del cliente, la polizza perde la sua natura assicurativa e, con essa, la tutela dell’impignorabilità.

I Fatti del Caso: Una Polizza nel Mirino della Curatela Fallimentare

Il caso ha origine dalla richiesta di una curatela fallimentare di acquisire il valore di riscatto di una polizza Unit Linked sottoscritta da un soggetto poi fallito. La curatela sosteneva che il contratto fosse, nella sostanza, un prodotto finanziario e che il suo valore dovesse rientrare nel patrimonio da destinare alla soddisfazione dei creditori. La compagnia assicurativa e la contraente si opponevano, invocando la protezione dell’art. 1923 del codice civile, che rende le somme derivanti da polizze vita impignorabili.

Mentre il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla compagnia, la Corte d’Appello aveva già qualificato la polizza come un prodotto finanziario, pur rigettando la domanda per motivi procedurali. La questione è così giunta all’esame della Corte di Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulle Polizze Unit Linked

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della curatela, stabilendo un principio di diritto di fondamentale importanza. L’analisi si è concentrata sulla struttura del contratto per determinare se la sua causa fosse prevalentemente assicurativo-previdenziale o finanziaria.

Il Ruolo del Rischio Demografico

Il criterio distintivo individuato dalla Corte è la presenza di un effettivo rischio demografico a carico della compagnia assicurativa. In una polizza vita tradizionale, l’assicuratore si assume il rischio di pagare un capitale garantito al verificarsi di un evento legato alla vita dell’assicurato (morte o sopravvivenza), indipendentemente dall’andamento dei mercati. Nelle polizze Unit Linked di tipo “puro”, invece, la prestazione è interamente legata al valore delle quote di fondi sottostanti. In questo scenario, il rischio dell’investimento – inclusa la possibile perdita totale del capitale versato – ricade esclusivamente sul contraente.

Le Motivazioni: Perché le Polizze Unit Linked “Pure” non sono Protette?

La Corte ha spiegato che la tutela speciale dell’art. 1923 c.c. si giustifica solo in presenza di una reale funzione previdenziale. Tale funzione esiste quando il contratto mira a creare un capitale sicuro per far fronte ai bisogni futuri dell’assicurato o dei suoi familiari. Se questa garanzia manca, il contratto si trasforma in uno strumento speculativo.

L’assenza di una Garanzia di Capitale

Nel caso specifico, la polizza non prevedeva alcuna garanzia di restituzione del capitale. La prestazione in caso di decesso era una percentuale minima (dal 100,01% al 105%) del valore delle quote al momento dell’evento. Secondo la Corte, questa clausola non trasferisce un vero rischio demografico all’assicuratore, poiché il valore della prestazione rimane ancorato all’andamento del mercato. L’evento della morte funge solo da momento per la liquidazione dell’investimento, non come presupposto per una prestazione assicurativa autonoma. Di conseguenza, il contratto è stato assimilato a un fondo comune di investimento.

Interpretazione dell’Art. 1923 c.c.

La sentenza ribadisce che la protezione dell’art. 1923 c.c. non deriva dal nomen iuris (il nome dato al contratto), ma dalla sua funzione sostanziale. Se la componente previdenziale è assente o meramente apparente e prevale quella finanziaria, la norma non può essere applicata. La polizza diventa un semplice asset del patrimonio del sottoscrittore, aggredibile dai creditori e, in caso di fallimento, destinato a confluire nella massa attiva.

Le Conclusioni: Implicazioni per Sottoscrittori e Creditori

Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale. I sottoscrittori di polizze Unit Linked devono essere consapevoli che non tutti i prodotti offerti come “assicurazioni vita” godono della stessa protezione legale. In particolare, le polizze “pure”, senza alcuna garanzia di capitale, sono considerate a tutti gli effetti investimenti finanziari. Per i creditori e le curatele fallimentari, questa sentenza conferma la possibilità di agire per recuperare il valore di tali polizze, trattandole alla stregua di qualsiasi altro bene del debitore.

Una polizza Unit Linked è sempre impignorabile dai creditori?
No. Secondo la sentenza, non è impignorabile quando si configura come una polizza “pura”, ovvero quando il rischio finanziario dell’investimento grava interamente sul contraente e manca un’effettiva assunzione di un rischio demografico da parte dell’assicuratore. In tal caso, è considerata un prodotto finanziario e il suo valore può essere aggredito dai creditori.

Cosa si intende per “rischio demografico” in una polizza vita?
È il rischio, assunto dalla compagnia di assicurazione, di dover pagare una prestazione economica (capitale o rendita) al verificarsi di un evento legato alla durata della vita umana (morte o sopravvivenza), il cui importo è garantito e non dipende esclusivamente dal valore di mercato degli asset finanziari sottostanti.

Come si distingue una polizza Unit Linked “pura” da una tradizionale con finalità previdenziale?
La distinzione fondamentale risiede in chi sopporta il rischio finanziario. In una polizza con finalità previdenziale, l’assicuratore garantisce una prestazione minima o la restituzione del capitale, assumendosi parte del rischio. In una polizza Unit Linked “pura”, il valore della prestazione dipende totalmente dall’andamento dei mercati e il contraente si assume l’intero rischio, inclusa la possibilità di perdere tutto il capitale versato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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