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Periodo sospetto: la data della domanda, non il decreto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12148/2025, ha stabilito un principio fondamentale in materia di azione revocatoria fallimentare. In caso di consecuzione tra concordato preventivo e fallimento, il ‘periodo sospetto’ per la revoca degli atti pregiudizievoli ai creditori decorre dalla data di deposito della domanda di concordato e non dalla data del successivo decreto di ammissione. La Suprema Corte ha cassato la decisione della Corte d’Appello, che aveva erroneamente posticipato l’inizio del periodo di osservazione, accogliendo la tesi del curatore fallimentare e riaffermando il principio della ‘consecuzione delle procedure’ per tutelare la par condicio creditorum sin dal primo momento di emersione della crisi.

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Periodo Sospetto: la Cassazione Sceglie la Domanda di Concordato, non il Decreto

In materia di diritto fallimentare, la determinazione del periodo sospetto è cruciale per l’esercizio dell’azione revocatoria. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha dissipato ogni dubbio: quando un concordato preventivo sfocia in un fallimento, il termine a ritroso per individuare gli atti revocabili parte dalla data di deposito della domanda di concordato, e non dal successivo decreto di ammissione. Questa decisione rafforza la tutela dei creditori sin dalla prima manifestazione formale della crisi d’impresa.

I Fatti di Causa

Il curatore di una società fallita aveva intrapreso un’azione revocatoria contro un’altra società per annullare un accordo transattivo e il relativo pagamento, avvenuti nell’ultimo semestre prima del deposito della domanda di ammissione al concordato preventivo, procedura che aveva poi preceduto la dichiarazione di fallimento.
Il Tribunale di primo grado aveva accolto la domanda del curatore. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, sostenendo che il periodo sospetto dovesse essere calcolato a ritroso dalla data del decreto di ammissione al concordato, e non dalla precedente domanda. Poiché l’atto in questione ricadeva al di fuori di questo intervallo di tempo (calcolato dalla data del decreto), la Corte territoriale aveva rigettato la domanda del fallimento. Contro questa sentenza, il curatore ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e il calcolo del periodo sospetto

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del curatore, cassando la sentenza della Corte d’Appello e affermando un principio di diritto di fondamentale importanza. Gli Ermellini hanno stabilito che, anche per i casi antecedenti alla riforma introdotta con l’art. 69-bis della legge fallimentare, il dies a quo per il calcolo del periodo sospetto ai fini delle azioni revocatorie corrisponde alla data di deposito della domanda di concordato in tribunale.

Il Principio della Consecuzione delle Procedure

La motivazione centrale della Corte si fonda sul principio della “consecuzione delle procedure”. Questo principio, elaborato dalla giurisprudenza ben prima di essere formalizzato dal legislatore, considera il concordato preventivo e il successivo fallimento come fasi di un unico percorso di gestione dell’insolvenza. L’obiettivo è “congelare” il patrimonio del debitore al momento della prima emersione della crisi, che si manifesta con il deposito della domanda di concordato. In questo modo, si neutralizzano gli effetti potenzialmente dannosi per i creditori di un ricorso a procedure minori prima del fallimento.

L’Importanza della Domanda di Concordato

La Corte chiarisce che il deposito della domanda di concordato non è un atto privo di effetti. Anzi, produce conseguenze giuridiche immediate e rilevanti, come il blocco delle azioni esecutive individuali (art. 168 legge fall.). Questo basta a qualificarla come l’atto di avvio della procedura concorsuale. Attendere il decreto di ammissione significherebbe lasciare un vuoto di tutela in un lasso di tempo che, specialmente dopo l’introduzione del “concordato in bianco”, può essere molto lungo, esponendo il patrimonio a ulteriori atti pregiudizievoli.

Irrilevanza della Pubblicità della Domanda per il Periodo Sospetto

Infine, la Corte ha respinto l’argomentazione secondo cui la mancata pubblicazione della domanda nel registro delle imprese (prima della riforma del 2012) potesse essere un ostacolo. La conoscenza richiesta ai terzi per l’azione revocatoria riguarda lo stato di insolvenza dell’imprenditore, non la collocazione temporale precisa di un atto all’interno del periodo sospetto, che è un dato accertabile solo a posteriori, con la dichiarazione di fallimento.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si basano sulla necessità di garantire una tutela coerente ed efficace del ceto creditorio. La retrodatazione della decorrenza del periodo sospetto al momento del deposito della domanda di concordato risponde a esigenze di coerenza sistematica e di equità. Si riconosce che la procedura concorsuale inizia di fatto con la domanda, che produce effetti giuridici immediati. L’interpretazione contraria, sostenuta dalla Corte d’Appello, creerebbe un’ingiustificata lacuna temporale, permettendo al debitore di compiere atti pregiudizievoli in un limbo giuridico tra la domanda e il decreto di ammissione. La decisione si allinea all’evoluzione normativa, che ha progressivamente anticipato gli effetti della procedura al momento della domanda, riconoscendone la centralità come atto di emersione della crisi.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione consolida un orientamento fondamentale per la tutela dei creditori nelle procedure concorsuali. Stabilendo che il periodo sospetto decorre dalla data della domanda di concordato, la Corte assicura che l’azione revocatoria possa dispiegare la sua efficacia sin dal primo momento in cui la crisi d’impresa viene formalizzata, impedendo che il tempo necessario per l’ammissione alla procedura possa essere sfruttato a danno della massa creditoria. Si tratta di una decisione che rafforza la logica della consecuzione delle procedure e garantisce maggiore certezza del diritto in un’area di cruciale importanza per l’economia.

In caso di fallimento che segue un concordato preventivo, da quando si calcola il periodo sospetto per l’azione revocatoria?
Secondo la Corte di Cassazione, il periodo sospetto si calcola a ritroso partendo dalla data di deposito della domanda di ammissione al concordato preventivo, e non dalla data del successivo decreto di ammissione.

Perché la data di deposito della domanda di concordato è considerata il momento iniziale?
Perché il deposito della domanda è l’atto che avvia la procedura concorsuale e produce effetti giuridici immediati, come il blocco delle azioni esecutive. In base al principio di ‘consecuzione delle procedure’, questo momento segna l’emersione formale della crisi e la necessità di tutelare il patrimonio a favore di tutti i creditori.

Questo principio si applica anche ai casi avvenuti prima dell’introduzione dell’art. 69-bis della legge fallimentare?
Sì, la Corte ha specificato che questo principio di diritto si applica anche alle procedure antecedenti all’entrata in vigore dell’art. 69-bis, comma 2, della legge fallimentare, basandosi su un’interpretazione sistematica e coerente delle norme a tutela dei creditori.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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