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Patto Fiduciario: la dichiarazione unilaterale è prova

In una controversia tra ex coniugi su immobili intestati fiduciariamente, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1424/2024, ha stabilito che una dichiarazione scritta e unilaterale, con cui il fiduciario riconosce l’altrui diritto e si impegna a ritrasferire il bene, costituisce prova sufficiente dell’esistenza del patto fiduciario. Tale atto non crea un nuovo obbligo, ma ha un effetto confermativo che inverte l’onere della prova, costringendo il fiduciario a dimostrare l’inesistenza del rapporto sottostante.

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Patto Fiduciario Immobiliare: La Dichiarazione Unilaterale è Prova Valida

L’ordinanza n. 1424/2024 della Corte di Cassazione offre un chiarimento fondamentale sulla forma e sulla prova del patto fiduciario in ambito immobiliare. La Corte ha stabilito che una dichiarazione unilaterale scritta, firmata solo dal fiduciario (l’intestatario formale del bene), è sufficiente a provare l’esistenza dell’accordo fiduciario, invertendo l’onere della prova. Questo principio semplifica notevolmente la tutela del fiduciante, ovvero colui che è il proprietario effettivo.

I Fatti di Causa

La vicenda nasce da una controversia tra due ex coniugi. A seguito della liquidazione di una società immobiliare, il cui unico socio formale era la moglie, tutti i beni immobili della società le erano stati assegnati. L’ex marito, tuttavia, sosteneva l’esistenza di un accordo fiduciario in base al quale il 50% di tali beni gli apparteneva. A riprova di ciò, produceva in giudizio una ‘controdichiarazione’ firmata dalla ex moglie, in cui ella riconosceva la spettanza di metà del patrimonio immobiliare al coniuge, definito ‘socio occulto’, e si impegnava a trasferirgliene la quota a semplice richiesta.

Il Tribunale di primo grado e la Corte d’Appello hanno dato ragione all’uomo, ordinando il trasferimento in suo favore del 50% del diritto di usufrutto sugli immobili. La donna ha quindi proposto ricorso in Cassazione, contestando la validità della controdichiarazione come prova del patto fiduciario.

Il Valore Probatorio della Dichiarazione nel Patto Fiduciario

Il fulcro del ricorso verteva su un punto cruciale: può una dichiarazione unilaterale, firmata solo dal fiduciario e successiva all’intestazione dei beni, costituire la forma scritta richiesta per un patto fiduciario immobiliare? Secondo la ricorrente, tale documento sarebbe una mera dichiarazione confessoria, inidonea a creare un’obbligazione di trasferimento.

La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, allineandosi all’orientamento più recente e consolidato, inaugurato dalle Sezioni Unite con la sentenza n. 6459 del 2020. I giudici hanno chiarito la natura di tale dichiarazione.

Le Motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha spiegato che la dichiarazione unilaterale scritta dal fiduciario, in cui si riconosce l’intestazione fiduciaria e si promette il ritrasferimento al fiduciante, non costituisce una fonte autonoma di obbligazione. Piuttosto, essa agisce come una promessa di pagamento ai sensi dell’articolo 1988 del Codice Civile.

Questo inquadramento ha una conseguenza processuale di enorme importanza: l’astrazione processuale. In pratica, la dichiarazione ha un effetto confermativo di un rapporto preesistente (il patto fiduciario, che può essere stato concluso anche oralmente) e solleva il beneficiario (il fiduciante) dall’onere di provare l’esistenza di tale rapporto.

L’onere della prova viene così invertito: spetta al fiduciario che ha firmato la dichiarazione dimostrare che il rapporto fondamentale non è mai esistito o si è estinto. Nel caso di specie, la ricorrente non ha fornito alcuna prova contraria, rendendo la dichiarazione da lei firmata pienamente efficace a dimostrare le ragioni dell’ex coniuge.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione consolida un principio di grande rilevanza pratica. Per dare prova di un patto fiduciario su beni immobili, non è indispensabile un contratto scritto e firmato da entrambe le parti. È sufficiente che il fiduciante produca in giudizio una dichiarazione scritta e sottoscritta dal solo fiduciario in cui quest’ultimo ammette l’obbligo di ritrasferimento. Tale atto, pur unilaterale, è idoneo a fondare la domanda di esecuzione in forma specifica, in quanto presume l’esistenza dell’accordo sottostante e scarica sulla controparte l’onere, spesso difficile, di provare il contrario.

Per provare un patto fiduciario su un immobile serve un contratto scritto firmato da entrambi?
No. Secondo la Corte di Cassazione, è sufficiente una dichiarazione unilaterale scritta e firmata solo dalla parte che è intestataria del bene (il fiduciario), nella quale si riconosce l’obbligo di ritrasferire l’immobile al proprietario effettivo (il fiduciante).

Che valore ha la dichiarazione unilaterale firmata solo dal fiduciario?
Ha il valore di una promessa di pagamento ai sensi dell’art. 1988 c.c. Questo significa che non crea un nuovo obbligo, ma conferma un rapporto preesistente. La sua principale conseguenza è l’inversione dell’onere della prova: si presume che l’accordo fiduciario esista, e spetta al fiduciario che ha firmato dimostrare il contrario.

Se l’accordo prevede un contributo a spese come il mutuo, da quando scatta l’obbligo di pagare?
Quando il trasferimento del bene avviene tramite una sentenza del giudice (esecuzione in forma specifica ex art. 2932 c.c.), l’obbligo di contribuire alle spese sorge solo dal momento in cui la sentenza diventa definitiva e non più appellabile, non dal momento del suo deposito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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